4.7.14

Repetita dolent.

Non c'è niente da fare: neanche volontariamente la FIFA potrebbe mettere insieme le gaffe che sta collezionando in questa rassegna brasiliana. L'ultima l'ha prodotta il numero due della massima organizzazione mondiale sul calcio, il segretario generale Jérôme Valcke: «Alcuni tifosi non si comportano bene a causa dell'alcool. Quando si beve tanto, può aumentare il livello di violenza. [...] Il nostro compito sara' quello di pensare alla sicurezza. Se ci sara' bisogno di controllare la vendita degli alcolici, lo faremo».

Il francese Jérôme Valcke, 53 anni, segretario generale della FIFA.

L'ultima di una serie di défalliance che gettano ancora più nel ridicolo quello che dovrebbe esser un governo serio. Già, perché l'uscita di Valcke è inutile se si conoscono i fatti. Una legge brasiliana è già presente per impedire il consumo di alcool alle partite di calcio: il governo la promulga nel 2003, vedendo il numero impressionante di scontri che si verificano tra tifosi ubriachi durante i match del campionato nazionale. Peccato che la FIFA abbia fatto pressioni qualche tempo fa perché passasse il Budweiser Bill. Cos'è? Ecco, la Budweiser - nota marca di birra - è sponsor dei Mondiali dal 1986 e la legge di cui parlo poco sopra avrebbe impedito di vendere la bevanda. Eppure, Valcke qualche tempo fa si è presentato in Brasile e ha fatto pressioni in maniera tale che venisse approvato il Budweiser Bill, che aggira il divieto imposto della legge. Approvato nel maggio 2012 e ben prima della Confederations Cup, l'aggiustamento è merito delle pressioni della FIFA. E ora Valcke si lamenta: incredibile. E' proprio vero che "chi è causa del suo mal, pianga sé stesso".
Magari fosse la prima dichiarazione a vuoto di questo Mondiale. La FIFA si sta superando. Basti sentire alcune perle di queste settimane. Si è discusso molto sul rigore concesso nella partita d'esordio al Brasile contro la Croazia. Presunto fallo di Lovren su Fred, peccato che l'attaccante verdeoro si lasci cadere da solo. Nonostante l'assurdità della chiamata dell'arbitro Nishimura, Blatter ha seguito la linea Scolari e ha avuto il coraggio di dire: «L'arbitro ha fatto bene ad assegnare il rigore. Fred è stato trattenuto in area».
Del resto, Blatter si sta mettendo in mostra anche per altro. Non è solo la parola, ma le azioni a colpire. Nonostante professi la massima stima da parte della gente brasiliana per la Coppa del Mondo, ogni volta il presidente della FIFA viaggia da stadio a stadio con una scorta infinita. Anche perché le proteste - seppur minori rispetto a quelle viste alla Confederations Cup dell'anno scorso - ci sono ancora. I brasiliani e diversi dimostranti hanno voluto dimostrare che l'organizzazione di questo Mondiale non è stata approvata da buona parte del popolo sudamericano.
Blatter, oltretutto, è famoso per le scelte sbagliate. Magari da correggere in corsa: basti pensare al Mondiale 2022, assegnato al Qatar. Una cantonata di cui ho già parlato in un articolo del luglio 2013. Prima del Mondiale sono uscite le prime accuse riguardo la corruzione che i qatarioti avrebbero esercitato per ottenere la manifestazione. L'Australia ha già presentato una domanda per ospitare l'evento al posto del Qatar: il Mondiale rimarrebbe nella zona asiatica, ma almeno avrebbe un senso. E forse sarebbe ottenuto senza dover per forza corrompere qualcuno. In fondo, bastano sette anni di anticipo per programmare l'organizzazione un Mondiale. E' sempre stato così, ma forse qualcuno aveva fretta di incassare...


