22.7.13

La polveriera d'Italia.

Ci sono due frasi che fanno capire che aria tira nell'ambiente Roma in questo momento. La prima è stata di Rudi Garcia, autore di una seduta di rafting insieme a tutta la squadra: l'intenzione era di far capire come «siano tutti sulla stessa barca», come ha poi confermato il nuovo tecnico giallorosso. Tuttavia, forse è Kevin Strootman a far capire meglio il concetto nella sua presentazione. In una frase che sembra un'enciclica, l'olandese ha detto: «Se ce la faccio a Roma, ce la farò ovunque». Insomma, il centrocampista ha già capito in che tipo d'ambiente si verrà a trovare, nonostante sia appena arrivato.

Rudi Garcia, 49 anni, è il nuovo allenatore della Roma 2013/2014.

In effetti, a posteriori, viene da rivalutare l'operato di Ranieri, capace di sfiorare lo scudetto nel 2010. Altri tempi, quando la Roma lottava per qualcosa d'importante; invece, da tre anni a questa parte, lo sfacelo sembra l'unica alternativa possibile. Il buio avvolge la sponda giallorossa della capitale ed è facile dire che ogni prossima annata andrà meglio; il difficile viene quando tale profezia non si avvera. Infatti, la Roma non ha fatto altro che sbagliare mosse negli ultimi due anni e mezzo. Tutto nasce quando viene cacciato Ranieri, complice di aver ottenuto risultati inferiori alle attese. A quel punto, i giallorossi chiamano Vincenzo Montella: l'ex attaccante potrebbe meritare un'altra chance, ma la neo-dirigenza degli americani si fa affascinare dal "tiki-taka" di Luis Enrique, senza verificare o meno se e quanto questo sia riproponibile nel panorama italiano. Intanto, Montella va a Catania prima, Firenze poi e fa faville, mentre l'ex allenatore del Barcellona B viene travolto dalle critiche e dalla fretta dei tifosi, vogliosi di vincere subito.
A quel punto, altro errore di gestione: invece di tenere Luis Enrique con un anno d'esperienza in più, si va alla caccia di un altro grande amore, ovvero Zdenek Zeman, che è appena risalito in A con il Pescara del 4-3-3 e dello spettacolo. Risultato? Non c'è pazienza per le scelte del tecnico e, in più, lui dimostra di non esser fatto per le squadre di alta classifica. Così, a febbraio, il "filosofo" è out, mentre la Roma si aggrappa alla figura di Andreazzoli, tutt'altro che carismatica. La finale di Coppa Italia, infine, ha messo il timbro a questi primi due anni fallimentari di gestione americana: una presidenza che, a giudicare da molte delle sue mosse, sembra voler giustificare le tesi dei "complottisti", coloro che affermano che gli americani siano qui per costruire lo stadio (in effetti, il progetto è già stato presentato) e fornire certi sponsor alla Roma (la partnership con la Nike a partire dalla prossima stagione ed il tour pre-stagionale in America lo confermano).
Nonostante le dimissioni di Franco Baldini, passato al Tottenham, ci sono stati passi avanti sul profilo manageriale, ma in campo? Che succede a questa Roma, che durante gli anni 2000 ha sognato e vinto molto? Un settimo ed un sesto posto sarebbero giustificabili se ci fosse una strategia dietro a questi piazzamenti; invece, la sensazione è che la barca giallorossa navighi a vista, in attesa del prossimo scossone. Si è cambiato molto in sole due stagioni, ma devono ancora arrivare risultati significativi: ad esclusione di qualche partita da ricordare (Roma-Milan e Roma-Fiorentina dell'anno scorso), si è visto poco. In tutto questo caos, Sabatini ha però centrato tre geniali mosse di mercato: Lamela e Pjanic nel 2011, Marquinhos l'estate scorsa. Peccato che il brasiliano sia stato appena venduto per 35 milioni al PSG: una mossa discutibile, specie se si vuole costruire una squadra forte. Un'altra stagione a Roma avrebbe fatto bene al difensore, che si è rivelato una sorpresa, nonostante i soli 19 anni anni d'età. E che dire dell'argentino? Deve imparare ad esser più continuo, ma si è parlato spesso di Napoli e Manchester City quest'estate, come se anche lui fosse vicino ad alzare i tacchi. Tutto questo mentre Pjanic è stato contestato dai tifosi. In questo senso, il colpo messo a segno con Kevin Strootman potrebbe rappresentare l'ennesimo faro nel buio, specie se la stagione dovesse andare male: l'olandese, ex PSV, è giocatore dal futuro assicurato, tanto da prendersi il "6". Un numero sacro a Roma, visto che l'ha vestito un certo Aldair.

