23.9.16

Dinastia interrotta.

Arjen Robben, Ibrahim Afellay, Memphis Depay. Seppur con fama mondiale discendente, la generazione di ali offensive del PSV ha sempre fatto un buon lavoro: dall'olandese del Bayern all'ex Barcellona, passando per l'attuale giocatore del Manchester United. Nella linea dinastica, l'erede sarebbe dovuto essere Zakaria Labyad. SAREBBE.

Labyad con Depay ai tempi del PSV Eindhoven.

Perché il pallone porta con sé risvolti che non avremmo mai immaginato. Per i Pavoletti (o i Toni, per fare esempi più celebri) che si affermano dopo anni di gavetta e tanto impegno, ci sono i Labyad (o i Mastour, se il tempo mi darà ragione) che invece non si affermano mai, nonostante premesse ben più floride nei loro primi passi sul campo.
Zakaria Labyad non è stato diverso. Classe '93 nato a Utrecht, Labyad milita a livello giovanile nell'USV Elinkwijk, club che gioca oggi in quinta divisione. Nel 2004, a soli 11 anni, il piccolo Zakaria passa al settore giovanile del PSV Eindhoven, che a quei tempi raggiunge una combattuta semifinale di Champions League.
In quegli anni trascorsi nel settore giovanile, qualcosa si intravede: deve essere per forza così, altrimenti non si spiegherebbe un primo contratto firmato nel gennaio 2009, valido fino al giugno 2012. Arriva il momento dell'esordio in prima squadra per una gara di Europa League del febbraio 2010: tre giorni più tardi, anche la prima in Eredivisie.
Il PSV non vince il campionato dal 2008 (e non lo vincerà fino al 2014), ma quella squadra e quel calcio sono l'ideale per far crescere il talento di Labyad. Il tecnico Fred Rutten l'ha lanciato e lo coccolerà per tutto il periodo della sua permanenza: idealmente, i due sono collegati da un filo rosso nell'avventura a Eindhoven.
Quando infatti Rutten si separa dal PSV, anche Labyad si prepara a partire: è l'ennesima pepita del campionato Oranje che lascia il calcio olandese. Ce lo si può permettere: l'anno prima è partito l'ungherese Balázs Dzsudzsák, andato in Russia. E in fondo, il PSV qualche sostituto l'ha coltivato in casa e tramite gli acquisti.
Non per nulla, al posto di Labyad rimarranno Lens, Dries Mertens (preso dall'Utrecht, come Kevin Strootman) e un giovanissimo Memphis Depay, che è solo un anno più giovane di Labyad. Philipp Cocu, all'epoca manager ad interim e oggi allenatore del PSV, dà il suo benestare alla partenza del talento di origini marocchine.
Ad attendere Labyad - dopo 48 presenze e 12 gol in tutte le competizioni con il PSV - c'è lo Sporting Lisbona: un affare a costo zero, visto che l'ala si è svincolata al termine del suo contratto con il club olandese (con tanto di diatriba legale). Per i Leoni di Lisbona sembra un affare, ma in realtà sarà il canto del cigno per entrambe le parti.
Se lo Sporting comincia a soffrire economicamente (e quindi quell'intuizione è l'ultima di un certo rilievo), Labyad non è continuo nella sua avventura in Portogallo. Il rapporto con Jesualdo Ferreira non è straordinario, la squadra va male in Europa League e malissimo in campionato, dove il settimo posto finale è una delusione. E ora?

Cos'è stato di Labyad a Lisbona?

Niente da fare: Lisbona è meglio lasciarla, specie se non giochi una partita nella prima parte del 2013-14. Si torna in Eredivisie, precisamente ad Arnhem, dove il Vitesse lo aspetta in prestito. I 18 mesi trascorsi in giallonero sembrano l'inizio della rinascita: addirittura 35 presenze e dieci reti nel 2014-15 sotto la guida di Peter Bosz.
Intanto a Lisbona lo Sporting si è ripreso: dopo la cura Jardim, è arrivato Jorge Jesus, a cui piacerebbe ripartire dal talento marocchino. Così l'ex tecnico del Benfica lo richiama alla base, convinto di poterlo sfruttare al meglio. E invece arriva una nuova delusione, perché Jesus non lo metterà mai in campo con la prima squadra.
Labyad gioca con le riserve in seconda divisione, dove però non sembra determinante. Neanche sei mesi di prestito al Fulham l'hanno rigenerato; anzi, l'allenatore dei Cottagers Slavisa Jokanovic è stato onesto a maggio 2016: «Nelle ultime settimane non è rientrato nei miei piani. Non si sta nemmeno allenando più con noi».
L'appendice finale di questa corsa a vuoto è stato il mercato estivo: nessuno ha bussato alla porta di Labyad, che alla fine ha optato per la separazione consensuale con lo Sporting, giunta il 31 agosto scorso. La tristezza pervade la sua carriera: anche il suo account Twitter ha avuto tre updates nel 2016 e sembra un talento irrecuperabile, nonché incupito su sé stesso.
Ma com'è stato possibile? Parliamo dello stesso giocatore che ha incantato in Olanda? Solo una questione d'ambiente o non c'è nulla oltre i confini Oranje? Oppure - come dicono in Portogallo - si è goduto un po' troppo la vita notturna di Lisbona? La dinastia è interrotta e chissà se e quando Labyad saprà riprendersi il suo posto nel mondo del calcio.

Zakaria Labyad, 23 anni, è svincolato dopo qualche anno allo Sporting Lisbona.

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