Gli stadi e la sicurezza hanno rappresentato un ulteriore problema di questo Mondiale. Il caso più emblematico è certamente quello di Manaus. Una città che si trova nel bel mezzo della foresta amazzonica: per arrivarci meglio il traghetto o l'aereo, in auto diventa impossibile. Proprio l'isolamento ha permesso di conservarne la natura, ma la FIFA ha pensato bene di costruire uno stadio in quella città. Nonostante il clima equatoriale che caratterizza la zona. Nonostante il fatto che a Manaus non ci sia una seria squadra di calcio: il Nacional, compagine cittadina, milita in quarta divisione e nel campionato statale. A cosa servirà mai uno stadio - l'Arena da Amazônia - da 46mila spettatori? Per altro usato per sole quattro gare del Mondiale e che non era neanche pronto a febbraio 2014? Non a caso si è parlato della possibilità di trasformare l'impianto in un nuovo carcere dopo il Mondiale. Senza dover citare il caso di Natal: la città si è allagata nei giorni prima di Italia-Uruguay, con la sala stampa piena d'acqua.
Tuttavia, alcune migliorie in questo Mondiale ci sono. La prima è la goal-technology: uno strumento che stabilisca con certezza se la palla è entrata o meno. Anche se comunque l'autogol di Valladares in Francia-Honduras ha trascinato delle polemiche con sé. La seconda doveva essere il time-out a metà tempo per far rifiatare i giocatori. Dico "doveva" perché alla fine l'abbiamo visto poco: due volte. L'ultima in Olanda-Messico. Un peccato, perché sarebbe stato utile in molte situazioni della fase a gironi. Infine, il vero successo - forse anche l'unico - della FIFA in questo Mondiale è l'introduzione dello spray per la barriera. Un buon metodo, per altro già usato nelle leghe brasiliane. Perciò neanche un'idea originale della FIFA, ma che ora tutti prenderanno in prestito (leggo che in Italia sarà presente dalla prossima annata).
Errori non solo in Brasile, ma anche fuori. Si è sparsa la notizia di un aumento dello stipendio per i dirigenti FIFA. Una mossa molto politica: come si fa spesso in Italia, si fanno le mosse scorrette infilandone in leggi più grandi o mentre la gente non è attenta (proprio in occasione del Mondiale). Abile ma scorretta, la mossa è stata rivelata dal Sunday Times a fine giugno. I componenti del comitato esecutivo della FIFA si sarebbero raddoppiati lo stipendio, passato da 100mila a 200mila euro l'anno. Il tutto mentre Blatter continua a sostenere che la FIFA sia un'organizzazione senza scopo di lucro (sì, come no).
All'orizzonte si palesa lo scenario peggiore: Sepp Blatter si ricandida. Lo svizzero, 78 anni e 39 alle spalle da uomo della FIFA, punta alla quinta presidenza. Proprio quando la FIFA ha appena bocciato i limiti di età per l'assunzione di cariche elettive (un caso?). E' vero che l'ufficio da presidente FIFA è quasi monarchico (sette presidenti in 140 anni di storia), però sarebbe il caso che Blatter si facesse da parte. Lo sfidante potrebbe essere Michel Platini. Insomma, che sia padella o brace, sempre cotti finiremo. Sulla ricandidatura di Blatter alla poltrona più importante del mondo calcistico, il quadro migliore l'ha tracciato qualcuno che di calcio non si occupa: la cantante Lily Allen. Spesso controversa, ha reso bene l'idea quando ha dedicato la sua canzone "Fuck you" al dirigente svizzero, definendolo "la persona più noiosamente corrotta al mondo". E non è un caso che Blatter avanzi l'apertura alla moviola in campo proprio alla vigilia delle elezioni per il nuovo presidente della FIFA: il suo mandato scadrà il 29 maggio 2015. Chissà se la FIFA si diverte a esser pensata come un'organizzazione di incompetenti. Forse a 200mila euro l'anno, mi divertirei anch'io.

Joseph Blatter, 78 anni, pronto a ricandidarsi per la presidenza della FIFA.

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