3.1.16

J. LEAGUE REVIEW: la marea viola (Parte II)

Non solo club, ma anche giocatori: il Giappone ha lasciato tante vicende da narrare per il 2015. In attesa di un 2016 importante per molte squadre, oggi c'è la seconda parte del riassuntone sulla J. League e sul calcio giapponese (qui la prima). Con un occhio anche al futuro, che però - a livello di governance e organizzazione - non promette molto di buono.


Rivelazione

Mu Kanazaki
Avrei voluto parlare di Caio Lucas Fernandes (rookie dell'anno 2014), ma la storia di Mu Kanazaki fa più scalpore. Perché Kanazaki è sempre stato un giocatore dalle doti più che discrete, cresciuto nel fiorente vivaio degli Oita Trinita di fine anni 2000. Quelli che hanno lanciato anche Kiyotake, Nishikawa, Higashi, Morishige, Umesaki.
Dopo aver vinto il campionato con il Nagoya nel 2010, è andato in Germania, ma a Norimberga l'hanno subito mandato via. Stava facendo molto bene al Portimonense quando è tornato a sorpresa in Giappone. Quest'anno Kanazaki si è ripreso la ribalta: benissimo con il club, è stato convocato anche dalla nazionale e ha ri-esordito con gol. E ora pare che il Portimonense non lo lascerà tornare a Ibaraki: troppe offerte ghiotte stanno arrivando in Portogallo...


Yuki Muto
Recentemente l'ho menzionato in un episodio di "Road To Japan", perché il suo anno è stato incredibile. Con gli Urawa è stato decisivo soprattutto in J. League, chiudendo l'anno con 14 reti in 43 partite. Proprio lui, che nei quattro anni a Sendai aveva segnato appena dieci gol con il Vegalta...

Kazuhisa Kawahara
Se l'Ehime ha potuto festeggiare il miglior piazzamento nella sua storia in J2, il merito in campo è soprattutto di questo signore qui. Con un look di un supereroe sfigato di un manga, Kawahara è cresciuto nelle giovanili dell'Albirex Niigata, poi ha girato senza fortuna nel calcio nipponico.
A 27 anni, la sua avventura nel calcio sembrava esser arrivata a un punto morto: una sola stagione in doppia cifra, per giunta in seconda divisione. Lui è ripartito nel 2013 da Ehime, dove ha avuto bisogno di un'annata d'ambientamento. Tredici reti nel 2014, l'anno successivo è arrivato a quota nove, ma è stato utilissimo per l'Ehime, arrivato ai play-off.

Kazuhisa Kawahara, 28 anni, bomber e capitano dell'Ehime FC.


Manager dell'anno

Hajime Moriyasu
Sono stato indeciso fino all'ultimo con Cho Kwi-Jea dello Shonan Bellmare, ma alla fine ho scelto lui. Sembra di esser ripetitivi, ma non era facile ripartire dopo un ottavo posto nel 2014. Specie perché l'ultima stagione aveva dato l'impressione che il ciclo dei grandi vecchi al Sanfrecce - Sato, i gemelli Morisaki, Chiba, Mikic - fosse finito.
E invece no! Moriyasu festeggia due trofei - tra cui la vittoria del campionato secondo la classifica totale - e il terzo posto nel Mondiale per club, dove il Sanfrecce avrebbe addirittura meritato la finale. Sicuri che non sia tempo di Nippon Daihyo per lui? Anche se i tre difensori centrali sarebbero tutti da trovare...

Masami Ihara
Potrei premiare Shibuya (Omiya) o Kiyama (Ehime), che però hanno già avuto le loro menzioni. Invece, l'ex capitano della nazionale giapponese era alla prima esperienza alla guida solitaria di una squadra di club dopo cinque anni da assistente ai Kashiwa Reysol.
Ihara si è preso l'onere di risollevare le sorti dell'Avispa Fukuoka, arrivati sempre nella parte destra della J2 League nell'ultimo triennio. E invece il 2015 è stato un successo, con un finale a tutta: solo un regolamento fallace ha impedito all'Avispa la promozione diretta. Ma l'ultimo atto contro il Cerezo è finito in pari e così Ihara ha riportato il club in prima divisione dopo cinque anni.

Masami Ihara, 48 anni, alla prima stagione alla guida dell'Avispa.

Takuya Takagi
Ero indeciso con Togashi (Tokyo Verdy) e Hashiritani (Giravanz Kitakyushu), ma Takagi si merita eccome la menzione d'onore. Da giocatore detiene un buon score in nazionale (27 gol in 44 partite!) e ha fatto carriera. Da allenatore, invece, si è dovuto far largo partendo dalla base.
Al suo primo incarico da capo allenatore con lo Yokohama FC, i tifosi avevano persino deciso di protestare guardando la prima partita in silenzio. Ci è voluto poco per convincerli: una promozione fece cambiare loro idea... poi un breve periodo a Tokyo, tre anni a Kumamoto e poi Nagasaki.
Con il V-Varen, Takagi ha fatto un miracolo: su tre stagioni in J2 League, due volte è arrivato ai play-off, perdendo in entrambi i casi la semifinale. Poco importa: Nagasaki sembra una di quelle piazze che prima o poi arriverà in prima divisione. Chissà se con lui come allenatore...

