12.9.14

Fine dei giochi.

Brutta l'aria che si respira dalle parti di Montecarlo. Due anni fa si sognava il ritorno in Ligue 1 e l'Europa, ora si punta sul basso profilo. I monegaschi sono effettivamente tornati in Europa, ma stanno pensando di più al bilancio. Via Riviére, Falcao e sopratutto James Rodriguez. E nonostante un sacco di milioni incassati (siamo sui 140 potenziali, tra riscatti e prestiti), gli esborsi son stati pochi. Tutta colpa di una vicenda che col calcio c'entra poco...

Radamel Falcao, 28 anni, e l'ultima apparizione con il Monaco: ora è al Man Utd.

La mente corre al patron dell'Anzhi Suleyman Kerimov, di cui ho già parlato nell'agosto 2013. All'epoca, il numero del club del Daghestan ha chiuso i cordoni della borsa e ha venduto praticamente tutti, ripartendo dai vivai e dai giovani. Mossa nobile, ma poco lungimirante a stagione in corso. Specie se le cessioni si effettuano tutte di fretta: così l'Anzhi è addirittura retrocesso e all'attivo non rimane nessun trofeo dei due anni da spendaccioni sul mercato. Il rischio che il Monaco viva la stessa parabola non è così lontano.
E pensare che quando Dmitrij Rybolovlev, multi-milardario russo, arrivò nell'autunno del 2011, la squadra versava in pessime acque. Zona retrocessione, crisi finanziaria molto forte e la prospettiva di fare il doppio salto dalla Ligue 1 al Championnat National. Poi Rybolovlev si è insediato come proprietario e presidente del club monegasco, rilevando il 66% delle quote societarie. Vari acquisti e una decisa inversione di rotta hanno riportato il Monaco all'ottavo posto al termine del 2011-12. La promozione diventa solo una questione di tempo nell'annata successiva. Claudio Ranieri è il nuovo tecnico e il Monaco conquista il ritorno in Ligue 1 con qualche giornata d'anticipo, nonché la vittoria della cadetteria francese.
Per l'estate del 2013, Rybolovlev non ha badato a spese per rinforzare il suo Monaco. Tanto per fare un piccolo riassunto: nel Principato sono arrivati Radamel Falcao dall'Atlético Madrid per 63 milioni, James Rodriguez e João Moutinho dal Porto in un pacchetto valutato 70 milioni. Senza citare gli acquisti di Abidal, Ricardo Carvalho, Toulalan e Romero, più le aggiunte invernali di Berbatov, Lacina Traoré (mai visto con la maglia dei monegaschi) e Abdennour. Interessante notare come le uscite siano state tante, ma al Monaco non abbia fruttato nessun incasso, se non qualche risparmio sugli ingaggi.
Così l'anno scorso l'obiettivo era il terzo posto - ergo tornare in Champions, anche dalla porta secondaria - e Ranieri è riuscito persino a fare meglio. Nonostante i nove punti di distacco dal Paris Saint-Germain e i media (che speravano in un duello testa a testa con i parigini), il Monaco si è classificato secondo a fine campionato. Una posizione che ha permesso l'entrata diretta in Champions e che ha accelerato il piano di Rybolovlev, conscio di voler portare il club ai più alti livelli del calcio mondiale. Ma mentre a Montecarlo si fregavano le mani per il futuro (con Ranieri cacciato: il tecnico italiano non impara mai, come dimostrato qui), un tribunale svizzero ha deciso la fine della corsa per Rybolovlev e il suo progetto. E non parliamo di un'accusa criminosa dai risvolti misteriosi, bensì di un semplice divorzio, che è stato salatissimo per il magnate russo.

Leonardo Jardim, 40 anni e un altro miracolo da compiere. Stavolta a Montecarlo.

