15.11.15

Veni, vidi, vinsi.

In Italia lo conosciamo più per altre cose. Spesso il suo cognome è stato utilizzato per indicare - almeno graficamente - l'epiteto più efficace per l'attaccante scarso. Ma Dragan Mrđa da qualche tempo se n'è andato dall'Europa. Da un anno si è trasferito a Saitama, dove sta facendo bene con l'Omiya Ardija. Anzi, ne sta diventando un idolo assoluto.

Mrđa con la Stella Rossa: solo tre stagioni al "Maracanà" di Belgrado.

Eppure il nome di Dragan Mrđa non è nuovo in Europa. Anzi, qualche soddisfazione se la sarebbe anche tolta. Serbo classe '84, Mrđa è cresciuto nella Stella Rossa, senza però imporsi in prima squadra. Fino a 24 anni, il nulla. Poi l'esplosione al Vojvodina: nonostante sette allenatori in due stagioni, l'attaccante è capo-cannoniere e MVP della stagione 2009-10.
Tutto è pronto per una crescita ulteriore in Svizzera: per tre anni gioca al Sion, Nella prima annata le cose van benino, finché non si distrugge un legamento crociato. Quando torna in condizione, la sua media-gol è buona (l'esperienza elvetica si chiuderà con 19 gol in 40 partite), ma si rifà male e poi finisce anche fuori rosa. Naturale la decisione di tornare in Serbia.
Il riscatto è arrivato nel 2013-14, quando Mrđa ha raggiunto il suo massimo rendimento europeo. All'alba dei trent'anni si è laureato capo-cannoniere del campionato nazionale (19 gol) e la Stella Rossa si è laureata campione nazionale dopo alcuni anni di supremazia del Partizan, l'altra grande squadra di Belgrado e del calcio serbo.
Mrđa non vede l'ora, ma poi lascia nell'estate del 2014. A sorpresa si trasferisce per sei mesi in Giappone e per di più all'Omiya Ardija, squadra di bassa classifica della J. League. Sembra una mossa incomprensibile, ma il motivo lo si capisce subito: l'Uefa ha escluso la Stella Rossa dalle competizioni europee. E un'altra annata di solo calcio serbo non si può fare.
Il tempo di ambientarsi a Saitama e Mrđa, alla prima con la nuova maglia, mette una doppietta contro i campioni uscenti del Sanfrecce Hiroshima. Il serbo regala nove gol in 18 gare, ma non basta per evitare la retrocessione dopo dieci anni di prima divisione. Tutti pensano che tornerà a breve in Europa. E invece no: Dragan ha deciso che vuole rimanere.
Mrđa è stato di parola: ha firmato un contratto di un altro anno, poi ha trascinato la squadra di Hiroki Shibuya, specie da quando l'Omiya ha preso la testa della classifica a maggio-giugno. Fondamentale la sua rete allo Yamaha Stadium contro il Jubilo Iwata, quando c'era il rischio di perdere il vantaggio accumulato fin lì in classifica.
Il punto più alto forse l'ha raggiunto ieri, quando ha deciso la penultima gara di campionato contro l'Oita Trinita. Sotto di 2-0, gli Squirrels dovevano rimontare e vincere per portarsi a casa la promozione diretta in J. League. Dopo aver dominato un campionato senza storia (specie nella prima parte), l'Omiya ha rischiato di buttare via tutto.
Per giunta, ha rischiato di farlo contro l'Oita Trinita, penultimo in classifica e quasi certamente condannato a un play-out inevitabile. Con due gol di svantaggio, ci ha pensato il numero 8 a rimettere la partita in pari. Poi siccome la J2 è pazza, allora un rigore ha dato la possibilità a Ienaga di ribaltare del tutto la gara, regalando la promozione all'Omiya.

Siamo a 28 gol in 55 partite giocate con l'Omiya: media-gol non male.

Ma non è che il rendimento di Mrđa si sia improvvisamente elevato: sin da quando è arrivato a Saitama, lui i gol li ha sempre fatti. La sua media-gol al NACK5 Stadium è impressionante: ormai abituatosi al ritmo del calcio giapponese, non è detto che non si ripeta anche l'anno prossimo, quando l'Omiya sarà di nuovo in J. League.
Ironico tra l'altro che lui, che ha anche partecipato a un Mondiale (quello disastroso del 2010), sia arrivato in Giappone. Già, perché la sua carriera con la Serbia racconta di 14 presenze e due reti. E quei due gol li ha segnati proprio al Giappone, in un'amichevole del 2010 al Nagai Stadium di Osaka. Il destino a volte è beffardo.
Proprio lui ha detto in occasione della sua presentazione all'Ardija: «Mi piace la cultura giapponese. Quando sono stato qui con la nazionale, sono stati tutti gentili: mi piacerebbe saperne di più. Voglio dare il meglio qui». E in effetti, nonostante i trent'anni ormai passati, Mrđa sembra ormai nella miglior fase della sua carriera.
Ora il pensiero vola all'anno prossimo: «Anche oggi non è stata facile, la J2 è molto dura. Abbiamo speso un anno per raggiungere quest'obiettivo e sono felice di gioire con i tifosi». Mrđa ha vinto la sua sfida: è l'imperatore di Saitama. Veni, vidi, vinsi.

Dragan Mrđa, 31 anni, imperatore del gol all'Omiya Ardija,

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