11.6.14

Fermare gli iberici (Parte III).

I Mondiali sono ormai alle porte. Convocazioni fatte, liste chiuse, protagonisti pronti e assenze rimpiante. Tutti in attesa di quel calcio d'inizio tra Brasile e Croazia del 12 giugno prossimo all'Arena di San Paolo, che ci porterà dentro alla ventesima edizione della Coppa del Mondo. Prima, però, cerchiamo di capirci qualcosa, analizzando girone per girone le squadre, i giocatori, le loro storie e quanto potranno esser protagonisti in quest'attesissima rassegna intercontinentale. Dove l'obiettivo è interrompere l'egemonia della Spagna, vincitrice di due Europei e dell'ultimo Mondiale. Ecco la prima parte di quest'introduzione alla Coppa del Mondo brasiliana.

Il Brazuca, pallone ufficiale del Mondiale, e la Coppa del Mondo: un binomio vincente, ma per chi?

LE ASSENZE
Parlare degli assenti è ingiusto verso coloro che fanno la storia, ma anche chi non c'è ha comunque un posto assicurato in essa. Bisogna dividere gli assenti in due categorie. La più classica è quella degli infortunati. In questa, troviamo nomi importanti: le menzioni più importanti sono per Radamel Falcao, Marco Reus e Franck Ribery. Il colombiano si è infortunato a gennaio: sembrava fuori, poi Pékerman ha provato a recuperarlo in tutti i modi, ma non ce l'ha fatta. Il tedesco era pronto per un gran Mondiale, poi si è rotto la caviglia in un'amichevole contro l'Armenia. Il francese, che viene da due anni a tutta, ha dovuto rinunciare al Mondiale per dolori alla schiena. Poi ci sono Walcott e Jay Rodriguez, Benteke, Papadopoulos, Thiago Alcantara, Shirokov, Mati Fernandez, van der Vaart. L'Italia, invece, dovrà fare a meno di Riccardo Montolivo, infortunatosi in un'amichevole contro l'Irlanda.
La seconda categoria è meno nutrita, ma ugualmente importante: quella dei non-convocati. Storicamente c'è sempre un gran parlare di questi mancati protagonisti, perché sono quelli che verranno nominati il giorno dopo l'eliminazione della propria nazionale. «Eh, se ci fosse stato lui, saremmo andati avanti»: quante volte è successo? L'ultima, nel 2010, avvenne proprio in Italia pensando alla mancata convocazione di Cassano. Stavolta ci sono due casi. Il primo è quello di Carlos Tevez. Dopo i tanti gol con la Juve, si è pensato che il C.T. Sabella - che non gli ha mai voluto bene, per usare un eufemismo - lo chiamasse. Invece niente. Attenzione però: l'Argentina davanti ha Messi, Aguero e Higuain, più Palacio. Diciamo che l'assenza è giustificata. L'esclusione impensabile di questo Mondiale è invece quella di Landon Donovan: sarebbe stata la quarta Coppa del Mondo per lui, invece Klinsmann l'ha lasciato a casa, generando un caso mediatico negli Stati Uniti. Ho il vago timore che se ne pentirà. Mancherà anche gente come Marquinhos, Rami, Nasri, Negredo e Llorente. In più, non ci saranno Ashley Cole (addio alla nazionale), Mario Gomez (con la Fiorentina non è andata bene), Quaresma e Erick Lamela, sparito nell'ultimo anno al Tottenham. Curiosità finale sulla Germania: la presenza di Neuer permette di lasciare a casa ter-Stegen e Leno. Beati loro.

I GIOVANI (Under 20)
Diversi i prospetti che potrebbero uscire da questa Coppa del Mondo. Ne ho scelti cinque spulciando tra le rose delle varie nazionali. Il primo è senza dubbio Luke Shaw, classe '95 del Southampton e vice-Baines nell'Inghilterra: ne sentiremo parlare. Il secondo è Julian Green, anche lui classe '95: talentino degli USA di Klinsmann, il ragazzo avrà spazio nel Bayern Monaco di Guardiola. Il terzo è l'olandese Memphis Depay, ala classe '94 del PSV Eindhoven: van Gaal avrà un occhio di riguardo per lui. Il quarto è Kenneth Omeruo, classe '94 di proprietà del Chelsea, ma che ha giocato l'ultima stagione a Middlesborough. Ragazzo forte fisicamente, può giocare sia da centrale difensivo che da terzino. Infine, l'ultimo nome è Mathias Ginter: centrale del Friburgo, il C.T. della Germania crede molto in lui.

Carlos Tevez, 30 anni: niente Mondiale per lui, nonostante i gol con la Juventus.

I PROTAGONISTI
Quelli principali saranno tre. Non ci sono dubbi sul fatto che Lionel Messi, Cristiano Ronaldo e Neymar siano il trio più atteso a questo Mondiale. L'argentino e il brasiliano per la vittoria finale, il portoghese per confermare il suo stato di grazia. Messi è alla chance buona: l'Argentina ha un buon tabellone, arrivare fino ai quarti senza grosse fatiche è possibile. Poi toccherà all'asso del Barcellona metterci (finalmente) qualcosa di suo. Per quanto riguarda CR7, a lui toccherà principalmente trascinare il Portogallo dalla fase a gironi. Se c'è veramente tanta classe, non dovrebbe essere impossibile: a Euro 2012 ci è riuscito, vedremo cosa accadrà al Mondiale. Tutto quello che arriva dagli ottavi in su è da considerare come un miracolo: il Portogallo è tutt'altro che irresistibile. Infine Neymar: il suo primo anno al Barcellona non è stato proprio da ricordare. In nazionale, invece, continua a mostrare discreti numeri. Alle prime partite serie in Confederations Cup l'anno scorso, l'ex Santos non ha deluso le attese. Ora la prima Coppa del Mondo: Neymar è veramente irresistibile o questi due-tre anni di stardom sono stati una mera illusione? Al Mondiale la sentenza definitiva.

I PRONOSTICI (in grassetto le qualificate)
A mio modo di vedere, potrebbero esserci questi ottavi di finale. Nella parte alta del tabellone gli incroci sarebbero Brasile-Olanda, Colombia-Italia, Svizzera-Bosnia e Germania-Russia. Dall'altro lato del tabellone, invece, ci ritroveremmo con Croazia-Spagna, Giappone-Uruguay, Francia-Argentina e Ghana-Belgio. Ai quarti di finale, le partite sarebbero Brasile-Colombia, Svizzera-Germania, Spagna-Uruguay e Francia-Belgio.
In semifinale i padroni di casa del Brasile se la vedrebbero a Belo Horizonte con la Germania di Klose, mentre a San Paolo ci sarebbe lo scontro fra Spagna e Belgio. A quel punto, secondo me ci sono buone probabilità di un remake della finale dell'Europeo 2008. E sul risultato della finale, beh, fate vobis. Poi sapete come sono i pronostici: son semplicemente fatti per essere smentiti. Buon Mondiale a tutti.

Bastian Schweinsteiger, 29 anni, e Andres Iniesta, 30: altro scontro in finale?

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