12.11.12

Futuro pianificato.

Tempo di pausa per il campionato di Serie A: mercoledì sarà la nazionale a guadagnarsi l'attenzione che merita, visto che giocherà un test-match non da poco a Parma contro la Francia. Ma l'Italia può contare su un futuro luminoso, sopratutto grazie ad un centrocampo potenzialmente fantastico. Già, perché il C.T. Prandelli ha finalmente convocato in nazionale Alessandro Florenzi, tuttofare di metà campo della Roma; nella rosa degli Azzurri ci sono già Claudio Marchisio e Marco Verratti. Questi tre giocatori insieme potrebbero rappresentare uno delle mediane migliori della storia azzurra.

Riguardo uno dei leader maximi della Juventus, c'è poco da dire. In un precedente articolo ne abbiamo tessuto le lodi, definendolo uno come dei migliori esponenti del ruolo; un centrocampista moderno, in grado di segnare, inserirsi e contribuire in modo tangibile al gioco della propria squadra. Ma ciò che non si è messo in conto è che lo juventino potrebbe essere il futuro della nazionale, proprio insieme a questi due "ragazzini".

Claudio Marchisio, 26 anni, punto di riferimento per la nazionale azzurra.

Marco Verratti, nato il 5 Novembre 1992 a Pescara, non è nuovo a chi mastica di calcio: il suo nome è rimbalzato su giornali e trasmissioni sportive per molti mesi. Grazie al suo contributo, il Pescara di Zeman ha disputato una stagione straordinaria, portando a compimento il percorso che portò alla promozione dalla B alla A. Il piccolo Marco (non è proprio un gigante..) ha conquistato da tempo la sua città natale: il Pescara lo ha cresciuto da quando aveva otto anni e lo ha fatto esordire a 16, quando gli abruzzesi militavano addirittura in Lega Pro. Nell'ambiente tranquillo dell'Adriatico, Verratti ha potuto crescere in pace, senza gli assilli del risultato a tutti i costi; in tal modo, il suo talento è potuto crescere, fino a rendersi indispensabile per la prima squadra. Nato come trequartista, Verratti si è imposto in questo ruolo ed è stato ben gestito dal club, che non lo ha gettato nella "fossa dei leoni" senza controllo, ma lo ha centellinato sul campo. Una volta che il Pescara raggiunge la promozione in Serie B, il piccolo trequartista diventa titolare ed il tecnico Di Francesco non esista a mandarlo sempre in campo: saranno 29 le presenze (con un gol) nel suo primo anno di serie cadetta, durante il quale viene chiamato dall'U-19 azzurra. Passa un anno e Zeman, arrivato a Pescara tra l'entusiasmo generale, ha un'intuizione geniale: spostare Verratti nella posizione di regista. Difatti, nel 4-3-3 del boemo, non c'è spazio per il trequartista e così il tecnico prova una mossa alla Ancelotti, che aveva trasformato Pirlo da numero 10 a regista puro.
Per Verratti è l'anno della consacrazione. Zeman azzecca la mossa della vita ed il Pescara ne beneficia; inoltre, grazie ad altre intuizioni di buon livello, il boemo porta il club abruzzese in Serie A. All'Adriatico, ogni settimana, va in onda lo show di "Zemanlandia", di cui Verratti è interprete principale, sfornando ben nove assist. Nel frattempo, anche l'U-21 lo convoca, facendolo esordire nella rappresentativa giovanile del calcio azzurro.
A quel punto, molte squadre si portano su Verratti: Napoli e Juve vorrebbero il talento di Pescara, ma non sono troppo decise nel mettere i soldi sul banco. Al posto loro, lo fa il Paris Saint-Germain, dove Ancelotti ha capito di poter avere un genio in mezzo al campo e non esita a farlo suo: 12 milioni agli abruzzesi e Verratti realizza il sogno di giocare in Champions League con i parigini. Ibrahimovic non è più soltanto qualcosa di lontano, ma un compagno di squadra decisivo.
E le soddisfazioni non finiscono qui: Prandelli si accorge del talento del ragazzo e, nonostante giochi in B, lo chiama per lo stage pre-Europeo. Alla fine Verratti non segue i compagni in Polonia e Ucraina, ma viene stabilmente convocato, esordendo in un'amichevole contro l'Inghilterra in Agosto. Insomma, il dopo-Pirlo è assicurato con questo fenomeno della regia, che si sta confermando in Ligue 1 e che ha avuto un'escalation continua di successo.

