16.2.15

Il pifferaio di Brema.

"Il pifferaio di Hamelin" è una fiaba dei fratelli Grimm. Lì si racconta di un pifferaio che sarebbe riuscito a disinfestare la città di Hameln dai topi nel 1284. Una storia secondo alcuni realmente accaduta. Se ci pensiamo, la figura di Viktor Skrypnyk in questo momento ci va molto vicino. Grazie a lui e all'aiuto di Torsten Frings in panchina, la stagione del Werder è cambiata. E sabato è arrivata un'altra vittoria, stavolta contro il lanciatissimo Augsburg.

Skrypnyk ha vinto una Bundesliga con il Werder nel 2004.

Il pifferaio è proprio Skrypnyk , l'uomo delle sorprese: in 13 gare, nove vittorie e 28 punti conquistati. Praticamente quasi tutti quelli fatti dal Werder in questa stagione, tanto che i verdi di Brema viaggiano al settimo posto in classifica con 29 lunghezze, insieme all'Hoffenheim. Inoltre, il Werder è reduce da cinque vittorie consecutive, che l'hanno lanciato nella parte sinistra della graduatoria. E pensare che i giorni di Robin Dutt non sembrano così lontani, quando la squadra di Brema navigava in zona retrocessione.
La situazione del Werder non è nuova: come Stoccarda e Amburgo, è una delle squadre che ha subito il rimescolamento delle gerarchie della Bundesliga. Grande compagine degli anni 2000 (un titolo e una finale di Coppa Uefa), dal 2010-11 è partita la sofferenza. I Grün-Weißen hanno disputato l'ultima annata in Champions League e poi hanno cominciato a collezionare stagioni incolori: un 13°, un 9°, un 14° e un 12° posto nell'ultimo quadriennio. E della magica squadra che faceva sognare qualche anno fa sono in pochi a esser rimasti: capitan Fritz, il roccioso Prödl e il mediano Bargfrede. Degli Ailton e dei Pizarro nessuna traccia. Quest'anno le cose stavano andando anche peggio di quanto molti si aspettassero.
Robin Dutt - l'uomo che ha sostituito Thomas Schaaf (investitura pesante) - ha avuto un 2013-14 mediocre, ma si sperava potesse trascinare la squadra anche quest'anno alla salvezza. Invece il Werder ha fatto un mercato al risparmio e in Bundesliga questo può esser pericoloso. Via Ekici, via il simbolo Aaron Hunt, via il portiere Mielitz. In entrata, gli unici colpi da segnalare sono stati il bosniaco Hajrović e Bartels. Così nessuno si è stupito quando il Werder ha iniziato la stagione in maniera orrenda. Nelle prime nove giornate di Bundesliga non è arrivata neanche una vittoria (quattro sconfitte e cinque pareggi). L'unico successo fino a fine ottobre in gare ufficiali è arrivato nel primo turno di DFB-Pokal contro l'Illertissen, squadra di quarta divisione. E non è stato facile, visto che il 3-2 finale è giunto solo dopo i supplementari.
La testa di Dutt è volata e il board del Werder ha scelto la soluzione interna. Dentro Viktor Skrypnyk, uomo di fiducia al Weser Stadion. Classe '69, è arrivato in Germania nel 1996: otto gli anni spesi da giocatore con il Werder. Anzi, l'ucraino si ritirò vincendo campionato e coppa di Germania. Poi nove stagioni da allenatore delle giovanili del club, un anno da tecnico della seconda squadra e infine la promozione ai grandi. Nessuno si aspettava nulla di che, ma il buon vecchio Skrypnyk aveva pronta la sorpresa.

Franco Di Santo, 25 anni, sta esplodendo quest'anno.

L'ucraino non si è scomposto. Ha ottenuto subito tre vittorie consecutive tra campionato e DFB-Pokal, dimostrando che poteva rimettere in sesto la squadra. Poi la striscia straordinaria iniziata a dicembre e che sta continuando nel girone di ritorno: nelle ultime cinque gare il Werder è la squadra che ha fatto più punti, nelle ultime 10 sarebbe da Champions. E intanto Skrypnyk si è liberato anche di Eljero Elia, un corpo indesiderato in casa Werder insieme ad Arnautovic, che però ha lasciato Brema nell'estate 2013. Il tecnico ucraino ha persino incassato i complimenti di un certo Lothar Matthaus.
Come ha evidenziato Squawka qualche giorno fa, i motivi del cambiamento sono sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto l'esplosione improvvisa di Zlatko Junuzović, che ha anche rinnovato il suo contratto con il Werder fino al 2018. Maestro dei calci piazzati, l'austriaco quest'anno ha messo a segno 4 gol e realizzato 8 assist (nonché 42 passaggi-chiave). Insieme a lui, l'altro punto di riferimento è Franco Di Santo: l'attaccante italo-argentino ha fatto vedere lungo la sua carriera qualche sprazzo di talento, ma è mancato sempre il grande salto. Nel 2014-15 sembra esser arrivato il suo momento: 10 gol in 14 gare, una media ottima e la consapevolezza di poter essere decisivo anche in Bundesliga.
Insieme a loro due, va ricordata la maturazione di giocatori come Bartels (utilissimo quanto sottovalutato), la maturazione di Lukimya e l'esplosione - non improvvisa - di un talento giovane e dalla classe cristallina come David Selke. Il numero 27 del Werder è stato il capocannoniere dell'Europeo U-19 disputato la scorsa estate (ve ne avevo parlato qui) e il club l'ha fatto giocare subito. Senza dimenticare l'acquisto di Vestergaard dall'Hoffenheim a gennaio: il danese - appena arrivato - ha permesso di rinforzare la difesa e il Werder ha preso appena quattro gol da quando è arrivato a Brema.
Insomma, Viktor Skrypnyk come il nuovo Thomas Schaaf? Potrebbe essere. Non tanto per i risultati, perché quello che ha fatto l'uomo di ? è difficilmente replicabile, con quarant'anni spesi nello stesso e unico ambiente. Più ripetibile invece è la scalata. La squadra non sembra straordinaria, ma con i giusti aggiustamenti tutto è stato più facile. E la sua percentuale di vittorie sinora è del 69,33%: non male. Se n'è accorta anche la dirigenza del Werder, che gli ha rinnovato il contratto fino al giugno 2017. Ma il merito di Skrypnyk è sopratutto uno: aver restituito ai tifosi del Werder quella squadra dal gioco offensivo che per anni ha fatto vedere grandi cose al Weser Stadion. E il "pifferaio di Brema" non ha certo intenzione di fermarsi qui.

Viktor Skrypnyk, 45 anni, l'uomo al comando del super-Werder.

Nessun commento:

Posta un commento