17.1.13

Oppure Monaco.

E chi se l'aspettava. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, per altro anticipata in esclusiva da Gianluca Di Marzio, ma adesso è tutto fatto: Pep Guardiola è pronto a tornare in pista. Dopo anni di successi e complimenti di stampo internazionale, il tecnico catalano ricomincerà. Non da un club a caso, ma dal Bayern Monaco: ebbene sì. Sembrava impensabile fino a qualche mese fa, dato che Guardiola gravitava sopratutto in orbita Premier. Avrebbe potuto rappresentare il post-Ferguson allo United, la soluzione ai problemi del City o il "profeta" che il Chelsea ha sempre voluto da quando Mourinho se ne è andato. Niente di tutto questo: Pep se ne andrà in Baviera e sarà alle dipendenze del Bayern dalla prossima estate. Inutile dire che non vedo l'ora..

Un 28enne Guardiola capitano del Barca: ben 11 stagioni con la maglia blaugrana.

La storia di Pep Guardiola la conoscono un po' tutti, ma è giusto fare un riassunto delle puntate precedenti; specie se il protagonista ha una così grande importanza e la telenovela prosegue da diversi mesi. Nato 41 anni fa a Santpedor, paesino della Catalogna, Guardiola non è mai stato il solito personaggio del calcio: infatti, il buon Pep ha rappresentato una figura particolare in questo mondo pallonaro così attento all'apparenza. Entra nelle giovanili del Barcellona nel 1983, ma non ci vuole molto perché entri in prima squadra e diventi una colonna di quel "dream team" che portò la prima Champions League a Barcellona nel 1992. Non solo: rimane al "Camp Nou" fino al 2001, diventando il capitano e l'idolo di molti "canterani" blaugrana (tra cui anche Iniesta, Xavi e Fabregas). Il legame con la terra natia è forte, ma gli infortuni e la voglia di provare nuove esperienze lo spingono in Italia. Dopo aver detto no a Parma e Roma negli anni '90, Guardiola ha un breve, ma felice periodo a Brescia, mentre a Roma passa sottotraccia. Gli ultimi anni li trascorre tra Qatar e Messico, finché non appende gli scarpini al chiodo e passa alla panchina.
La carriera da calciatore si chiude con qualche rimpianto, sopratutto in nazionale, dove gli infortuni lo limiteranno; tuttavia, quella da tecnico sarà un'ascesa trionfale. A 36 anni, Guardiola viene chiamato alla guida del Barcellona B, la seconda squadra blaugrana: subito vittoria della Tercera Division (quarta divisione spagnola) e promozione ottenuta, con Tito Vilanova al suo fianco. A quel punto, il presidente Joan Laporta non esita a liberarsi di Frank Rijkaard, assumendo Pep come allenatore della prima squadra. Ed il novello condottiero non sbaglia niente, a cominciare dal mercato. Il Barcellona, reduce da una stagione deludente, cede Deco, Ronaldinho, Dos Santos ed Edmilson, tutti considerati fuori dal progetto di Pep; invece, Guardiola compra Dani Alves e Keita dal Siviglia, Martin Caceres dal Villareal, ma sopratutto si riprende Gerard Piqué dal Manchester United. Mai mosse furono più azzeccate: il Barcellona si ringiovanisce e crea i presupposti per un'annata storica, anche grazie al "tiki-taka" del tecnico, un gioco fatto di scambi brevi e continui, nonché di tagli che mettono in difficoltà le difese avversarie. Mettici che ad interpretarlo sono giocatori come Messi, Eto'o, Henry, Iniesta e Xavi ed il resto è fatto: il Barcellona umilia il Real in Liga, stravince la Champions e porta a casa la Coppa del Re. Un trionfo su tutta la linea. Insomma, è un team da record, dato che completa - nella stagione successiva - anche il "sextete", vincendo anche Supercoppa Europea, Supercoppa Spagnola e Coppa del Mondo per club. Da quel punto in poi, il Barca di Guardiola ingaggia dure lotte con Mourinho e vince un'altra Champions; certo, c'è anche il guaio Ibrahimovic, due eliminazioni in semifinale di Champions e la vittoria del Real nell'ultima Liga. Tuttavia, è giusto pensare al quadriennio del Pep come fantastico: a dimostrarlo, c'è la commozione nella conferenza stampa che sancì l'addio di Guardiola al Barcellona. Tutto sommato, vincere 14 trofei in quattro anni - dopo averne vinti 16 in 12 stagioni da giocatore blaugrana - non è da tutti.

