25.7.14

ROAD TO JAPAN: Takahiro Ogihara

Buongiorno a tutti e benvenuti a un'altra puntata di "Road To Japan", la rubrica che vi consiglia i migliori talenti del panorama giapponese. So di essere un po' monotono, ma nel calcio del Sol Levante c'è un vivaio su tutti che sta emergendo con prepotenza: è quello del Cerezo Osaka. Negli ultimi due mesi ho già segnalato due giocatori del club del Kansai, ma non voglio fermarmi: oggi tocca a Takahiro Ogihara, mediano e metodista della squadra di Pezzaiuoli.

SCHEDA
Nome e cognome: Takahiro Ogihara (扇原 貴宏)
Data di nascita: 5 ottobre 1991 (età: 22 anni)
Altezza: 1.84 m
Ruolo: Centrocampista centrale, regista
Club: Cerezo Osaka (2010-?)



STORIA
Sakai, città di mare. Qui inizia la storia di Takahiro Ogihara, ragazzo classe '91. Dopo aver militato da piccolo nel FC Sakaikita, il Cerezo Osaka lo nota e lo porta nella propria U-15. Insomma, Ogihara è uno dei tanti figli di Osaka che il Cerezo ha cresciuto a pane e pallone. Il ragazzo avrebbe dovuto esordire già nel 2010, ma un infortunio al perone lo ha tenuto lontano dai campi tra i quattro e i sei mesi, rimandando così il suo primo approccio al professionismo.
Finalmente Ogihara fa il suo esordio con il Cerezo Osaka in una partita della Champions League asiatica sul campo degli indonesiani dell'Arema. Con il tempo si è guadagnato un posto da titolare e da allora non l'ha più ceduto: ormai sono un centinaio le presenze del centrocampista con la maglia del club del Kansai. Uno dei punti di riferimento del Cerezo Osaka, Ogihara ne è ancora oggi uno dei pilastri, nonostante la giovane età (a 22 anni non tutti sono colonne del proprio club).

CARATTERISTICHE TECNICHE
Tatticamente parlando, Ogihara è il tipico centrocampista d'ordine. Non ha lo spunto per inserirsi e per fare il box-to-box (alla Marchisio, tanto per intenderci); non ha la cattiveria necessaria per fare il mediano di interdizione. Piuttosto, è molto bravo a far scorrere il gioco; con il tempo, potrebbe migliorare ulteriormente anche in fase di impostazione. La forza di Ogihara, invece, sta nella sua duttilità. Il numero 2 del Cerezo può giocare anche da centrale difensivo, sfruttando la sua altezza e un piede abbastanza educato, cosa che permette alla squadra che lo possiede di iniziare l'impostazione già dalla difesa, senza dover far arrivare la palla al regista di turno. In situazioni di emergenza, il ragazzo può esser schierato anche come terzino sinistro: siccome non ha un gran passo, lo sconsiglierei...

STATISTICHE
2010 - Cerezo Osaka: 0 presenze, 0 gol
2011 - Cerezo Osaka: 17 presenze, 4 gol
2012 - Cerezo Osaka: 36 presenze, 3 gol
2013 - Cerezo Osaka: 43 presenze, 2 gol
2014 - Cerezo Osaka (in corso): 18 presenze, 0 gol

NAZIONALE
Le possibilità di Ogihara con la nazionale non sono poche. Innanzitutto il ragazzo parte da una buona base, visto che ha già esperienza con le rappresentative giovanili del Giappone. Ogihara sopratutto è stato uno dei protagonisti dell'U-23 nipponica che è arrivata alle Olimpiadi di Londra e ha conquistato il quarto posto. In quella squadra, lui e il suo attuale compagno di squadra e di reparto, Hotaru Yamaguchi, erano la cerniera di centrocampo nel 4-2-3-1 di Sekizuka. Tanto che Ogihara ha disputato cinque delle sei partite giocate dal Giappone in quel torneo olimpico. Un ruolo rimastogli anche al Cerezo e in seguito nell'unica apparizione con la Nippon Daihyo: Ogihara ha esordito all'EAFF Asian Cup il 25 luglio 2013 contro l'Australia.

LA SQUADRA PER LUI
I margini di miglioramento ci sono. A mio modo di vedere, Ogihara non è destinato a diventare un campione, ma un buon giocatore sì. Uno di quelli su cui puoi fare sicuro affidamento. Il problema è che la maturazione non è ancora completa. A gennaio si parlava molto di lui, visto che il Norimberga c'aveva fatto più di un pensiero. Ora la cosa migliore sarebbe restare in Giappone almeno fino a gennaio. Con Yamaguchi e Minamino in rampa di lancio, Ogihara potrebbe anche essere il prossimo capitano del Cerezo Osaka. Con un 2015 da urlo (e magari la convocazione per la prossima Coppa d'Asia), non è detto che le cose non cambino. Un approdo in Olanda o in Belgio sarebbe l'ideale.

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