I momenti da ricordare

Una scelta molto difficile, ma il finale della J2 e della J3 del 23 novembre scorso sono imbattibili. L'Omiya ha centrato la promozione diretta con una giornata d'anticipo, mentre Júbilo Iwata e Avispa Fukuoka si giocano l'ultimo posto disponibile alla 42° giornata, entrambi in trasferta: i primi sul campo dell'Oita, i secondi in casa del Gifu.
L'Avispa mette in ghiaccio la partita nel secondo tempo: va in vantaggio con Jogo, viene raggiunto e poi mette la freccia con una doppietta di Wellington e un altro gol del capitano. Nel finale si cerca anche di gonfiare la differenza reti per evitare rischi, ma bisogna aspettare quello che succede a Oita.


All'Ōita Bank Dome è partita vera, perché il Trinita se la gioca di più. E il Júbilo - come per tutto il finale di stagione - fatica. Al 60' Inoha sembra aver segnato il gol-promozione, ma l'Oita pareggia al minuto 89. Sembra finita, con l'Avispa promosso e il Júbilo ai play-off. Invece Yuki Kobayashi - autore di un'ottima stagione - firma il 2-1 definitivo al 94'.


Nella stessa giornata, la stessa punta di follia viene raggiunta a Tottori. Il Renofa Yamaguchi si gioca la promozione diretta e la vittoria del campionato sul campo del Gainare, dopo aver dilapidato negli ultimi due mesi un vantaggio di 12 punti. A pari punti con il Renofa c'è il Machida Zelvia, ospite sul campo del Nagano Parceiro, dove però raccoglie un solo punto.
Un punto che basterebbe, visto che il Gainare va in vantaggio due volte e conduce 2-1 al minuto 95. Quando tutto sembra finito, è Kiyohiro Hirabayashi a segnare con deviazione il pareggio che porta il Renofa in seconda divisione. Forse è ancora più folle del finale della J2 League.



A questi due ultimi atti, tocca aggiungere anche la pazza semifinale della J. League Championship di cinque giorni più tardi, quando il Gamba vince per 3-1 ai supplementari in casa degli Urawa Reds. L'azione del vantaggio di Fujiharu al 120' meriterebbe un trattato di epica o antologia sportiva. A parte.


Il caso

J3 B-teams & JFL
La JFA ha voluto comunicare una buona notizia a tutti gli appassionati, seguita immediatamente da una pessima. La J. League U-22 selection - pensata per le Olimpiadi di Rio 2016 - è stata soppressa dopo due anni. Scelta giusta, perché la squadra è variata molto spesso ed è arrivata per due anni di fila nelle retrovie della J3 League.
Con l'arrivo del Kagoshima United, il numero delle squadre era salito a 13. Non contenti, però, in federazione hanno permesso di aggiungere tre U-23 di alcuni club al resto del gruppo. Le selezionate dovrebbero essere FC Tokyo e le due squadre di Osaka. Uno schifo che blocca la crescita del calcio giapponese.
Come dovrebbe crescere una lega in cui vengono impiantate squadre-B? Non ha alcun senso, specie se U-23. Anche perché invece la Japan Football League (prima divisione non-professionista) continua ad allargarsi: lo SP Kyoto si è dissolto, ma arriveranno il Briobecca Urayasu e il ReinMeer Aomori a dare nuova linfa alla lega.

Affluenza in crescita
Un punto importante è quello dell'affluenza. Vi diranno che è merito della riforma con primo e secondo stage, ma spiegherò perché non è così. Intanto tutte le leghe dalla J2 alla JFL hanno festeggiato un numeroso aumento di spettatori.
La J2 League ha raccolto un +3,8% rispetto all'anno passato. Meglio ancora è andata in terza divisione, dove l'aumento è stato dell'8,2%. Su questo dato pesano il nuovo stadio del Nagano e l'annata straordinaria del Renofa Yamaguchi.
Anche in JFL è andata bene: +5,5% rispetto al 2014, con piazze come Kagoshima United, Nara Club e Azul Claro Numazu che dimostrano quanta voglia ci sia di andare in J3. Peccato per il ?, campione invernale ma senza la licenza per la J3 League 2016 (e con una media-spettatori bassina). Sarà per l'anno prossimo?

Quando la minestra riscaldata è peggio di quella originale
Due anni fa, la JFA ha deciso di riprendere in mano il vecchio format della J. League, con la divisione strutturale del girone di andata e ritorno in due campionati a parte e l'assegnazione del titolo tramite dei play-off finali.
Fortunatamente il Sanfrecce Hiroshima ha fatto il suo dovere e ha confermato quanto la classifica aveva già detto nelle sue 34 giornate. Nonostante il pienone registrato al Big Arch Stadium per il ritorno della finale contro il Gamba Osaka, la formula rimane ridicola.
Il two-stage format tende a svalutare tutto quello che succede negli otto mesi precedenti. A proposito di affluenze in aumento, non è un caso che la J. League abbia ottenuto l'incremento più basso tra le leghe nipponiche: appena il 3,2%, nonostante la presenza del Matsumoto Yamaga (quasi 17mila spettatori di media). Facciamoci due domande...

Le proteste dei tifosi degli Urawa Reds verso il nuovo format della J. League.

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