Pablo Daniel Osvaldo, 27 anni, non è più gradito dai tifosi giallorossi.

Fin qui, le poche note buone. Peccato che le cattive narrino di altri problemi, per altro irrisolti. La gestione di mercato è stata fin troppo rischiosa: l'usato sicuro non è contemplato da Sabatini ed è un peccato, perché in Serie A quel tipo di colpi rappresenta una garanzia. Così come le cessioni di Bertolacci, Stoian e sopratutto Borini fanno capire che non ci sia posto per la gioventù che si ha in casa. Invece, i 38 milioni complessivi spesi per Stekelenburg, José Angel, il prestito di Kjaer, Borriello (mai protagonista nel progetto giallorosso) e la proprietà biennale di Bojan Krkic sembrano un calcio nel didietro a quella strategia che così tanta fortuna ha portato alla Fiorentina, ad esempio (caso Pizarro e G. Rodriguez, ora Marcos Alonso). 
Inoltre, ci sono casi da gestire tuttora: su tutti, quelli di De Rossi e Osvaldo sono i più spinosi. Il centrocampista, da un decennio in giallorosso, sembra sul piede di partenza, anche perché il suo rendimento non pare più quello di due-tre anni fa. Qualcuno addirittura si mangia le mani per il rinnovo da cinque milioni l'anno, firmato nell'inverno del 2012. Per l'attaccante, invece, il discorso è più complicato. Non si parla tanto di rendimento, visto che ha segnato 27 gol in due campionati; piuttosto, è l'atteggiamento che spazientisce molti tifosi. In questo caso, si fa fatica a dare torto ai supporter: il ragazzo è stato protagonista di diversi episodi, che denotano poca professionalità o, quanto meno, un eccesso di esuberanza da controllare. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello in cui dichiara stizzito ad un tifoso d'aver fatto «200 gol», quando nella sua carriera professionistica ha realizzato poco meno di 90 reti. In tutto questo, la società non riesce a disfarsene: il Southampton aveva presentato l'offerta giusta, ma è mancata l'approvazione del centravanti. Lo Zenit di Spalletti è sempre alla finestra, in attesa di novità.
Infine, c'è il problema principe: l'allenatore. A dir la verità, non si sa quanto Rudi Garcia possa rappresentare un problema. La verità è che la Roma perse un treno, due anni fa, quando lasciò andare Montella a Catania: un treno che non passerà più. Ora tocca al francese, sperando che abbia il tempo di lavorare con il suo 4-3-3. Il curriculum è di tutto rispetto: il quinquennio a Lille ed il "double" del 2011 dimostrano come il tecnico sia capace. Tuttavia, lavorare a Roma non sarà facile: l'ambiente è caldo, ancora deluso dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia. L'aver perso contro i cugini laziali, poi, ha reso il ritrovo più bollente del solito, con la necessità di fare bene, da subito. La Roma ha ricominciato con diverse contestazioni: bersagli facili Osvaldo, Pjanic e anche Balzaretti. Adesso, la polveriera d'Italia dovrà ricominciare da capo. Con gli americani sempre al comando, un olandese in più a centrocampo ed un allenatore che ha bisogno che tutti stiano sulla stessa barca. Possibilmente, remando dalla parte giusta.

Kevin Strootman, 23 anni: arrivato dal PSV, sarà la nuova stella della Roma?

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