22.12.16

CHASING HISTORY: 5 momenti che hanno segnato il 2016

La conclusione del 2016 si sta avvicinando e allora è giusto riguardare alcuni momenti di quest'annata così ricca di eventi, sorprese e fermi immagini da ricordare! #ChasingHistory is here!

Golden moment: Isole Salomone
Contrariamente a quanto avviene per il Mondiale, l'Oceania ha diritto a un posto diretto a qualunque altra competizione (maschile e femminile) FIFA. Tra questi, c'è il futsal: al Mondiale di categoria in Colombia, il discorso del capitano delle Isole Salomone Elliot Ragomo descrive in un discorso di quattro minuti cosa può fare il calcio. Lacrime e feels.

«Nel mio paese le scuole sono chiuse per vederci giocare. In Argentina chi vedrà la nazionale di futsal? Probabilmente solo i loro amici... ma per noi è diverso. Gracias Colombia».


A man to remember: Johan Cruyff
Quest'anno ci ha lasciato uno dei più grandi geni che il calcio abbia mai avuto. Un rivoluzionario, in campo e in panchina. Ha segnato la storia di due dei più grandi club che il football ricordi - Ajax e Barcellona - nonché segnato l'inizio dell'epopea Oranje. Basta vedere anche la prestigiosa lista di omaggi quando a marzo si è spento, divorato da un cancro ai polmoni.

Grazie, Johan.


La partita dell'anno: Boca Juniors-Independiente del Valle 2-3
Prima che la tragedia (e i facili discorsi retorici) della Chapecoense ci travolgessero come una valanga, non avrei avuto dubbio su quale fosse stata la squadra dell'anno. Non avranno vinto la Copa Libertadores, ma il fatto che l'Independiente del Valle - piccola squadra ecuadoregna - abbia raggiunto l'atto finale è notevole. E la vittoria alla "Bombonera" di Buenos Aires, contro il Boca, è il sigillo migliore a quest'avventura.


E ora passiamo alla seria top five di questo 2016.

5. L'OFC Nations Cup in Papua Nuova Guinea e la quasi sorpresa
Quando Tahiti ha alzato il trofeo continentale quattro anni fa, molti hanno pensato a una sorpresa, un episodio. In realtà, come dimostrato dall'edizione di quest'anno, l'Oceania è in tumulto. Ed è giusto che sia così, perché la FIFA non sta dando una mano per far crescere il movimento.
Normale a quel punto che il dominio neozelandese si affievolisca e basti poco per farlo crollare. La Nuova Zelanda ha ottenuto punteggio pieno nel girone, passando la semifinale solo per 1-0 contro la Nuova Caledonia. In finale, la Papua Nuova Guinea - padrone di casa - avrebbe meritato la vittoria, ma i rigori hanno fatto tornare il titolo ad Auckland.


4. Siviglia regna
Vincere non è mai facile, ripetersi è ancor più complicato. Una lezione che vale soprattutto nel caso del Siviglia, che ha vinto la quarta Europa League della sua storia, la seconda di fila. Battuto il Liverpool per 3-1 in una finale incerta almeno per 45' a Basilea. Poi Coke e compagni han spazzato la concorrenza. Curiosità? Quest'anno non potranno difenderla: Emery è stato sostituito da Sampaoli e soprattutto gli andalusi han finalmente passato il girone di Champions.


3. Il finto ritiro e la vera sconfitta
Quanto ci hanno bombardato con la storia del "L'Argentina è invicibile"? Sono almeno due anni. Prima il Mondiale, poi la Copa América, perse entrambe in finale. La Copa América Centenario - oltre che un marchettone di proporzioni epiche, andato per altro male - doveva essere la consolazione albiceleste. Invece l'Argentina è inciampata ancora, sempre ai rigori, sempre contro il Cile. Messi ha dimostrato ancora le sue fragilità, ritirandosi e poi ripensandoci (figura barbina, direi).


2. Magia europea
Come si può esser fuori nella terza partita del girone, prendendo tre gol dall'Ungheria, e poi ritrovarsi campioni d'Europa 20 giorni dopo? Ce lo spiega il Portogallo, che si prende l'Europeo nell'edizione in cui non aveva nulla da mostrare - se non il solito CR7, perso però in finale dopo 25' - e festeggia un titolo che il karma gli ha riconsegnato a 12 anni dalla finale persa in casa contro la Grecia.

P.S.: La gestione, il post e il ruolo di CR7 nel Portogallo spiega perché ha vinto il Pallone d'Oro quest'anno, al contrario di chi perde, si ritira e poi ci ripensa.


1. Leicester sul tetto d'Inghilterra
Da che mondo è mondo, vincere un campionato è enormemente più difficile rispetto al trionfare in una competizione a eliminazione diretta. Lo sa bene il Portogallo e l'ha imparato in maniera contraria il Leicester City di Claudio Ranieri, partito per salvarsi e poi diventato un miracolo vivente, fino alla conquista del titolo (su cui non vi tedio oltre perché dovete aver vissuto su Marte per non saperlo).


Il 2016 ha regalato tante sorprese, giusto godersele.

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