18.2.15

Professione goleador (ma non è solo quello).

Lo spirito di Dixie Dean incastonato nel corpo di un robusto e arcigno difensore. Nazionalità serba, un passato nel calcio russo e un presente più che inquadrato in Premier League. Dopo Franz Beckenbauer, lo definirei il difensore con il senso del gol più spiccato mai visto in vita mia. Anche ieri Branislav Ivanović ha timbrato il cartellino: la sua quinta rete stagionale è valso l'1-1 negli ottavi di Champions sul campo del PSG.

Ivanović ha deciso la finale di Europa League 2013 con un suo gol al 93'.

Nei miei ricordi personali, la prima volta che ho visto Ivanović - guarda caso - è proprio mentre segnava un gol. Era l'estate del 2007, quando ancora si giocava la Russian Railways Cup: allora il serbo vestiva ancora la maglia della Lokomotiv Mosca e realizzò una rete contro il Milan campione d'Europa uscente di Ancelotti. Lo stesso tecnico che, qualche anno dopo, ne avrebbe scoperto l'incredibile utilità in campo.
Ivanović è stato uno dei pochi talenti serbi a uscire da una squadra che non fosse il Partizan o la Stella Rossa, bensì l'OFK di Belgrado. Da lì, il viaggio verso Mosca e poi verso Londra, dove è arrivato nell'inverno del 2008 per 13 milioni di euro. Tuttavia, Avram Grant - l'allora tecnico del Chelsea - lo trova fisicamente fuori forma. Mentre i Blues perdono la loro prima finale di Champions League, Ivanović non mette mai piede in campo nei primi sei mesi a Stamford Bridge. Dopo Grant, sulla panchina del Chelsea c'è Scolari, titubante nel far giocare Ivanović come terzino (dove preferisce Bosingwa). E anche da centrale non lo convince. Finché rimarrà Felipao, il serbo non vedrà molto campo.
Il difensore viene cercato con insistenza dalla Fiorentina, ma decide di rimanere a Londra. Tutto cambia quando arriva Guus Hiddink, che invece di Ivanović si fida e comincia a schierarlo con regolarità. Tanto che il serbo segna due reti nel doppio confronto dei quarti di finale contro il Liverpool in Champions League. Una titolarità che il serbo non perderà più: mai sotto le 41 presenze a partire dal 2009-10. Ancelotti, Villas-Boas, Di Matteo, Benitez e Mourinho non hanno mai rinunciato a uno così.
Del resto, perché farlo? Branislav Ivanović fa il difensore, ma nel tempo libero si diletta in avanti. E i dati confermano che è fondamentale nell'economia del Chelsea, specie quando conta. Il difensore serbo ha segnato 30 reti e fornito 28 assist da quando è arrivato a Stamford Bridge: numeri notevoli, specie per un giocatore del reparto arretrato. In più di un'occasione, il serbo è stato decisivo: il ricordo corre alla finale di Europa League ad Amsterdam nel 2013, quando una sua capocciata al 93' regala la coppa al Chelsea in finale contro il Benfica.
Accanto al talento da goleador, però, c'è anche un certo fuoco in campo. Ivanović è stato vittima del morso di Suárez in un Liverpool-Chelsea di due anni fa, ma è stato anche colui che non più di qualche settimana orsono ha cercato di mordere a sua volta - con testata incorporata - James McCarthy dell'Everton. Per disegnare un profilo del difensore del Chelsea, basta citare le parole di Rahaam Sterling sul serbo: «Il giocatore più spaventoso contro cui abbia mai giocato? Sicuramente Branislav Ivanović. Non è cattivo, è solo che è un carrarmato!».


La cosa strana è che Ivanović ha sviluppato quest'attitudine da goleador in Inghilterra. Né quando giocava in patria, né a Mosca è stato mai conosciuto come qualcuno capace di buttarsi in avanti e segnare così tanto. Oggi invece è il difensore offensivamente più pericoloso della Premier League: sì, Squawka ci ricorda che Leighton Baines è meglio di lui, ma il terzino dell'Everton batte i piazzati. Nelle migliori cinque leghe europee, Ivanović ha tirato in porta solo meno di Naldo del Wolfsburg (29 a 35), ma anche qui va ricordato che il brasiliano tira le punizioni.
A Ivanović manca solo un po' di fortuna con la sua Serbia. Due volte secondo all'Europeo U-21, giocatore dell'anno nel 2012 e nel 2013, Ivanović ha disputato un Mondiale con la Serbia, quello sudafricano del 2010, andato malissimo. Dopo i tanti fallimenti, in patria si spera che l'Europeo del 2016 possa essere una piccola rivincita, magari partecipandovi. Finora le cose non stanno andando bene (un punto in tre partite), ma Ivanović - capitano della nazionale - spera che la sorte serba possa cambiare nelle prossime gare.
Con il Chelsea ha vinto tutto (sei trofei), ma ora il difensore non si vuole fermare. Proprio ieri è andato a segno contro il PSG. E di lui bisogna rammentare le parole di José Mourinho, che ha fatto di Ivanović una delle colonne della sua seconda avventura a Londra: «Non so se gli vengono riconosciuti i giusti meriti, ma non penso che se ne preoccupi molto. Lui sembra dirti: «Fammi giocare, datemi la maglia da terzino destro e tutto andrà bene». Sta giocando bene da molti anni». Alla domanda se fosse uno dei migliori acquisti del club, lo Special One ha detto sì. Come dargli torto. Ivanović di professione fa il goleador, ma non è solo questo.

Branislav Ivanović, 30 anni, colonna del Chelsea da ? stagioni.

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