26.4.17

Il tesoro sommerso.

Nei giorni in cui il Chelsea si lancia alla conquista del doblete Premier League-FA Cup (per altro sfidando il resto del gotha della Londra calcistica: il Tottenham in campionato, l'Arsenal in finale di coppa), viene da pensare che il futuro possa riservare tante soddisfazioni ai Blues di Antonio Conte. Sarà più facile ottenerle sfruttando un elemento spesso sottovalutato in passato: i suoi giovani.

Ola Aina, 20 anni, è il nuovo che avanza in casa Chelsea.

Se Conte in questo fondamentale ha fatto dei passi in avanti, è strano notare come il Chelsea abbia avuto in rosa negli ultimi anni alcuni dei talenti più floridi passati per le mani del calcio europeo. Per fare un paio di esempi: Kevin de Bruyne è stato frettolosamente venduto da José Mourinho; stessa sorte è toccata a Romelu Lukaku, che oggi incanta la platea dell'Everton con i suoi gol.
Potremmo citare anche casi più marginali: Thorgan Hazard era solo "il fratello di Eden", invece al Gladbach si è costruito una sua credibilità; Patrick van Aanholt e Ryan Bertrand si sono trasformati in due da Premier, che forse avrebbero potuto essere riserve nei Blues; a queste, si aggiungono cessioni remunerative, ma chissà se bisognerà pentirsene (tipo Jeffrey Bruma).
In questo quadro, bisogna aggiungere le vittorie nella UEFA Youth League, dove il Chelsea ha trionfato sia nel 2014-15 che nel 2015-16. Sotto José Mourinho, pochi ragazzi hanno avuto una seria chance, nonostante il Chelsea l'anno scorso abbia concluso il campionato al decimo posto. Alcuni ragazzi sono dovuti emigrare per trovare la loro strada, seppur in prestito.
Eppure la lista di graduates dall'academy del Chelsea è lunga e importante: si passa da quelli che sono stati lanciati dal duo italiano Vialli-Ranieri (Duberry, Robert Huth, Forssell, Dalla Bona, Carlton Cole) a quelli venuti più tardi (Scott Sinclair, Fabio Borini, più quelli alcuni di quelli menzionati sopra). Il rischio è che ci sia una miniera d'oro che verrà dispersa per dare spazio a nomi da copertina.
Qualcosa è cambiato sotto la guida di Antonio Conte; sì, l'italiano preferisce affidarsi ai titolari e a personaggi più solidi, ma fortunatamente per i Blues il tecnico ex Juve ha concesso spazio a diversi volti. Prendiamo Victor Moses, che da tre anni andava in prestito ed è diventato indispensabile nel 3-4-3 del Chelsea, o Nathan Aké, che era in prestito al Bournemouth, ma è stato richiamato da Conte a gennaio.

7-1 in un derby di Londra, valido per il ritorno della semifinale di F.A. Cup giovanile.

Questi i nomi più famosi, perché la squadra vanta anche la presenza di Charly Musonda (anche lui tornato a Londra, ma per contrasti con il Betis), Ruben Loftus-Cheek (già lanciato da Mourinho), Dominic Solanke (che però dovrebbe lasciare il Chelsea a fine stagione) e Kenedy (anche lui richiamato da un prestito infruttuoso dal Watford di Mazzarri).
Ma le due buone notizie vengono dalla prossima stagione. La prima riguarda il ritorno di alcuni volti che sono ormai eccellenti prospetti: Andreas Christensen ha fatto benissimo al Gladbach e torna a Londra per giocarsi un posto da titolare, mentre i progressi di Bertrand Traoré e Tammy Abraham (rispettivamente con Ajax e Bristol City) non saranno certo passati inosservati nel quartiere generale dei Blues.
La seconda riguarda l'ottima crescita di quelli rimasti invece alla casa madre: il Chelsea ha triturato gli avversari sulla strada della FA Youth Cup (24 gol segnati e due subiti!) e stasera affronterà i pari-età del Manchester City in finale (la terza finale di fila: le prime due le hanno vinte i Blues), mentre ha dominato il South Stage della Professional U-18 Development League, in attesa di capire se trionferà anche nel Final Stage che assegna il titolo.
Tutto questo patrimonio - Kasey Palmer, Ola Aina, Isaiah Brown, Nathaniel Chalobah (tornato da Napoli la scorsa estate) - non fa che aumentare le attese per il futuro del Chelsea. Che magari perderà Diego Costa quest'estate (la Cina attira il centravanti), ma avrà una squadra più giovane e promettente per il 2017-18, al 99% in veste di campione uscente della Premier League.
E ciò ancora più valore nell'estate in cui il Chelsea perderà l'ultimo riferimento del passato, cioè quel John Terry che ha deciso di lasciare il club, annunciandolo giusto qualche giorno fa. Non ci sarebbe miglior modo di omaggiare quanto costruito in 18 anni assieme che dando ai giovani quel palcoscenico, specie se sono di questa bontà sul terreno di gioco.

John Terry, 36 anni, lascerà il Chelsea a fine stagione.

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