15.5.13

Le due facce della Sicilia.

Palermo e Trapani: città diverse, seppur distanti appena un centinaio di chilometri fra loro. In comune avevano la marca tecnica (Puma) e l'appartenenza alla stessa terra, la Sicilia. Nonostante la distanza, ora hanno un motivo di condivisione: entrambe le società calcistiche saranno nella Serie Bwin della prossima stagione. Un miracolo o una catastrofe (dipende dai punti di vista), se si pensa che - due anni e mezzo fa - i rosanero giocavano in Europa League ed i granata in Lega Pro-Seconda Divisione. Il tutto per la gioia dei tifosi del Catania, amici dei trapanesi ed acerrimi rivali dei palermitani. Tuttavia, questo non è certo accaduto per caso.

12 maggio 2013: il Palermo retrocede ed i tifosi non ci stanno.

Il Palermo è stato bravo ad affidarsi a Maurizio Zamparini, imprenditore già passato in Serie A con il suo Venezia, che rimembra i tempi di Novellino, Recoba e delle due stagioni nella massima serie nel biennio 1998-2000. Una presidenza che ha riportato il Palermo in A nel 2004, grazie alla guida di Guidolin e ad un vittoria trionfale in B; poi tre quinti posti, quattro partecipazioni all'Europa League ed una finale di Coppa Italia persa contro l'Inter nel 2011. In quel momento, qualcosa si spacca: Zamparini perde Delio Rossi, il miglior allenatore passato per il capoluogo siciliano insieme a Guidolin, e comincia a sbagliare tutto.
Il successore è Stefano Pioli, reduce da un buon campionato sulla panchina del Chievo; il d.s. è Sean Sogliano, autore del miracolo Varese con Sannino. Peccato che Zamparini siluri Pioli appena qualche ora prima del calciomercato, sostituendolo con il tecnico della primavera rosanero, Devis Mangia, arrivato con Sogliano da Varese. L'esordio è col botto: 4-3 all'Inter e la sensazione che la squadra prometta bene, nonostante la perdita nel calciomercato estivo di diversi pezzi da 90, come Pastore, Nocerino e Sirigu. Poi la cacciata anche del d.s. a novembre e l'esonero anche di Mangia prima di Natale, dopo che il Catania vince il derby. Il rendimento in trasferta è fatale per il tecnico, che viene sostituito da Bortolo Mutti; purtroppo, l'andazzo è sempre lo stesso: fenomeni in casa, spaesati in trasferta. Nonostante la gran forma di Miccoli, il campionato dei rosanero termina con un misero 16° posto finale ed una salvezza tirata per i capelli.
Nella stagione successiva, le cose vanno anche peggio: nonostante il rinnovamento, tramite l'arrivo di Perinetti come d.g. (carica mai esistita nel Palermo di Zamparini) e di Sannino come allenatore, i siciliani non decollano. Forse anche la perdita dei senatori Balzaretti e Migliaccio, più quella di Silvestre, accelerano la discesa. Bastano tre partite a far perdere la pazienza al presidente, che caccia prematuramente l'ex tecnico del Siena; intanto, arriva anche Lo Monaco come a.d., mossa che causa l'abbandono di Perinetti. I dieci arrivi nel mercato invernale non cambiano il rendimento del Palermo, così Zamparini caccia anche Gasperini, sostituito a sua volta da Malesani. Tuttavia, bastano venti giorni perché torni l'ex tecnico del Genoa e che anche Perinetti ritorni come d.g.; purtroppo, "Gasperson" dura appena altre tre settimane, prima che Zamperini - ormai disperato - richiami Sannino. I 13 punti conquistati in nove partite non salvano il Palermo dalla B, ma danno la sensazione che Sannino avrebbe potuto fare di più, se presente per tutto il campionato.
Insomma, quattro cambi d'allenatore e due di d.g.: la sensazione è che a Palermo manchi la stabilità, dato che nessuno ha la possibilità di avere abbastanza tempo per mettere a punto un qualche cosa di continuo. E anche quando l'allenatore dura qualche mese di più (vedi caso Mutti), comunque la squadra viene stravolta nel mercato invernale, non dando la possibilità di formare un nucleo valido e forte di giocatori a cui aggrapparsi. Solo osservando le operazioni di mercato del Palermo c'è da rabbrividire: 213 operazioni negli ultimi quattro calciomercati sono una marea! Figurarsi poi se ben 15 milioni di euro vanno via per giocatori come Milanovic, Della Rocca (per la metà...), Lores Varela, Vazquez e Arevalo Rios. Più i 5 spesi su Dybala, che aspettano sorte migliore di quella della stagione quasi finita. Tuttavia, se Zamparini la finirà con le sue intemperanze, c'è il materiale tecnico per ripartire, confermando Sannino e guardando anche ai giovani (i rosanero sono reduci da un bis di vittorie in campionato nei Giovanissimi nazionali).

