25.1.14

Tempo di migrare.

Una cosa è certa: in quel di Manchester, sponda United, non è un gran periodo. La Premier League sembra andata, la Champions non è stata molto brillante e il post-Ferguson si sta rivelando complicato. Recentemente, è arrivata anche la sconfitta nella semifinale di League Cup contro il Sunderland, che però è penultimo in campionato. E così chi potrebbe essere tra i più scontenti è chi passa il tempo sopratutto a scaldare la panca: tra questi, c'è un virgulto che in altri lidi potrebbe esser decisivo. Sto parlando di Javier Hernández, il super-sub.

Hernández con la maglia del Chivas, il club da cui ha iniziato in Messico.

Il super-sostituto, dicevo. Già, perché Hernández raramente gioca da titolare e viene usato per lo più come bomber di scorta (vi ricordate il ruolo di Julio Cruz all'Inter qualche anno fa? Ecco, uguale). Non è facile confrontarsi con Rooney e van Persie, ma forse il ragazzo potrebbe esser più utile alla causa, come lo è stato negli ultimi anni con Ferguson. Cresciuto nel Chivas di Guadalajara, l'attaccante fu acquistato dallo United nell'aprile del 2010, col timore che il Mondiale sudafricano ne avrebbe accresciuto il prezzo. Timore confermatissimo: il ragazzo segna due gol contro Francia e Argentina e Ferguson ha azzeccato l'ennesimo affare da manager dello United. Curioso fu anche ciò che accadde dopo l'acquisto del messicano da parte dello United: fu programmata un'amichevole fra il Chivas di Guadalajara e i red devils. Risultato 3-2 per i messicani, con Hernández che giocò un tempo per parte: tuttavia, la palla la mise dentro con il suo vecchio club. Piccoli segnali di come il talento ci fosse già allora.
I sette milioni e mezzo di euro spesi quattro anni fa hanno poi fruttato parecchio: il Manchester United ha vinto due campionati e ne ha sfiorati un altro anche grazie al contributo del messicano. Neanche il tempo di arrivare e Hernández segnò subito in Charity Shield contro il Chelsea: la sua stagione d'esordio fu talmente buona che il Chicharito fu il primo straniero a segnare venti gol nella prima annata allo United, cosa che non accadeva dai tempi di Ruud van Nistelrooy. Mica male, visto che non ci riuscì neanche un certo Cristiano Ronaldo nel suo primo anno all'Old Trafford. Nel periodo dal suo arrivo all'addio di Ferguson, Hernández ha segnato ben 50 gol in 117 presenze con il club inglese: non è una brutta media, calcolando che spesso il messicano deve entrare dalla panca e risolvere i match complicati. Un rapporto, quello fra lui e Sir Alex, molto speciale, visto che l'ex Chivas è stato anche l'ultimo a segnare un gol per lo United con lo scozzese in panca.
Poi è arrivato David Moyes, scozzese come Ferguson, ma che non ha mai avuto nel suo Everton attaccanti del tipo di Hernández, minuti e letali sotto porta. Abituato a centravanti fisicamente forti, il nuovo tecnico dello United lo ha messo da parte, spesso facendolo entrare a partita in corso. Solo sei le gare da titolare tra Premier League e Champions, mentre il messicano è partito spesso dall'inizio in League Cup e in F.A. Cup. In coppa, guarda caso, ha una media eccellente di realizzazione: cinque reti in sei partite disputate. Anche contro il Sunderland ha provato a salvare la baracca, con il gol al 120' che ha permesso allo United di andare ai rigori, ma non è servito a nulla. E ora vuole lasciare, considerando che il Messico lo attende per i Mondiali di giugno e lui non può arrivarci in condizioni precarie. Del resto, parliamo sempre del terzo più grande marcatore del Tricolor: meglio di Hugo Sánchez, alla pari di Luis Hernández, con i soli Blanco e Borgetti da superare. E chissà che non ci riesca a breve. In fondo, negli ultimi anni, il giocatore dello United è stato una colonna della nazionale, contribuendo sopratutto al Mondiale del 2010 e alla vittoria nella Gold Cup del 2011.

Hernández al Mondiale sudafricano del 2010: segnò contro Francia e Argentina.

Con il Mondiale alle porte e con un anno - per la prima volta - in qualche modo deludente, non è detto che anche Hernández non si guardi attorno. In questi giorni, si è anche menzionato della possibilità che rientri in uno scambio con l'Inter per Guarin. Ed è lo stesso giocatore ad aver confermato la versione dell'addio a Manchester, citando la paura di non arrivare abbastanza in forma in Brasile quando l'estate sarà alle porte. La verità, tuttavia, è che la piazza di Manchester forse sta stretta a un ragazzo che ha fatto molto, ma che tanto ancora potrebbe fare. L'attaccante messicano sta per arrivare ai Mondiali brasiliani con poche soddisfazioni durante questa stagione e forse cambiare sarebbe la via ideale per arrivarci al meglio. Tanto più che l'arrivo di Mata, semmai ce ne fosse bisogno, chiude altre parte per la sua presenza in squadra: non è facile avere a che fare ogni giorno con fuoriclasse del calibro di Wayne Rooney e Robin van Persie.
Nessuno mette qui in dubbio che l'inglese e l'olandese siano meglio del Chicharito. Ciò che mi domando, semmai, è se il messicano potrebbe diventare meglio di loro. E per farlo, sicuramente, non c'è modo migliore che giocare: sfondare in Inghilterra non era facile per chi veniva da qualche anno nel campionato messicano. Eppure, Hernández ce l'ha fatta. E ora chi ci dice che non ce la possa fare anche in leghe più adatte al suo modo di giocare? Per esempio, quanti gol farebbe in Italia o in Germania? O sopratutto in Spagna, dove i suoi inserimenti sarebbero letali? Forse tanti, troppi perché il Manchester United vi rinunci. Specie perché il messicano è stato uno degli ultimi colpi di Sir Alex Ferguson, prima che si dedicasse alla pensione dopo un onorato trentennio di servizio all'Old Trafford.
Insomma, Hernández non sta attraversando un grande momento, ma forse potrebbe tornare agli onori della ribalta con una mossa: andarsene. Ci sono giocatori che trovano il momento e il posto giusto per la propria consacrazione: così fu per Falcao al Porto tre anni fa, così è stato per Suarez qualche tempo addietro e così sta succedendo a Diego Costa con l'Atletico di Simeone. Chi ci dice che questo bomber tascabile non possa esprimersi al meglio anche altrove? Al mercato e allo United l'ardua scelta. Dal canto mio, lo aspetto al Mondiale, visto che ha segnato 35 gol con la nazionale messicana. Certo, forse è il caso di riflettere: il tempo di migrare pare esser arrivato.

Javier Hernández, 25 anni, è pronto a lasciare Manchester dopo tre anni e mezzo.

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