14.1.14

Cristiano II, vendetta e speranze perse.

Era nell'aria, ma la conferma è arrivata ieri sera: mentre molti si mettevano a mangiare, Cristiano Ronaldo si è portato a casa il suo secondo Pallone d'Oro personale. Tuttavia, se la prima volta era stato molto glamour e misurato, stavolta il portoghese ha mostrato un lato umano mai visto. Nella sua immagine di calciatore macho, sposato con una delle donne più belle al mondo e iper-ricco, CR7 ha tradito qualche lacrima: operazione d'immagine o emozione vera, poco importa. In un qualche modo, si è scritta la storia.

Il FIFPro XI del 2013: meno Liga, più Buli e Ligue 1, niente Serie A e Premier.

Sì, perché dopo la quarta vittoria di Messi nel 2012 (a suon di record di gol nell'anno solare), sembrava che il dominio dell'argentino fosse imbattibile. Neanche la vittoria della Liga e un grande Europeo avevano portato l'asso portoghese al trionfo nell'ambito premio; la frustrazione era talmente tanta che si pensava che Cristiano Ronaldo neanche sarebbe stato presente quest'anno. Invece, il calciatore del Real c'era e ha pure vinto. Un premio che certifica, se mai ce ne fosse bisogno, la sua enorme crescita nell'ultimo quadriennio. Quando vinse la prima volta, era semplicemente stato il migliore dell'anno, ma quanti se la sarebbero sentita di chiamarlo il "migliore del mondo"? Forse non tutti.
Ora, invece, è un titolo che può quanto meno dividersi con Messi. Il problema tra i due è che sono entrambi dei fenomeni che rimarranno nella storia del calcio. Si dividono in un'era in cui, se uno dei due non ci fosse stato, l'altro sarebbe stato ricordato come re indiscusso del calcio. Pensate a Pelé e Maradona: il dibattito è ancora aperto. E pensate cosa sarebbe successo se avessero condiviso gli stessi anni calcistici invece di susseguirsi: apriti cielo. E' così per il portoghese e l'argentino: quest'anno, tra i due, meritava leggermente di più il primo, per il contributo dato alla sua nazionale, che non è forte come l'Albiceleste (almeno: non lo è più). Tutto ciò nonostante la vittoria in Liga del Barcellona e l'anno piuttosto deludente del Real (altra finale di CL persa, finale di Copa del Rey persa, lontano dal Barca in Liga).
Per quanto riguarda gli altri premi, nessuna grande sorpresa. Ibra vincitore annunciato del FIFA Puskas Award per il gol più bello dell'anno per il gol all'Inghilterra in un'amichevole del 2012: la mancanza di questo capolavoro balistico nei candidati dell'anno scorso è stata a lungo contestata. Nadine Angerer ha vinto il Pallone d'Oro femminile, dopo un ottimo Europeo (per altro vinto da protagonista) con la sua nazionale. Jupp Heycknes ha strameritato il premio per il miglior manager dell'anno e ciò porta a non capire perché Ribéry abbia poi concluso la corsa al Pallone d'Oro terzo (ma ci tornerò dopo). Infine, due citazioni finali: Pelé ottiene il Pallone d'Oro alla carriera, come ce ne sia bisogno per certificare la sua figura di calciatore più forte della storia. Nel FIFPro XI, invece, qualche novità: non più il dominio della Liga, ma presenza ridotta di esponenti di club spagnoli, con sei/undicesimi dalla formazione appartenenti al campionato iberico. Tre arrivano dal Bayern e dalla Bundesliga, mentre due provengono dal PSG e dalla Ligue 1. Ecco la formazione scelta: Neuer; Dani Alves, Sergio Ramos, Thiago Silva, Lahm; Iniesta, Xavi, Ribéry; Messi, Ibrahimović, Cristiano Ronaldo.

Zlatan Ibrahimović, 32 anni, festeggia la sua vittoria nel FIFA Puskas Award.

In tutto questo scenario di sfida, perdonatemi se faccio notare una cosa: la povera figura di Franck Ribéry. Il francese è arrivato terzo, nonostante l'aver vinto tutto con il Bayern ed esser stato protagonista in queste vittorie. Ha portato anche la Francia alla rimonta nei play-off Mondiali: la vera differenza è che non ha segnato. Non è bastato vincere tutto per scalfire un duo imbattibile. E questa è la fine del sogno di chiunque voglia vincere il Pallone d'Oro al di fuori della coppia Pulga-CR7: ricordate che non ce la farete. Se non ce l'ha fatta uno che ha vinto sei trofei e ha fatto la miglior stagione della sua carriera quest'anno, allora non ce la può fare nessuno. Che si chiami Ibrahimović, Suarez o Diego Costa, non è possibile. Ormai l'immaginario popolare è talmente "settato" su questa rivalità che non sembra ci sia spazio per un altro protagonista. Messi e Cristiano Ronaldo stanno al calcio come Nadal e Federer stavano al tennis qualche anno fa: mancano i Djokovic o i Murray di turno (o la voglia di premiarli).
Purtroppo qui il dibattito è sempre il solito e mi tocca ripeterlo anche quest'anno: cosa premia il Pallone d'Oro? Il giocatore più forte in quel momento? Allora sì, è giusto che vinca Ronaldo, seppur di poco, su Messi. E anche la graduatoria finale è giusta. Oppure dovrebbe premiare il più vincente tra i giocatori del 2013? E allora Ronaldo e Messi dovrebbero lustrare le scarpe a Ribéry, viste le vittorie ottenute durante l'ultimo anno solare. Non si capisce perché la vittoria della Champions debba esser un merito per l'argentino, non per il francese (o per Sneijder, vedi come andò nel 2010).
La verità è una: questo premio dovrebbe essere ripensato in due strade. Primo: dovrebbe premiare il giocatore che, date le sue potenzialità all'inizio dell'anno tra gli addetti ai lavori, ha fatto meglio di tutti, anche di quanto ci si aspettasse. E' un premio alla sorpresa: Messi e CR7 scrivono record da anni, Ribéry quest'anno ha fatto molto di più di quanto ci si attendeva. Ha trascinato il Bayern Monaco, insomma non era facile: se c'era un modo in cui scalfire il dominio dei due assi del calcio mondiale, era questo. Secondo: il premio andrebbe diviso nelle votazioni in tre parti. Uno dai giocatori, uno dai tecnici, uno dai giornalisti: almeno sappiamo chi incolpare alla fine della corsa. In ogni caso, complimenti a Cristiano Ronaldo: il talento di Madeira continuerà a stupire il mondo, su questo ne sono certo. Speriamo solo di trovare qualche faccia nuova a Zurigo l'anno prossimo.

Cristiano Ronaldo, 28 anni, vince il Pallone d'Oro per la seconda volta.

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