20.10.15

Un'eterna promessa?

Forse è arrivato anche per lui il momento di fare sul serio, di esplodere definitivamente. Il suo nome gira da diversi anni nell'ambiente del calcio inglese, ma gli è sempre mancato lo spazio adeguato per stabilirsi da qualche parte. Ora Jack Butland sente di avere la fiducia dello Stoke City e a 23 anni può finalmente lasciarsi dietro quella fastidiosa etichetta: la promessa.

Dopo due anni d'attesa, Butland è titolare allo Stoke City.

Di promesse ce ne sono state già diverse: quello a cui stiamo assistendo oggi è invece la crescita definitiva di un ragazzo che ha tutto per diventare quello che manca all'Inghilterra dai tempi di David Seaman, ovvero un portiere affidabile e continuo. Ci sarebbe Joe Hart, ma a parte un ingaggio faraonico gli manca molto altro per imporsi.
Un'altra etichetta calza molto bene a Butland: quella di predestinato. A 14 anni viene ingaggiato dal Birmingham City, all'epoca una squadra che fa l'ascensore tra la Championship e la Premier League. I tifosi capiscono subito che hanno di fronte un piccolo prodigio e difatti Butland viene premiato come giovane dell'anno al "St. Andrew's".
Un infortunio alla mano gli impedisce di esordire da minorenne, ma comincia una costante nella sua carriera: i tanti prestiti. Il Birmingham lo manda al Cheltenham Town, in League Two, dove Butland in due stint colleziona 24 presenze. Si racconta che almeno 52 scout siano stati a Wheddon Road per visionare il ragazzo nel 2011-12.
Ormai è arrivato il tempo di imporsi in casa: il Birmingham lo richiama e nel 2012-13 lo lancia come titolare a meno di vent'anni. Saggia mossa, perché i primi sei mesi di quella stagione vedono Butland assoluto protagonista: non ci vuole molto perché qualcuno si accorga del suo talento. L'affare arriva nel gennaio 2013, quando Butland sceglie lo Stoke City.
Un affare da cinque milioni di euro, che aiuta il Birmingham con le sue difficoltà finanziarie. Il portiere rimane fino a fine stagione: i veri problemi giungono all'arrivo del ragazzo allo Stoke, dove ci sono già due portieri di un certo livello. Con Begović e Sørensen a sbarrargli la strada, Butland ricomincia a girare per l'Inghilterra.
Nel 2013-14 gioca in tre squadre: tre brevi apparizioni con lo Stoke in campionato (dove fa intravedere qualcosina...) in mezzo ai due prestiti in Championship con Barnsley e Leeds. L'anno scorso, visto il poco spazio, si è trasferito per un mese al Derby County. Quando Begović si trasferisce al Chelsea per fare il secondo, Butland diventa finalmente il titolare allo Stoke e conquista la fiducia di Mark Hughes.
Non è un caso se quest'anno ha già collezionato più presenze in Premier rispetto alle due annate precedenti messe insieme. Le cose vanno talmente bene che persino gli avversari lo celebrano su YouTube: il Norwich City ha portato a casa solo un punto contro lo Stoke qualche settimana fa, proprio grazie ai tanti interventi di Butland. Una performance che gli è valsa il premio di Man of the match.

Qualche motivo di ottimismo c'era già ad agosto. Figuriamoci adesso.

Ovviamente anche il discorso della nazionale è importante per Butland, che si è fatto tutta la trafila giovanile con i Tre Leoni. Con l'U-17 è stato campione europeo nel 2010, un torneo nel quale viene inserito anche nella formazione ideale. All'attivo ha anche una partecipazione al Mondiale U-20 nel 2011 e all'Europeo U-21 nel 2013.
Poi è arrivata la grande chance di Londra 2012, dove Butland è stato il portiere titolare della selezione britannica. Il sogno era di vincere l'oro con una squadra che comprendeva anche Ryan Giggs e Gareth Bale, ma la Gran Bretagna è stata eliminata nei quarti di finale, dove la Corea del Sud (poi terza) ha avuto la meglio ai rigori.
Un caso particolare il suo, perché il 2012 è stato l'anno in cui Butland si è fatto conoscere al grande pubblico. Lui è stato l'unico di quella selezione olimpica scelto tra i giocatori che avevano partecipato all'Europeo dello stesso anno. Già, perché Roy Hogdson non si era fatto spaventare dalla giovane età e l'aveva portato in Ucraina e Polonia come terza scelta.
L'esordio è arrivato contro l'Italia in un'amichevole nel 2012: una presenza con la quale è diventato il più giovane portiere a presenziare tra i pali dell'Inghilterra, battendo un record del 1888! Poi il nulla. I tanti prestiti e le poche partite giocate in Premier non gli hanno permesso di confermarsi in nazionale, fino alle ultime settimane.
Roy Hogdson l'ha inserito tra i convocati per le ultime due gare di qualificazione a Euro 2016, dove l'Inghilterra aveva già il biglietto in mano per la Francia. La seconda presenza è arrivata a Vilinus contro la Lituania: un 3-0 senza incassare reti e che ha permesso agli inglesi di chiudere la campagna di qualificazione da imbattuti.
Ora Butland spera di avere qualche chance in più, anche se il titolare è proprio quel Joe Hart con cui ci sono tanti punti in comune. Il 28enne portiere è infatti esploso anche a lui a Birmingham, nel 2009-10, quando era in prestito dal Manchester City. E anche lui è stato considerato a lungo una promessa forte, ma non totalmente esplosa. Butland è stato chiaro: «Hart? Credo sia intoccabile, ma io continuerò a lavorare per fargli pressione». Che sia finito il tempo dell'eterna promessa per Jackie?

Jack Butland, 22 anni, promessa del calcio inglese. Tempo di sbocciare?

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