Marco Verratti, 20 anni: la nuova regia azzurra sarà affidata a lui?

La storia di Alessandro Florenzi è ben diversa. Non ha mai avuto il talento da genio di Verratti o il dono da predestinato di Marchisio, ma ha sempre corso. Tanto e comunque. Nato il 11 Marzo del 1991 a Roma, il centrocampista non ha avuto tecnica o colpi da fuoriclasse, ma due polmoni inesauribili; a suo vantaggio, va anche detto che gli dei del calcio l'hanno premiato con una dote d'inserimento fuori dal comune.
Cresciuto nelle giovanili dei giallorossi, ha il merito di vincere il Campionato Primavera nel 2011 con la squadra allenata da Alberto De Rossi. Tra i Caprari, i Montini, gli Antei ed i Piscitella, questo mediano dalla corsa inesauribile non sembra spuntare come uno dal futuro assicurato. Intanto, il ragazzo si toglie una soddisfazione incredibile, esordendo in Serie A contro la Sampdoria nell'ultima giornata del campionato 2010/2011. 
Tolto questo desiderio dalla lista, per Florenzi giunge l'ora di farsi valere in Serie B: la Roma lo presta al Crotone, che sarà il luogo della sua esplosione. In serie cadetta, non passa domenica in cui non si faccia notare: con 11 gol in 37 partite, il centrocampista vince il premio di "miglior giovane" della Serie B e torna alla casa madre con ottime credenziali. Oltretutto, l'Under-21 si accorge di lui già prima delle ottime prestazioni di Crotone e Florenzi diventa punto di riferimento per la nazionale di Ferrara.
Riscattato dai calabresi per 1,2 milioni di euro, la giovane mezz'ala deve conquistarsi un posto nelle gerarchie di Zeman nonostante la folta presenza in mezzo al campo per la Roma. Alla seconda di campionato, in trasferta contro l'Inter, Florenzi ne approfitta per farsi conoscere e segna il primo gol in Serie A; non ci mette molto a ripetersi la settimana successiva, stavolta all'Olimpico contro il Bologna. La cosa strabiliante è che Florenzi è stato fondamentale in quest'inizio di campionato giallorosso: su 12 partite giocate, in 10 è partito titolare, nelle altre due ha comunque giocato almeno un quarto d'ora. Quando un giocatore si dice "fondamentale"..
Inoltre, Florenzi ha messo la sua firma anche sulla qualificazione dell'Under-21 al prossimo Europeo di categoria, segnando uno delle tre reti che hanno consentito di battere la Svezia in terra straniera e garantirsi l'accesso alla fase finale. E adesso è arrivata anche la chiamata di Prandelli.


Alessandro Florenzi, 21 anni, la nuova rivelazione della Roma zemaniana.

Insomma, un futuro perlomeno assicurato. Non vorrei esagerare, ma il futuro - se gestito in maniera adeguata - pare luminoso. Un centrocampo a tre con Verratti (classe '93) in regia, accompagnato da Marchisio (classe '86) e Florenzi (classe '91) come mezz'ali, potrebbe rappresentare uno dei più forti nella storia della nazionale italiana. E' presto per fare osservazioni concrete, ma se le premesse saranno mantenute, c'è da essere ottimisti. Anzi, meglio spingersi oltre: se il resto della squadra avrà metà della qualità di questo centrocampo, il Mondiale del 2014 sarà più facile da affrontare.

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