A decidere l'inversione di tendenza nelle spese del Monaco un caso giuridico più raro che unico: il divorzio di Rybolovlev con la moglie Elena. Secondo quanto stabilito dal tribunale di Ginevra, il magnate russo, infatti, dovrà corrispondere all'ex compagna ben tre miliardi di euro (!). L'equivalente di un terzo del patrimonio di Rybolovlev andrà perduto. E se gli avvocati della signora festeggiano per la loro percentuale, la separazione getta il club monegasco nei guai. Ed ecco spiegate tutte le cessioni messe in atto dal patron della squadra, che sognava di rendere grande il Monaco e ora deve ripiegare sulla sopravvivenza in Ligue 1.
C'è chi ha dipinto Rybolovlev come "un saggio che punterà sui giovani". Purtroppo, a differenza del caso di Kerimov-Anzhi, sembra la necessità a dettare tale linea. Se Kerimov ha deciso spontaneamente di affidarsi ai giovani ed evitare le spese folli per il suo club, a maggio - prima del divorzio dalla moglie - Rybolovlev puntava Mancini al posto di Ranieri e sperava nell'arrivo di Victor Valdes. Qualcuno addirittura ipotizzava i monegaschi su Cristiano Ronaldo. Altro che austerity spontanea e youth policy. Ma fatemi il piacere. Rybolovlev sa che il conto è salato ed è più facile (e giusto) sacrificare il Monaco piuttosto che il suo business nel ramo del potassio.
Così c'è stata la corsa all'addio in quest'estate. Prima Rybolovlev ha venduto James Rodriguez al Real Madrid. Operazione lecita, visto il Mondiale del colombiano e l'offerta da 90 milioni dei Blancos. Pur pagandolo molto la precedente estate, Rybolovlev è riuscito a fare una plusvalenza di 45 milioni in una stagione. Via anche Emmanuel Riviére, passato al Newcastle per sette milioni e mezzo di euro. Strano, visto che l'attaccante - in assenza di Falcao, infortunato - è stato importante con i suoi 13 gol dell'anno scorso. Via anche Abidal, prima capitano e poi in difficoltà per discussioni con Ranieri. Nonostante l'addio del tecnico italiano, il francese se ne è andato all'Olympiakos.
Per ultima c'è stata la cessione di Radamel Falcao al Manchester United: sette milioni e mezzo di euro per il prestito, 55 per il riscatto. Il colombiano, forse, non è stato mai così convinto della Ligue 1. Se ha accettato il trasferimento al Monaco, è merito dei soldoni che il club monegasco gli ha offerto nell'estate del 2013. Anche l'Atlético Madrid aveva bisogno di un incasso del genere, ma il giocatore non ha brillato al Louis II come al Vicente Calderon. In più, Falcao si è fatto anche male a gennaio scorso e ha perso il Mondiale, dove la sua Colombia era arrivata grazie ai suoi gol. Ora El Tigre riparte dal Manchester United e continuerà a non giocare la Champions. Il colombiano non mette piede nella massima competizione europea dal marzo 2010: sono scelte, ma peccato.
Non per nulla, alla guida del Monaco è arrivato Leonardo Jardim, che di sopravvivenza se ne intende. L'anno scorso ha preso un derelitto Sporting Lisbona - fuori dalle coppe e con gravi guai finanziari - e l'ha riportato al top del calcio portoghese, con il secondo posto conquistato nell'ultimo campionato. Ora a Jardim tocca il miracolo di tener su questo Monaco, che giocherà contro Zenit, Benfica e Bayer Leverkusen nel girone di Champions. Il mercato in entrata ha fatto piangere, con soli tre acquisti: la conferma di Abdennour per 13 milioni dal Tolosa e un secondo anno di prestito dal Rio Ave per Fabinho, più l'arrivo - sempre in prestito - di Stekelenburg dal Fulham. Sottolineo che quattro dei gol finora segnati in Ligue 1 dal Monaco, due sono stati a firma Falcao. Si riparte dalla sfida contro l'OL con Berbatov, Ocampos, Ferreira-Carrasco e (si spera) Lacina Traoré. Prima che sia game over.

Dmitrij Rybolovlev, 47 anni, ha chiuso i cordoni della borsa per il suo Monaco.

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