22.8.14

Why always him?

Se ne è parlato per un'intera estate. Così tanto che il momento sembrava non avvicinarsi mai. Ma alla fine l'affare si è sbloccato, nel giro di una notte: manca solo l'ufficialità, ma Mario Balotelli è un nuovo giocatore del Liverpool. L'attaccante se ne va da Milano e dal club rossonero senza rimpianti, ma è l'ennesima fuga di uno dei talenti più discussi del calcio italiano. Al Milan andranno venti milioni di euro, al giocatore sei all'anno d'ingaggio (una follia, ma il suo procuratore è Mino Raiola...).

Balotelli e una delle ultime foto con la maglia del Milan nella tournée nordamericana.

Che dire, le parole di Silvio Berlusconi riecheggiano ancora nella mia memoria. A luglio, in un incontro con il presidente del Consiglio Renzi (complimenti per il tempismo), il presidente del Milan dice: «Altro che Italia, il Mondiale l'ho perso io, perché stavo vendendo Balotelli a una squadra inglese per svariati milioni, ma dopo questo Mondiale chi me lo compra più?». Le sue preghiere sono state esaudite. Il Milan cede uno dei talenti più problematici degli ultimi anni del calcio italiano, più o meno per la stessa cifra con la quale lo ha riportato in Italia nel gennaio 2013. Insomma, pochi soldi persi, anche se la svalutazione c'è stata. A questa probabilmente ha contribuito anche il Mondiale, deficitario da parte di Super Mario.
Dal punto di vista tecnico, il Milan potrà dire che ci ha guadagnato o perso solo il 31 di agosto, quando il mercato sarà finito e i rossoneri avranno (forse?) fatto qualche altro acquisto. Galliani sta inseguendo Cerci da un'intera estate per potenziare il 4-3-3 del neo-tecnico Inzaghi. Il Milan va a caccia di una punta, quando in realtà sarebbe a posto con i centravanti: quel Giampaolo Pazzini tanto vituperato andrebbe benissimo e Niang potrebbe essere il suo vice. Ma si sa, a Milanello hanno gli occhi foderati di prosciutto e così si va alla caccia non solo di Cerci, ma di Jackson Martinez. Che è sì in partenza dal Porto, visto che il club lusitano ha già preso Aboubakar dal Lorient, ma costa anche 25 milioni di euro. L'operazione non è facile, così come è quasi impossibile l'ipotesi Falcao dal Monaco. Al Milan servirebbe qualcosa in difesa, ma vaglielo a spiegare a Galliani e compagnia.
Se i venditori beneficeranno comunque di 20 milioni freschi freschi, ci si chiede cosa c'abbia guadagnato il Liverpool. Intanto, sembra che i tifosi Reds approvino l'acquisto di Balotelli. Con quest'ultimo trasferimento, la campagna acquisti della squadra di Rodgers acquista tratti biblici: quasi 150 i milioni spesi quest'estate, nove i giocatori arrivati ad Anfield. Certo, gli 81 milioni incassati dalla cessione di Suarez al Barcellona hanno finanziato parte di questa campagna, ma era parecchio tempo che il Liverpool non si disimpegnava così in una sessione di calciomercato.
Tuttavia, c'è più di un dubbio sulla fattibilità tattica dell'operazione: il 4-3-3 di Brendan Rodgers è un ottimo sistema, ormai ben collaudato e con certi giocatori. Vero che il tecnico ha rivitalizzato gente come Coutinho e Sturridge (chiusi con Inter e Chelsea), ma è anche vero che Balotelli è difficile da piazzare in un modulo del genere. Super Mario ha dimostrato di non saper fare la prima punta né al Milan, né in nazionale. Un ruolo in cui il Liverpool avrebbe già Daniel Sturridge, Rickie Lambert e volendo anche Fabio Borini. Spesso, invece, Balotelli si muove lungo tutto l'arco degli ultimi 30 metri, anche perché gli piace spesso cercare la conclusione da lontano. E da ala Balotelli dovrebbe sacrificarsi ben di più di quanto faccia adesso. In quel ruolo, per altro, c'è un'abbondanza spaventosa in casa Liverpool: Sterling, Assaidi, i neo-arrivati Lallana e Markovic, più gli adattabili Coutinho e Borini.


Riguardo il punto di vista umano e professionale, l'affare l'ha fatto certamente il Milan. E devo dire che spesso, guardando Balotelli, mi è venuto semplice fare il paragone con l'altro talento "sotto-espresso" del calcio italiano: Antonio Cassano. Fin dall'esplosione ai tempi dell'Inter, il confronto tra i due mi è sembrato naturale. Entrambi hanno iniziato dal basso, per poi esplodere in una grande e lasciare la A per volare all'estero. Ma è lì che il paragone si è rotto (e solo ora me ne rendo conto): Cassano, pur nella sua ignoranza, è un ragazzo semplice e schietto. All'epoca - era il 2007 - ha deciso di ripartire da zero e tornare con la Samp, allora una squadra di metà classifica. Da lì ne ha combinate parecchie ed è spesso mal sopportato, però è riuscito a rinascere un'altra volta a Parma.
Si potrà mai dire che Balotelli è sbocciato una volta per tutte? La butto là, ma temo di no. Nonostante i 30 gol in 56 partite con la maglia del Milan, l'impressione è che il ragazzo non mostrerà mai il 100% del suo immenso potenziale. E questo per due motivi: una personalità "schizzata", che lo porta a esagerare e a non avere mai il controllo delle sue azioni, e sopratutto una pressione che gli gira costantemente intorno. Balotelli non è mai andato sotto la doppia cifra dal 2010, ma solo al primo anno di City e nei primi sei mesi al Milan è sembrato veramente devastante. Altrimenti, Super Mario ha dimostrato di esser discontinuo e molto umorale, sia nel mood che nel gioco. Al Milan né Allegri, né Seedorf l'han saputo gestire, mentre in nazionale non è bastato un Prandelli padre di famiglia a renderlo sereno. Vedremo se il nuovo ct Antonio Conte saprà fare di meglio.
Ora Mario Balotelli riparte da una nuova avventura, ancora in Premier League, dove è stato già dal luglio 2010 al gennaio 2013 con la maglia del Manchester City. All'Etihad Stadium ha vinto un campionato, una F.A. Cup e una Community Shield. Trofei che hanno arricchito la sua bacheca, ma la permanenza al City è finita male, visto che il club ha portato in tribunale il calciatore per una multa da 400mila euro. Insomma, un ragazzo capace di decidere una semifinale di Europeo quasi da solo (Italia-Germania 2-0), ma anche di sparire dal campo per lunghi tratti. Di esser prolifico a livello realizzativo, ma anche di non esserci quando veramente conta. Di fare il figo nelle pubblicità della Puma, di finire sulla copertina di "Time", ma anche di esser poco cool nel rapporto con la stampa e con tutto ciò che circonda il calcio. Un discontinuo, uno che della concretezza se ne fa poco. Tanto che viene da chiedersi perché il calcio gli doni certe occasioni. Il talento può essere una scusa che regge fino a certo punto. Insomma, why always him?

Mario Balotelli, 24 anni, e la sua nuova maglia dei Reds: una nuova avventura.

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