14.12.14

J-LEAGUE RESUME 2014: Gamba's treble (Parte II)

Buongiorno a tutti: ci siamo. Eccoci qui con il recap della stagione 2014 del calcio giapponese. Indubbiamente è stato un anno ricco di emozioni: tante le rivelazioni di questo campionato, specie nell'F.C. Tokyo di Massimo Ficcadenti. Tanti i manager che si sono meritati i titoli dei media, anche in J2, dove costruire miracoli non è facile. Nelsinho Baptista saluta Chiba e i Reysol con un grande risultato, ma forse rimarrà in Giappone. Si è giocato la prima stagione di J-League 3 (Zweigen Kanazawa campione) e il primo spareggio retrocessione della J2. Infine, salutiamo la J-League per come l'abbiamo conosciuta nell'ultimo decennio. Pronti per la seconda parte del recap?





Rivelazione
Yoshinori Muto
Del ragazzo dell'F.C. Tokyo ho già parlato in un articolo di "Road to Japan". Tuttavia, è sempre bene ricordare il potenziale del 22enne fantasista, che si è preso un posto di riguardo nella Nippon Daihyo di Aguirre. Nella stagione 2013 aveva collezionato appena una presenza; l'anno dopo il suo score è diventato di 37 presenze e 14 reti, più un gol anche in nazionale contro il Venezuela. Il 2015 sarà l'annata più importante: come insegna il mercato economico, il prodotto più difficile da trovare non è quello che esploda, ma quello capace di confermarsi.

Kosuke Ota
Sembra strano piazzare un terzino tra le rivelazioni di quest'anno, in un ruolo dove per altro la nazionale giapponese non ha nulla da invidiare agli altri (Nagatomo, Uchida, Gotoku e Hiroki Sakai i "titolari"). Tuttavia, la crescita di questo ragazzo non è passata inosservata ad Aguirre, che l'ha inserito già in diverse partite della nazionale giapponese. Ora è pure in corsa per un posto tra i 23 della Coppa d'Asia. Kosuke ha anche qualcosa che rimanda a Holly & Benji. L'F.C. Tokyo farà bene a tenerselo stretto: sarà anche l'ultimo protagonista della mia rubrica "Road to Japan" nel 2014.


Cristian Nazarit & Yuki Horigome
Si sono conquistati la ribalta della J-League 2, pur entrambi militando in squadre di media-bassa classifica: il primo nel Gifu, il secondo in prestito all'Ehime F.C. dal Ventforet Kofu. Nazarit è un attaccante colombiano alla prima esperienza giapponese: cresciuto nell'América de Cali, sembrava ormai sul viale del tramonto nonostante i soli 24 anni d'età. Non segnava neanche nella B colombiana. Poi l'arrivo a Gifu e in 17 gol in 34 partite: non male. L'anno prossimo giocherà nel Consadole Sapporo e formerà un ottimo duo d'attacco con Ken Tokura. Diversa la storia di Horigome: classe '92, ha già esordito in J1 con la maglia del Ventforet nel 2011. L'anno scorso in prestito al Roasso Kumamoto, nel 2014 è stato in prestito a Ehime (45 presenze e otto gol stagionali) A Kofu potrebbe far bene: tutto dipenderà dal club, che deve ancor far sapere se il ragazzo tornerà alla base per il 2015.


I manager dell'anno
Sono solito premiarne uno, ma è stata una stagione talmente positiva per alcuni allenatori che non ho potuto fare a meno di menzionarne cinque: è stato un 2014 molto particolare per i tecnici del panorama calcistico giapponese.

Hiroshi Jofuku
Il manager del Ventforet Kofu ha costruito qualcosa di straordinario: salvare quella squadra era data come impresa impossibile. Molti dei pronostici affermavano come il Ventforet fosse da ritorno sicuro in J2 dopo la prima salvezza, nonostante il club fosse stato ben guidato da Jofuku alla promozione. Eppure la squadra ha tirato fuori una gran stagione: basti pensare alle vittorie contro Yokohama, Kashiwa, Sagan e Sanfrecce. Ci sono stati momenti difficili, ma la salvezza è arrivata addirittura con qualche giornata di anticipo: merito di un finale da 13 punti in sette match. Il tecnico ha già fatto sapere di aver rifiutato la proposta di rinnovo, quindi Jofuku non rimarrà a Kofu per la quarta stagione consecutiva: vediamo quali sfide gli porterà il futuro. Il Sagan Tosu sembra la squadra più vicina a lui per il 2015.


Nobuhiro Ishizaki
Se il Montedio Yamagata riabbraccerà la J-League dopo tre anni e ha potuto affrontare una finale di Coppa dell'Imperatore, il merito è sopratutto di questo signore di 56 anni. Ex allenatore proprio del Montedio - con cui aveva iniziato la sua carriera in panchina - Ishizaki ha fatto il suo in questi anni. Ha riportato il Kashiwa Reysol e il Consadole Sapporo in J-League, poi è finito in Cina, dove ha fatto l'allenatore dell'U-18 del Hangzhou Greentown sotto la guida dell'ex ct giapponese Takeshi Okada. Quando qualcuno gli ha proposto il ritorno a Yamagata dopo 16 anni, Ishizaki ha detto sì: il suo 3-4-3 e nove vittorie nelle ultime undici gare (comprese quelle dei play-off) gli hanno consegnato la promozione.