Guardiola e la Champions a Roma nel 2009, la prima delle due vinte con il Barca.

Il resto è storia: il tecnico catalano si prende un anno sabbatico e vaglia diverse ipotesi, finché non è arrivato l'annuncio ufficiale del Bayern, con cui Guardiola si legherà fino al 2016. Lo spagnolo prenderà il posto di Jupp Heycknes, attuale allenatore dei bavaresi che si ritirerà a fine stagione. Ci sono state tante domande sulla sua scelta: cerchiamo di sviscerarle con calma. Innanzitutto, è chiaro come i tre anni di Guardiola al Bayern sono simbolo di un progetto più ampio. Dire che il Bayern dovrà diventare come il Barcellona è sbagliato: economicamente e a livello di gestione, i bavaresi rappresentano un club migliore di quello blaugrana. Infatti, qualche dato salta all'occhio: i tedeschi si sono potuti permettere quest'accordo perché hanno un bilancio a posto, uno stadio all'avanguardia ed un tifo così caldo da esaurire gli abbonamenti per lo stadio già a luglio. Insomma, ci sono le premesse perché Pep possa fare quel che vuole in Germania.
Non solo premesse economiche, ma anche tecniche: il calcio tedesco ha fatto un notevole salto in avanti grazie alla creazione di accademie e si è notato sopratutto nell'ultimo Mondiale. Un gap tecnico che il calcio italiano, tanto per fare un esempio, sta pagando anche a livello di club: non è un caso che la Germania abbia guadagnato un posto in Champions a discapito dell'Italia. Tra le squadre che hanno investito (e continuano a farlo) nelle giovanili, c'è proprio il Bayern, che nelle sue fila ha prodotti del vivaio come Lahm, Schewinsteiger, Kroos, Muller, Alaba e Badstuber. A questi vanno aggiunti alcuni dei migliori giocatori al mondo (Neuer, Ribery, Robben) e giovani interessanti acquistati altrove (Shaqiri, Javi Martinez). Quindi il Bayern è già adesso una delle migliori squadre d'Europa; con Pep in panchina, chissà, potrebbe diventare una delle migliori compagini della storia.
La sfida tecnica è ben delineata: tornare a vincere la Champions e a dominare in Bundesliga. Se il primo obiettivo manca dal 2001, il secondo è complicato anche a causa di quel Borussia Dortmund che sta stupendo l'Europa con il suo gioco.. "stile Barcellona". E quindi la Bundesliga, oltre ad essere una lega in crescita, avrà la fortuna di ospitare - dalla prossima estate - due delle squadre più belle che il mondo potrà mai avere. Ma vi immaginate la fortuna di assistere ad uno scontro tra il Bayern Monaco di Guardiola ed il Borussia Dortmund di Jurgen Klopp? Io mi porto avanti con le lacrime.
Insomma, l'allenatore più apprezzato degli ultimi anni avrebbe potuto scegliere la Premier ed i suoi soldi (Abramovich gli avrebbe offerto 22 milioni a stagione per allenare il Chelsea!). Oppure Monaco. Pep ha optato per quest'ultima e la sua sfida è difficile, ma chissà che non ci stupisca ancora, come solo lui ha saputo fare nel quadriennio di Barcellona. Buona fortuna, seppur dalla prossima estate.

Josep Guardiola, 41 anni: da luglio, sarà il tecnico del Bayern Monaco.

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