30.4.15

Davide ha vinto.

A Carpi saranno dispiaciuti per Lotito. Nonostante le speranze del patron laziale, gli emiliani sono in Serie A. La festa è partita dopo il pareggio interno contro il Bari. Un brutto 0-0, ma che è valso la promozione. Il giusto risultato per una stagione straordinaria, forse una delle vere sorprese della Serie B da qualche anno a questa parte.

Fabrizio Castori, 60 anni, allenatore del Carpi dei miracoli.

Un evento che qualche anno fa sarebbe stato impensabile. In 106 anni di storia, il Carpi Football Club non era mai arrivato così in alto. Nel 1996-97, il club aveva sfiorato per la prima volta la B, perdendo uno storico spareggio contro il Monza sul neutro di Ferrara. In quella squadra militavano Marco Materazzi e Matteo Pivotto, poi venduti a metà stagione. La società ha avuto alcune difficoltà finanziarie negli anni 2000, ma la fusione con la Dorando Pietri nel 2009 ha rimesso il Carpi sulla mappa dei professionisti nel 2010.
La B viene sfiorata nuovamente due anni dopo, quando il Carpi perde la finale dei play-off contro la Pro Vercelli al Braglia di Modena. L'esito finale sarà ben diverso nella stagione successiva: il Carpi torna nuovamente all'ultimo dei play-off, ma stavolta affronta la corazzata Lecce. I salentini sono i favoriti d'obbligo, ma nell'andata hanno la meglio gli emiliani, vittoriosi per 1-0. L'eroe è Mehdi Kabine, che segna il gol-vittoria e regala anche il pareggio al Via del Mare. La festa può partire per un'insperata promozione in B: è la prima volta del Carpi in cadetteria.
Dopo l'esordio al 12° posto, il 2014-15 del club biancorosso ha detto ben altro. Altra girandola di allenatori: se Fabio Brini aveva portato il Carpi in B e Beppe Pillon l'ha condotto alla salvezza, alla fine è arrivato Fabrizio Castori. Il tecnico sembrava fuori dal giro, invece ha fatto volare la squadra emiliana fin dalle prime giornate. Il Carpi ha il secondo miglior attacco (57 reti realizzate, solo dietro al Pescara), la miglior difesa (25 incassate) e ha fatto una striscia positiva di 13 risultati utili consecutivi tra ottobre e dicembre 2014.
E pensare che Fabrizio Castori non ha questa carriera scintillante alle spalle. Nonostante sia stato un allenatore vincente in C1 e tra i Dilettanti e ora venga incensato da chiunque, vanno ricordati i risultati di Castori nell'ultimo decennio. Dopo aver raccolto otto promozioni tra Serie C1 ed Eccellenza, il tecnico arriva finalmente in B. Se escludiamo il miracolo Carpi, l'unica esperienza positiva di Castori dell'ultimo decennio è il sesto posto a Cesena nel 2005-06. Nelle ultime otto stagioni, Castori ha registrato ben sei esoneri (tutti in B).
Tuttavia, ora è arrivato il suo momento di gloria e nessuno glielo toglierà. Famosa una sua frase che inquadra bene la difficoltà dell'emergere in provincia: «L'allenatore è come un sarto: deve cucire un abito con la stoffa che ha». Cultore del 4-4-2 e del 4-3-3, si ispira a due allenatori che hanno segnato la sua generazione: Arrigo Sacchi e Zdenek Zeman. Il suo Carpi si schiera con il 4-4-1-1, attento e pronto a partire in contropiede.
Classico modulo di chi deve salvarsi, ma non tutti hanno Jerry Mbakogu davanti e Lorenzo Lollo alle sue spalle. Quando il Carpi si abbassa di trenta metri, il nigeriano è pronto ad affondare le difese avversarie con la sua velocità. Lollo è stato finora un onesto mediano, ma Castori l'ha spostato a trequartista dopo la squalifica di Concas e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: è la miglior stagione della sua carriera.


Il tutto con buona pace di Claudio Lotito, al centro di una grande polemica per l'eventuale salita in A di due formazioni di provincia (fa i nomi di Carpi e Frosinone), il presidente della Lazio sperava nella promozione del Bologna piuttosto che di qualche realtà minore. E la toppa è venuta peggio del buco. Ma con buona pace del numero uno della Lazio e consigliere oscuro della Lega, è stato già spiegato come sia inutile incentrare il futuro della Serie A sui diritti tv prima di migliorare lo spettacolo.
Strano ma vero, i paragoni con l'Inghilterra si sprecano. Non so se sono stato l'unico a notarlo, ma il font dei numeri e dei nomi sulle maglie del Carpi è lo stesso che appare sulle casacche delle compagini di Premier League. La loro storia è particolare, una vera e propria fairytale alla inglese: se stessimo parlando di un club arrivato alla finale di League Cup (vedi il Bradford 2013), staremmo già sprecandoci in complimenti. Inoltre il passato di Castori rimanda a personaggi di cui è piena la storia del calcio inglese.
E c'è anche lo stadio, piccolo come quello di una formazione di Conference Premier (quinto livello del calcio britannico). C'è chi pone problemi per la casa del Carpi, il Sandro Cabassi, che può ospitare solo 4164 persone. Per fare un paragone proprio con le formazioni della Conference Premier, solo tre delle 24 partecipanti hanno uno stadio più piccolo di quello degli emiliani. Lo stadio verrà ampliato di 3000 posti nei prossimi due anni, ma è probabile che il Carpi torni a giocare al Giglio di Reggio Emilia per il 2015-16, oggi conosciuto come Mapei Stadium. La formazione biancorossa vi è già stata ospite durante il 2011-12, quando il Cabassi era in ristrutturazione.
La rivalità calcistica in Emilia-Romagna è molto forte. La Serie A ha visto molte formazioni da quella regione disputare il massimo campionato italiano. Con il Parma in fallimento e il Bologna forse incapace di tornare in A dalla porta principale, il Carpi fa notizia. E se il Sassuolo si mantiene in A brillantemente e si fa comporre da Nek il nuovo inno del club, il Carpi si rivolge a Paolo Belli e punta a stupire tutti nella prossima stagione. Le due squadre della provincia di Modena si sono già sfidate nell'estate scorsa: finì 2-0 per i biancorossi con una doppietta di Mbakogu.
La storia del Carpi insegna comunque che in provincia si può ancora fare calcio in una certa maniera. Questa promozione non è frutto solo del lavoro di Castori e dei suoi ragazzi, ma anche del presidente Caliumi, del d.s. Giuntoli e di tutta la gente che ha fatto così bene in Emilia quest'anno. Ora Davide - oltre ad aver sconfitto Golia (Bologna, Catania e compagnia bella) - è pronto a sfondare in Serie A. Chi ha detto che sono già spacciati? Il miracolo Chievo non vi ha insegnato nulla?

Jerry Mbakogu, 22 anni, a segno per 14 volte in questa Serie B.

Nessun commento:

Posta un commento