Kenta Hasegawa
Diciamo che il vero eroe di quest'anno è lui. Jokufu ha fatto un miracolo, ma un treble non è ignorabile. Hasegawa - nato e come cresciuto come bandiera dello Shimizu S-Pulse - era fuori dal giro da un po'. Forse qualcuno pensava che fosse profeta soltanto in patria; invece, il Gamba gli ha dato fiducia e lui l'ha ripagata alla grande. Rispetto alla retrocessione di due anni fa, ci sono quattro trofei in più e la squadra è più giovane e promettente per il futuro. E pensare che a maggio scorso il Gamba aveva ancora qualche problema di continuità ed era in zona retrocessione...


Cho Kwi-Jea
Attenzione, non solo Giappone sugli scudi per quanto riguarda i manager in J-League, ma anche Corea del Sud. In un anno funesto per il calcio sudcoreano, due tecnici si sono distinti notevolmente: il primo è Cho Kwi-Jea, che ha vinto il campionato di J-League 2 con il suo Shonan Bellmare. A Hiratsuka hanno visto la squadra risalire proprio sotto la sua guida già nel 2012, quando lo Shonan arrivò secondo in J2. L'esperienza in prima divisione è stata poi deficitaria, visto che il club è subito retrocesso. Ciò nonostante, la fiducia della dirigenza in Cho è rimasta. Risultato? Altra promozione, stavolta da primi classificati. Per altro, essa è stata raggiunta con 101 punti fatti e diverse giornate di vantaggio: questa si chiama programmazione.

Yoon Jung-Hwan
Per un manager sudcoreano che vince un campionato, ce n'è un altro che avrebbe potuto fare altrettanto. Agosto 2014: il Sagan Tosu conduce la J-League, giocando un calcio da cooperativa sociale e dimostrando che i soldi non contano. A guidarla c'è Yoon Jung-Hwan: ex nazionale sudcoreano, ha smesso di giocare proprio con il Sagan. Diventato prima allenatore delle giovanili, poi assistente, nel 2011 assume la guida del club. A Tosu fanno un salto quadriennale dal nono posto in J2 al primo in J1, compresa una semifinale di Coppa dell'Imperatore.
Tutto bene, se non fosse che - nello stupore generale - il Sagan e Yoon si separano l'8 agosto scorso. Non si capisce se è stato il club a licenziare il manager o quest'ultimo a lasciare, fatto sta che l'oggetto del contendere era il rinnovo per il 2015. La spiegazione del board è stata quella di una mancanza di fiducia dei giocatori in lui: strano per una squadra prima in classifica. Il Sagan Tosu ha concluso il campionato quinto, fuori anche dalla zona per la Champions League asiatica: qualche rimorso?


I casi di stagione

Welcome, J3
Il 2014 è stata l'occasione per inaugurare la terza divisione professionistica giapponese, la J-League 3. Un progetto che rientra nella voglia della JFA di creare tante leghe professionistiche in Giappone. La J-League è stata creata nel 1993, la J2 nel 1999: dopo 15 anni è arrivata anche la terza divisione, che per altro ha registrato un buon successo. Il primo club a vincere la categoria è il Zweigen Kanazawa, che l'anno prossimo avrà l'esordio in J2 al posto del Kataller Toyama. Infranti, invece, i sogni del Nagano Parceiro, che non è riuscito a superare il Katamatare Sanuki nello spareggio. Intanto, il Renofa Yamaguchi - promosso dalla JFL - è pronto ad abbracciare la J3. L'intento finale è quello di raggiungere una struttura simile a quella dell'attuale Lega Pro italiana.


Obrigado, Nelsinho 
Il Kashiwa Reysol chiude l'anno con un quarto posto che sembrava un miraggio pochi mesi fa: il finale della squadra è stato eccezionale (sette vittorie nelle ultime sette di campionato). Questo piazzamento porta il Kashiwa ai preliminari della Champions League asiatica 2015. Tuttavia, la notizia importante a Chiba è che Nelsinho Baptista chiude la sua avventura da manager dei Reysol. E per lui il finale è stato mozzafiato. Al di là dei risultati, rimarranno i suoi grandissimi meriti come manager. Quando è arrivato all'Hitachi Soccer Stadium, il Kashiwa è appena retrocesso, ma Nelsinho ha costruito una squadra capace di vincere la J2 e addirittura la J-League l'anno successivo. Nel 2012, la vittoria in Coppa dell'Imperatore; nel 2013 le semifinali della Champions League asiatica e la Nabisco Cup; nel 2014 il Suruga Bank Championship. Insomma, lascerà un buon ricordo, anche se dalla prossima stagione allenerà il Vissel Kobe.

Goodbye, J-League
L'altra annotazione è per il carattere della lega: dal 2015 la J-League tornerà al modello sudamericano, con dei mini-tornei come l'Apertura e il Clausura che si vedono in Argentina. L'ultima volta era stata nel 2004: una mossa sbagliatissima, decisa già nel 2013 e vista negativamente da diversi esperti. Io ne parlavo negativamente un anno fa: spero di sbagliarmi, ma ho qualche dubbio. Intanto, durante la stagione ci sono state diverse proteste con la 2-stage season: vedremo se la JFA ci ripenserà.

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