Fabrizio Miccoli, 33 anni, non ha potuto evitare la retrocessione dei rosanero.

Ben diversa è la storia del Trapani, che narra di una favola miracolosa, persino per le piccole realtà che hanno fatto il doppio salto in questi anni. Nel 2007, la squadra lottava per evitare la retrocessione dall'Eccellenza, tanto per far capire: dalla prossima estate, invece, si ritroverà a giocare in stadi come il "Barbera" di Palermo o il "San Nicola" di Bari. Nel 2010, mentre il Palermo sfiorava la Champions League e si godeva gli ultimi gol di Cavani, il Trapani veniva ripescata nella Seconda Divisione della Lega Pro; una volta acquistata la nuova denominazione - Trapani Calcio s.r.l. - la squadra conquista un'altra promozione, vendicandosi sull'Avellino e conquistando la Prima Divisione dopo qualche anno di purgatorio. A sorpresa, la compagine granata si ritrova prima a metà dello scorso campionato: dopo sette vittorie consecutive nel girone di ritorno, sembra fatta, visto il vantaggio di dieci punti sullo Spezia. Eppure, il Trapani spreca il vantaggio accumulato, facendo solo 11 punti nelle dieci partite rimaste; i liguri vincono il campionato ed i siciliani sono costretti ai play-off, dove subiscono la beffa in finale per mano della Virtus Lanciano.
Quest'anno, nonostante la grande delusione e la presenza del Lecce nel proprio girone, il Trapani non ha mollato. L'ultima giornata vedeva i granata ed i giallorossi con gli stessi punti, ma con una differenza reti favorevole ai primi. Se la sconfitta dei pugliesi a Bergamo ha fatto sperare i mille tifosi giunti a Cremona, il gol del 4-3 di Mancosu al 90' di Cremonese-Trapani ha fatto esplodere la festa.
Il 2013/2014 vedrà il primo campionato di serie cadetta per i siciliani ed il merito va ascritto a varie persone. Anzitutto al presidente, Vittorio Morace, capace di rilevare la società in crisi finanziaria e supportarla nella sua risalita dall'Eccellenza; ai giocatori, in una squadra formata per 16/25 da siciliani, tra cui Salvatore Gambino. Una storia che merita d'esser citata: Gambino è cresciuto nelle giovanili del Borussia Dortmund ed è anche accreditato della vittoria in Bundesliga del 2002. Esordisce in prima squadra, finché non subisce un grave infortunio, che lo porta a lasciare il BVB. Poi Colonia, il Colbenza e la rescissione del contratto nel giugno 2009. Un anno e mezzo fermo scoraggerebbe chiunque, ma non lui, che trova l'accordo con il Trapani nel dicembre del 2010: da lì, vive le vittorie dei granata ed il prossimo anno esordirà in Serie Bwin, nonostante abbia giocato già in Bundesliga e in Coppa UEFA.
E poi ci sono Giacomo Tedesco, Juan Ignacio Castillo, il 37enne capitano Filippi, gli attaccanti Mancosu e Abate, ma c'è sopratutto l'allenatore: Roberto Boscaglia ha 45 anni ed è di Gela, un paese in provincia di Caltanissetta. Ha iniziato nel 2004, con l'Akragas, e non ha smesso di vincere, dall'Eccellenza fino alla Lega Pro per tutto il triangolo del Sud: il "Sicilian One" riesce a mettere insieme gioco offensivo e vittorie. Roba che neanche lo Zeman dei bei tempi, nonostante lui sembra più assomigliare ai manager inglesi per la gestione del gruppo. E ora li attende il derby con il Palermo: le due facce della Sicilia, così diverse, ma a confronto nella prossima Serie Bwin.

Matteo Mancosu, 28 anni, decide Cremonese-Trapani 3-4 al 90': è Serie B.

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