10.7.15

Un romantico ad Amburgo.

Quest'articolo è dedicato a chi pensa che il romanticismo non esista più nel calcio. A chi non crede più nelle scelte di cuore ed è convinto che ormai solo i soldi dominino in maniera sovrana. Salvo (spiacevoli) ripensamenti, Marcell Jansen ha deciso di concludere la sua carriera a 29 anni: «Se non posso più vestire la maglia dell'Amburgo, meglio ritirarmi. Non voglio baciare un altro simbolo».

Jansen segna al Mondiale 2010 il momentaneo 2-2 nella finalina contro l'Uruguay.

Questa semplice considerazione vale di per sé moltissimo. In un calcio nel quale il cambio di maglia è vissuto come semplice necessità per crescere, migliorarsi o anche solo prender più soldi, Jansen - non ancora trentenne - decide di dire basta. E non parliamo di uno dei giocatori più scarsi della Bundesliga, il cui addio non si sentirà, bensì di un ragazzo che ha all'attivo anche presenze con la nazionale tedesca.
Una carriera cominciata a Mönchengladbach, dove Jansen è cresciuto con la maglia del Borussia addosso: undici anni nel settore giovanile, tre con la prima squadra, con cui ha esordito in Bundesliga nel lontano 2004. Fu Dick Advocaat - uscito malconcio come ct dell'Olanda a Euro 2004 - a lanciare il giovane Marcell, inserendolo gradualmente tra i grandi. Nonostante un esordio difficile, l'infortunio di Christian Ziege ha dato un'altra chance al laterale mancino, che così si è potuto imporre con il club della sua giovinezza.
Da lì, è stata una continua crescita per Jansen. I miglioramenti l'hanno portato in nazionale, ma sopratutto a vestire la maglia del Bayern Monaco: nell'estate del 2007, i baveresi lo acquistano per dieci milioni di euro. L'esperienza all'Allianz Arena sarà in realtà un incubo: è difficile assicurarsi un posto in squadra. Da terzino sta esplodendo Philipp Lahm, mentre l'ala sinistra è Franck Ribery. Un infortunio alla caviglia mette fuori gioco Jansen, ormai in difficoltà a Monaco di Baviera.
Il terzino viene messo in panchina da Jurgen Klinsmann la stagione successiva: secondo l'allenatore del Bayern, le prestazioni di Jansen sono state insufficienti a Euro 2008. E così Marcell capisce che è meglio trasferirsi altrove. Qui cambia la storia della sua carriera, perché l'Amburgo lo preleva per otto milioni di euro. Un Amburgo ben diverso da quello a cui siamo abituati oggi. Altro che lotte per la salvezza: era l'HSV che gravitava in zona europea e sfiorava finali casalinghe di Europa League.
In questo cambio, anche Jansen ha avuto i suoi benefici: da terzino si è trasformato in ala offensiva o esterno di centrocampo. Inoltre, all'Imtech Arena Jansen è diventato un'istituzione con il passare del tempo. Un punto fermo, nonostante il club abbia optato per nove allenatori diversi da quando Jansen è un giocatore dell'HSV (e ho lasciato da parte i cinque ad interim...). Il che forse spiega anche le due retrocessioni rischiate in altrettante stagioni.
Tuttavia, Jansen ha collezionato diverse presenze ad Amburgo e ha persino raggiunto la doppia cifra di marcature nel 2009-10 (dieci reti in 37 apparizioni). Gli infortuni, però, non l'hanno mai lasciato tranquillo. Così è arrivato l'annuncio dell'a.d. dell'Amburgo, Dietmar Beiersdorfer: «Abbiamo parlato con Rafael e Marcell: abbiamo annunciato loro che non vogliamo prolungare i loro contratti». L'ultima partita disputata con l'HSV è una sconfitta sul campo dello Stoccarda. Purtroppo, Jansen era infortunato durante lo spareggio contro il Karlsruhe.


Ci ha pensato, ma alla fine Jansen ha deciso di dire basta: «C'erano molte buone offerte, ma andar avanti per forza non è una mia opzione - ha detto alla Bild - Sono allenato. Potrei sfruttare la free agency e strappare ancora un ottimo contratto, ma preferisco rinunciare ai soldi. Negli ultimi anni mi sono affezionato molto all'Amburgo. Continuerò a vivere qui e amerò per sempre questo club. Una nuova squadra? Non voglio mentire: non posso baciare un altro simbolo all'improvviso. Non sarebbe giusto».
Una sincerità disarmante per chi ha comunque alle spalle più di duecento gare in Bundesliga, trenta in competizioni europee, nonché uno score di 45 presenze e tre gol con la Nationalmannschaft. Jansen ha partecipato a due Mondiali e un Europeo tra il 2006 e il 2010, rischiando persino di esserci nella rosa per il Mondiale 2014: è stato tagliato all'ultimo. Jansen è un simbolo per la città di Amburgo, impegnato in diverse iniziative (come l'"Hamburger Weg" e il "Mathe macht das Tor").
Questo è solo un altro colpo alle (poche) sicurezze dell'Amburgo. Gli anseatici hanno rischiato per due anni di fila la retrocessione, salvandosi con un colpo di coda nei play-out. Quest'estate hanno già perso Rafael van der Vaart (andato al Betis) e Heiko Westermann (con cui non si è trovato l'accordo per il rinnovo del contratto). L'HSV ha perso i suoi "tre capitani" e ora si ritroverà ad affrontare questo 2015-16 da capo.
Finora lo svizzero Johan Djourou - il candidato alla pesante successione - non si è dimostrato proprio un leader affidabile. Se da una parte potrebbe essere una mossa necessaria, dall'altra essere senza punti di riferimento non farà bene al club. In compenso, avranno un tifoso in più. Un romantico che ad Amburgo si trova benissimo.

Marcell Jansen, 29 anni, si ritira dopo l'addio all'Amburgo.

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