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Memo, dove sei?

Nel mese di giugno, lui e Keylor Navas (un altro che non se la sta passando bene, ma al Real Madrid) avevano il mondo ai piedi. Insieme a Neuer, sono stati senza dubbio i migliori portieri del Mondiale 2014. Eppure, oggi Guillermo Ochoa passa il tempo a far panchina al Malaga e ha giocato solo sei gare stagionali, tutte in coppa. Com'è stato possibile?

Ochoa con il Messico all'ultimo Mondiale: fu una saracinesca.

Memo ha una storia importante alle spalle: classe '85, Ochoa è un prodotto del vivaio dell'América di Città del Messico, una delle più forti compagini messicane. Viene lanciato in prima squadra da Leo Beenhakker a soli 18 anni e si dimostra uno dei migliori prospetti nazionali nel ruolo. Tuttavia, quando Oscar Ruggieri diventa il tecnico del club, decide di comprare un altro portiere, quel Saja già visto al Brescia. Tuttavia, critica e tifosi stanno dalla parte di Ochoa, che alla fine torna titolare e giocherà ben 292 partite con la maglia de Las Águilas.
Il 2011 è l'estate giusta in cui partire. C'è tanta attenzione su di lui: "Metro" riporta che il Manchester United avrebbe un accordo con l'América. Ma in realtà l'estremo difensore sceglie una meta più tranquilla: l'Ajaccio, appena promosso in Ligue 1. In Corsica l'apporto di Ochoa sarà fondamentale per tenere il club nella massima divisione francese: un 16°, un 17° posto e la retrocessione dell'anno scorso in tre anni passati allo Stade François Coty. Il messicano saluta la Francia, ma il club corso gli dedica una lettera dal titolo "Adios, amigo". Insomma, Guillermo ha lasciato il segno nel cuore dei tifosi dell'Ajaccio.
Il 2013-14 di Ochoa è stato pazzesco: vero che YouTube fa passare giocatori normali per fenomeni, ma ci sono anche dati che aiutano a contestualizzare la grande annata del portiere messicano. Secondo i dati Squawka relativi alla scorsa stagione, Ochoa è stato uno dei migliori portieri in Europa. Si ricorda la sua prestazione contro il PSG di Blanc al Parco dei Principi: se l'Ajaccio strappa un pareggio contro i campioni uscenti in quella gara, il merito va solo al messicano.
A questo si aggiunge il rendimento all'ultimo Mondiale. Il Messico ha fatto bene, stoppato il Brasile sullo 0-0 e passato il girone con sette punti. Negli ottavi contro l'Olanda, El Tri era sull'1-0 fino a due minuti dalla fine. Poi qualche ingenuità e una sassata di Sneijder hanno cambiato la gara in favore degli Oranje. Al terzo Mondiale, Memo è stato promosso a titolare. La grande tradizione dei portieri messicani - Oswaldo Sánchez e Óscar Pérez - non gli ha permesso di giocare prima, ma si è preso una rivincita con gli interessi. Man of the match contro Brasile e Olanda, Ochoa è stato persino nei trending topic di Twitter durante quelle gare.
Quando ha dovuto scegliere la squadra in cui andare, Ochoa ha aspettato: è stato a lungo un free agent, finché ad agosto 2014 non ha deciso di trasferirsi in Spagna. Al Málaga avevano bisogno di un sostituto dopo la partenza di Caballero verso il Manchester City. Ottimo acquisto per gli andalusi, perché il rubinetto dei soldi qatarioti è stato chiuso e intuizioni del genere aiutano. Tuttavia, il tecnico del Málaga, Javi Gracia, ha sempre preferito l'esperto ma discontinuo Kameni al Memo. E così Ochoa a oggi ha solo sei presenze con Los Boquerones, tutte in Copa del Rey. In Liga nemmeno un minuto, nonostante sembra il campionato più adatto per le sue capacità.


Questa esclusione influisce anche sulle possibilità di Ochoa in nazionale, perché ora sullo sfondo spunta l'ennesimo contender per il posto da numero 1 nella Tri. Stavolta tocca a Jesús Corona, forse il migliore sfidante di Ochoa in questi anni. Personalmente lo ricordo alle Olimpiadi di Londra 2012, dove il Messico vinse l'oro e l'apporto dell'esperto Corona (fuori quota a quel torneo) fu fondamentale. Ora il portiere del Cruz Azul vuole approfittare delle difficoltà di Ochoa in Spagna e ha tirato fuori una prestazione fenomenale contro l'Ecuador in amichevole.
Tuttavia, Memo è abituato alle difficoltà. Nonostante nel 2014 sia stato decretato dall'Iffhs il settimo miglior portiere al mondo, il messicano ora è ai margini. Come lo è stato all'América nei suoi inizi. Oggi però la cosa non avviene nel prato di casa, ma in Spagna. In un ambiente che sembra per altro molto ostile. E neanche con il collega Kameni le cose vanno benissimo. Come ha spiegato il camerunense a "So Foot": «Non c'è nessuna relazione tra noi. Dalla seconda partita non ci siamo più scambiati una parola».
Ora il messicano spera che La Rosaleda non diventi una prigione. E che nessuno si dimentichi di lui dopo quello straordinario Mondiale. Il ct del Messico Herrera si è lamentato del suo poco minutaggio e il Liverpool aveva pure fatto un'offerta, ma Ochoa - descritto come uno straordinario professionista in Spagna - non molla. Non vuole mollare. Viene da dire però che in Italia uno così farebbe comodo a 3/4 della Serie A. Spero tra qualche mese di non parlare di un Memo scomparso: in fondo, a luglio c'è la Gold Cup con il Messico. Si spera.

Guillermo Ochoa, 29 anni, e la scelta sbagliata del Málaga.

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