10.10.15

Miracolo a Belfast.

Sono passati quattro anni dalla conclusione delle qualificazioni a Euro 2012. Allora l'Irlanda del Nord era una realtà secondaria del calcio europeo. All'epoca la Norn Iron aveva concluso il girone C con appena nove punti e due vittorie. Quattro anni dopo, l'allenatore succeduto a Nigel Worthington ha portato la squadra a Euro 2016. Da prima in classifica.

Steven Davis, 30 anni, il capitano: doppietta contro la Grecia.

Se oggi a Belfast si festeggia la prima storica qualificazione alla competizione continentale, lo si deve a una ristrutturazione che ha permesso all'Irlanda del Nord di festeggiare questo traguardo. La nazionale è sopratutto formata da giocatori esperti, ma qualche innesto è stato importanti nell'ultimo quadriennio (McNair, Norwood, Jamie Ward).
Basti pensare che a giugno il ct si è ritrovato a convocare ancora Maik Taylor, 44 anni e in nazionale dal 1999 nonostante il portiere non avesse alcun legame con il paese. Eppure è stato uno dei più amati, ha un passato in Premier League e un presente da preparatore dei portieri. Che non gli ha impedito di esser convocato per il match contro la Romania.
Il genio dietro questa esplosione è Michael O'Neill, 46enne di Portadown. Da giocatore aveva vestito la maglia della nazionale per otto anni, poi si è fatto conoscere in panchina. Prima manager del Brechin City in seconda divisione scozzese, poi dello Shamrock Rovers in Irlanda. Ancora oggi il suo nome è ricordato da quelle parti.
Non solo titoli nazionali, ma anche imprese europee: O'Neill ha reso lo Shamrock Rovers il primo club irlandese a raggiungere la fase a gironi di una competizione europea, grazie alla miracolosa vittoria nei play-off di Europa League contro il Partizan. Un 2-1 a Belgrado che ha avuto una risonanza storica.
Quando sembrava tutto pronto per il rinnovo, lui ha deciso per il ritorno a casa. Ct dell'Irlanda del Nord dal dicembre 2011, O'Neill ha rivitalizzato la squadra. Il suo esser cattolico in un paese protestante poteva creargli problemi, ma alla fine ha prevalso il campo. Perché i miglioramenti si sono visti sin dalle qualificazioni a Brasile 2014.
In quel gruppo F (strano: stessa lettera di Euro 2016), l'Irlanda del Nord ha strappato anche una vittoria contro la Russia e un pareggio in terra portoghese. Segnali che la consapevolezza della squadra stava crescendo. E si è visto in quest'anno: fortunati nel beccare un buon sorteggio, i nord-irlandesi hanno fatto un miracolo.
Miracolo sì, ma sorpresa no: i Green and White avevano ottenuto tre vittorie in altrettante gare: molti giocatori hanno confermato che la partenza a razzo è stata fondamentale. Il 2-0 in Grecia dell'ottobre 2014 ha fatto capire a tutti che i ragazzi nord-irlandesi avevano qualche chance. E la squadra di O'Neill se l'è giocata fino in fondo: già la partita contro l'Ungheria di settembre avrebbe potuto regalare la qualificazione, ma la festa è stata rimandata.
Il momento decisivo è arrivato giovedì: a Windsor Park è arrivata una Grecia senza vittorie, ultima e demotivata. Il primo gol di Steven Davis ha sbloccato la pratica, la rete di Magennis e il raddoppio del capitano hanno chiuso la contesa: 3-1 e tutti a Euro 2016. A Belfast si è festeggiato a lungo, anche perché sarà la prima partecipazione dell'Irlanda del Nord all'Europeo.

La partita della consapevolezza: l'Irlanda del Nord vince ad Atene per 2-0.

E pensare che il patrimonio calcistico dell'Irlanda del Nord è di rilievo. Potrei citarvi George Best, ma sbaglierei: con lui in campo, la Norn Iron non si era mai qualificata a Europeo o Mondiale. Tre le partecipazioni alla Coppa del Mondo, datate 1958, 1982 e 1986. Nonostante siano state solo delle comparsate, l'Irlanda del Nord ha lasciato qualche traccia.
Nel 1982, Norman Whiteside diventava il più giovane giocatore a disputare una partita del Mondiale: allora nel vivaio del Manchester United, Whiteside scese in campo a 17 anni e 41 giorni. Tra il 1982 e il 1986, il capitano delle spedizioni nord-irlandesi era Pat Jennings, che ha smesso a 41 anni e ha collezionato ben 119 presenze con la nazionale.
A O'Neill va dato il merito di aver creato anche un po' di futuro. Questa nazionale ha un'età-media altissima e l'addio di David Healy (bomber, 36 gol in nazionale) è stato difficile da digerire. Eppure lui ha creato un gruppo unito: basti pensare che la Norn Iron è riuscita in un'impresa: come l'Islanda, si è qualificata pur essendo stata inserita in quinta fascia nel sorteggio di due anni fa.
Il tecnico non può che esser felice: «Quando acquisisci la consapevolezza che nel calcio tutto è possibile e hai un gruppo di ragazzi di questo genere, puoi credere di fare qualsiasi cosa. Per me è un piacere allenarli ed esser parte di quest'esperienza». C'è chi propone il cavalierato per il ct, ma adesso è tempo di pensare a Euro 2016.
La squadra si prepara alla trasferta francese con un gruppo che vedrà questo viaggio come un premio alla carriera: i portieri hanno un'età-media di 34 anni, stessa media per la difesa (se escludiamo il giovane McNair), mentre davanti c'è più gioventù. In tutto questo ci sono alcuni giocatori fondamentali: su tutti Kyle Lafferty, sette gol in queste qualificazioni e una fama da don Giovanni arrivata fino a Palermo.
Ed è strano anche osservare la geografia britannica del calcio, che vede una rivoluzione. Ci si aspettava che solo l'Inghilterra potesse farcela per Euro 2016. Al massimo una tra Scozia e Irlanda. Invece, proprio la Scozia rischia di essere l'unica britannica a non esserci in Francia. Stasera il Galles potrebbe centrare la qualificazione, mentre l'Irlanda del Nord festeggia. Il miracolo di Belfast è ormai storia.

Michael O'Neill, 46 anni, l'uomo che ha ribaltato il calcio nord-irlandese.

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