2.11.14

Come una macchina.

Sei vittorie nelle ultime sei gare tra Bundesliga, DFB-Pokal ed Europa League. Una panchina lunga e una squadra di far ruotare i suoi uomini senza risentirne. Un allenatore preparato, che ha fatto la gavetta e che ora è pronto a prendersi qualche successo ad alto livello. Siamo in Germania, ma non parliamo del Bayern Monaco. Anzi, ci trasferiamo in Bassa Sassonia, dove il Wolfsburg di Dieter Hecking sta facendo lustrare gli occhi a molti (a quattro punti dai bavaresi).

Alcuni protagonisti del Wolfsburg campione tedesco 2008-09.

Se uno guarda la storia della Bundesliga, si può dire che il Wolfsburg avrebbe sempre potuto fare molto più di quello che ha fatto. Pur avendo alle spalle un colosso commerciale come la Volkswagen, che è stata proprietaria del club fin dagli anni '30. A quei tempi, la squadra era composta da lavoratori dell'azienda motoristica, un po' come come l'Honda F.C. (attualmente in quarta divisione giapponese). Insomma, una corporate squad. Che però con gli anni ha puntato alla scalata del calcio tedesco. E ci sono anche riusciti.
Dopo un trentennio passato tra terza e seconda divisione, il Wolfsburg ha centrato la promozione in Bundesliga nel 1996-97. Molti pronosticato un immediato ritorno del club in cadetteria, ma i verdi riescono addirittura a piazzarsi a metà classifica. Dopo aver vivacchiato tra Europa e retrocessioni sventate durante gli anni 2000, la svolta arriva con l'ingaggio di Felix Magath sulla panchina del club. Il Wolfsburg diventa una squadra spendibile addirittura per il titolo, che arriva a sorpresa nel 2008-09: un'annata straordinaria, condita da tanti record. Mai nessuno aveva vinto dieci gare di fila dopo la pausa invernale, mai nessun club aveva avuto due giocatori con più di 20 gol in campionato (la coppia Grafite-Džeko: 54 gol insieme). E così arriva l'insperato successo.
Dopo l'addio di Magath, il Wolfsburg ha fatto fatica. Il club è tornato a metà classifica: qualche salvezza faticata, poche le soddisfazioni. Poi una piccola risalita nel 2012-13 e il quinto posto dell'anno scorso. Il merito dei buoni risultati dell'ultimo biennio va a Dieter Hecking. Fisicamente ricorda Walter Mazzarri, ma sopratutto ha il merito di aver dato stabilità a una società da sempre conosciuta per il suo patrimonio economico, ma mai sfruttato a pieno.
Ex medianaccio di professione, Hecking non ha mai giocato più in alto della seconda divisione. E proprio lì si è consacrato come allenatore: con il VfB Lübeck ha raggiunto la promozione in 2. Bundesliga. Lasciato libero nel 2004, Hecking si è trasferito sulla panchina dell'Alemannia Aachen, dove ha portato il club di nuovo in Bundesliga dopo 36 anni di assenza. Un mezzo miracolo, premiato con la chiamata dell'Hannover 96 (di cui è stato anche giocatore). E anche qui Hecking non si è smentito, piazzando il club sempre a metà classifica. A quel punto, il tecnico ha rassegnato le dimissioni dopo una brutta partenza nel 2009-10 ed è passato al Norimberga, dove ha condotto la squadra tranquillamente a salvarsi. Le sue performance non sono passate inosservate e così Hecking è stato chiamato al posto di Magath nel dicembre 2012 alla Volkswagen Arena. E da lì non ha più smesso di stupire.

Dieter Hecking, 50 anni, da due stagioni alla guida del Wolfsburg.

Il 4-0 di ieri a Stoccarda ha testimoniato - se mai ce ne fosse alcun bisogno - che il Wolfsburg punta almeno a riconfermare il quinto posto dell'anno scorso. Anzi, l'anno passato i Wölfe sono andati a sfiorare la Champions, persa sul campo del Bayer Leverkusen. Ma quest'anno si può fare meglio, anche perché il campionato tedesco sta dimostrando che le grandi dell'annata passata hanno dei problemini. Lo Schalke ha dovuto cambiare allenatore per risalire. Il Bayer Leverkusen è una squadra dal potenziale assoluto, ma fa fatica a esprimerlo con continuità. E il Borussia Dortmund versa in infortuni e risultati pessimi.
C'è spazio allora anche per il Wolfsburg, che sogna il ritorno in Champions League: i Wölfe c'erano già stati da campioni nazionale nel 2009-10, uscendo subito. Tornarci con una squadra più solida e non sfibrata (molti nell'estate post-titolo sarebbero voluti partire) sarebbe uno scenario migliore. Anche perché - come detto - l'organico è di primo livello, ha una panchina profonda e potrebbe sorprendere anche nell'Europa più grande. Quest'estate il club ha fatto gli acquisti giusti: Bendtner e Aaron Hunt a parametro zero, più il prestito Guilavogui dall'Atlético Madrid e l'arrivo di Jung dal Friburgo per due milioni e mezzo di euro. Inoltre, il Wolfsburg è stato bravo nel rilanciare tante stelle che avevano perso la retta via.
Ivica Olić non sembrava più utile a nessuno, eppure al Volkswagen Arena si è rilanciato. Luiz Gustavo ha ritrovato serenità in Bassa Sassonia, dopo le inquietudini e il poco tempo di gioco al Bayern Monaco. Ivan Perišić e Kevin De Bruyne sembravano due talenti incompleti, ma con Hecking sono diventati devastanti. Entrambi sono tornati in estate dopo un buon Mondiale dal punto di vista personale e lo hanno dimostrato in quest'inizio di stagione. Sopratutto il croato sembra un altro giocatore rispetto a quando arrivò in Germania e non sfigurerebbe affatto al Dortmund, dove Klopp ha deciso di lasciarlo partire un anno e mezzo fa senza tanti complimenti.
Negli altri ruoli non va così male. In porta c'è l'esperto Benaglio e la riserva Grün. In difesa ci sono Rodriguez, Naldo, Knoche e Jung, ma anche Schäfer e Träsch (forse il pacchetto di terzini più completo della Buli). A centrocampo la copertura è garantita proprio da Luiz Gustavo e Guilavogui, mentre nel 4-2-3-1 ci sono una marea di mezze punte pronte a fare il proprio lavoro. Davanti c'è Olić, ma Bas Dost è un'ottima alternativa. Con questa rosa il Wolfsburg può puntare al doppio bersaglio: posto in Champions e gloria in Europa League, dove il club è uno dei più forti della competizione. Chissà che alla Volkswagen Arena non ci sia nuovamente qualcosa da festeggiare a maggio. Per ora il Wolfsburg macina chilometri senza problemi. Come una macchina...

Ivan Perišić, 25 anni, una delle stelle del club della Volkswagen.

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