2.5.13

Fine di un'era.

Sarà Bayern Monaco-Borussia Dortmund la finale di Champions League 2012/2013: la prima finale tutta tedesca, dopo che ce ne sono già state una a tinte spagnole (Real-Valencia del 2000), italiane (Juve-Milan del 2003) ed inglesi (Manchester United-Chelsea del 2008). Guardando il cammino delle due squadre, la finale più giusta, poiché le due compagini teutoniche hanno fatto del loro meglio per annichilire gli avversari. E mentre la Germania esulta, in Spagna ci si chiede se è finita un'era.

Jurgen Klopp, 45 anni: il suo BVB è in finale di Champions dopo 16 anni.

Gennaio 2013: alla premiazione del Pallone d'Oro, nella top-11 dell'anno sono presenti unicamente giocatori provenienti dalla Liga. Cinque sono del Barcellona, cinque del Real Madrid ed il superstite è lo straripante Radamel Falcao. Tutti stupiti, ma non troppo: se si vanno a consultare i migliori 11 degli anni precedenti, si scopre come, nelle ultime quattro edizioni, i rappresentanti della Liga siano stati sempre in maggioranza: sei nel 2009, sette nel 2010, nove nel 2011 e la tombola del 2012. Insomma, non era solo favoritismo: era il segnale di come questo campionato ed il movimento calcistico spagnolo fossero in grado di produrre un grandissimo serbatoio di campioni, oltre che ad importarlo dall'estero (gli acquisti di CR7 e Falcao vertono in questo senso). Un riconoscimento meritato, poiché la Spagna ha dominato nel quadriennio 2008-2012: due Champions League, due UEFA Europa League, quattro su quattro in Supercoppa Europea e due Coppe del Mondo per club portate a casa. In più, con la nazionale, sono arrivati due europei e, in mezzo, il primo mondiale conquistato nella storia delle "furie rosse". Un dominio così chiaro da risultare inattaccabile.
Invece, quest'anno è successo di tutto: la Liga è sembrata sfilacciata fin dall'inizio, con il Barca a dominare ed il Real capace a malapena di riprendere l'Atletico al secondo posto. Nelle competizioni di club, Barca e Real sono arrivate in semifinale, ma soffrendo: sopratutto i blaugrana hanno palesato una difficoltà nel giocare senza Messi, rischiando di uscire sia contro il Milan che contro il PSG. Una volta giunte in semifinale, le due superpotenze iberiche sono state ammazzate nella culla: passivo record all'andata (8-1 il totale delle due partite a favore dei club tedeschi) e rimonte quasi impossibili. Se il Real stava per farcela, sarebbe stato possibile solo grazie all'inesperienza del Borussia Dortmund: gruppo giovane, forte, ma inesperto a questi livelli, tanto che nessuno di loro aveva giocato una semifinale di Champions League. Invece, il Bayern ha ribadito la superiorità dell'andata, schiacciando il Barca anche al "Camp Nou". Se permettete un parallelo, il Bayern 2012/2013 ha ricordato il Barcellona 2008/2009, quello del primo anno di Guardiola: non per nulla, il "tiki-taka" di Pep schiacciò 4-0 nei quarti di quella Champions il Bayern di Klinsmann. Ora, il mondo è stupito di fronte alla grandezza dei bavaresi e chissà questa squadra cosa regalerà al calcio nel futuro prossimo. Ci si chiede se ci sarà un altro quadriennio di dominio, stavolta a tinte tedesche. Un successo che deriva anche dal modulo, quel 4-2-3-1 usato da entrambe le compagini e anche dalla nazionale. Per altro, il primo ad usare uno schieramento del genere fu Giovanni Trapattoni, allora C.T. dell'Italia: indovinate in quale partita? Germania-Italia, 20 agosto 2003 a Stoccarda: allora, con Camoranesi, Totti e Del Piero dietro l'unica punta Vieri, vinsero gli azzurri per 1-0. Viene da chiedersi se i tedeschi non abbiano preso appunti all'epoca. Aggiungo poi come, nella top-11 della FIFA sopracitata (creata nel 2005), non è mai entrato nessun giocatore proveniente da un club tedesco: un'abitudine da spezzare quanto prima.

Cristiano Ronaldo, 28 anni: sconsolato, è alla quarta semifinale persa in CL.

E mentre ci si chiede questo, si analizza quella che potrebbe essere la fine di un'era: la Spagna ha concluso il suo ciclo vincente? E' presto per dirlo. Indubbiamente, però, la scoppola presa da Real e Barca fa riflettere, con conseguenze diverse. Il botto è sicuramente più forte per i blaugrana: si sperava che Vilanova non facesse rimpiangere Guardiola, ma - a livello europeo - non è stato così. Si potrebbe parlare di giocatori scarichi dopo quattro anni di vittorie, ma non basta: la "Messi-dipendenza" è sembrata troppo forte, confermata anche dal bisogno di schierare il 10 argentino nel ritorno contro il PSG per cercare il passaggio del turno. Ieri, con un 4-0 da rimontare, Vilanova ha preferito non rischiarlo e tenerselo per chiudere la Liga (mancano ancora cinque punti per vincerla matematicamente). Tuttavia, se Barcellona piange, Madrid non ride: il Real può vincere due titoli in questa stagione, visto che c'è la finale di Copa del Rey contro i cugini dell'Atletico, dopo aver vinto la Supercoppa spagnola in agosto. In ogni caso, non si può non notare la mancanza di efficacia che il calcio di Mourinho ha avuto in questa stagione. Ad inizio anno, avevo pronosticato il Real vincitore di questa Champions e non ci sono andato lontano; tuttavia, i "blancos" hanno giocato in maniera molto concreta e non hanno mai dato spettacolo. Nulla di grave, visto che le squadre dello Special One giocano così; forse, però, i media spagnoli - dopo tre anni - si aspettavano qualcosa in più dal tecnico portoghese, che probabilmente lascerà senza aver portato a termine la sua missione: vincere la decima Champions con il Madrid e la terza personale in tre club diversi. Ci riproverà, probabilmente al Chelsea, dove i fans adoranti lo aspettano e la coppa dalle grandi orecchie gli è sempre sfuggita. Va detto che questa è la semifinale in cui il Real è sembrato più in difficoltà: nel 2011, Messi vinse da solo quel turno; nel 2012, il Bayern fu più forte dal punto di vista mentale. In questa semifinale, invece, il Dortmund ha massacrato i "blancos" all'andata e solo nel finale di gara il Real è sembrato vivo. Tra l'altro, non è andata meglio ai club spagnoli in Europa League: l'Athletic Bilbao, finalista nel 2012, è uscito addirittura nel girone; l'Atletico Madrid, vincitore l'anno passato, è stato eliminato dal Rubin Kazan nei sedicesimi di finale. La migliore esponente spagnola è stata il Levante, fermatasi agli ottavi nella sua prima partecipazione europea.
Insomma, il calcio spagnolo si pone degli interrogativi: dopo quattro stagioni, la Spagna non avrà nessuna finalista in alcuna competizione europea. Il dominio è forse finito, ma per dirlo bisognerà aspettare la prossima stagione o la Confederations Cup di quest'estate: se anche la nazionale desse segni di cedimento, sarebbe la conferma di un possibile ridimensionamento degli iberici.

I giocatori del Bayern esultano al "Camp Nou": superiorità schiacciante.

Nessun commento:

Posta un commento