18.10.12

In continua sfida con il passato.

Non è una novità che Lionel Messi sia uno dei giocatori più forti al mondo, se non il migliore al momento. E quando un concetto del genere si solidifica nella mente degli appassionati, la sfida con chi ti sta intorno sul campo da gioco non vale più; perciò, si porta questa sfida ad un livello più alto. Sono anni che ci si chiede se sia possibile paragonare Messi con i grandi del calcio. E adesso la sfida si sposta su un altro campo, quello del tempo: può Messi essere considerato ai livelli di Maradona e Pelé, se non addirittura migliore di loro? Sembrerebbe che le recenti imprese con la nazionale argentina lo stiano elevando su questo piano..

Un 18enne Messi segna il suo primo gol ai Mondiali del 2006 contro la Serbia.

Lionel Messi, nato a Rosario nel 1987, è ormai conosciuto anche da chi non segue il calcio. Uno dei migliori prodotti degli ultimi anni calcistici, è una superstar nel Barcellona, con il quale ha vinto numerosi trofei, ma gli è sempre mancata la consacrazione con l'Albiceleste. Nonostante già due Mondiali disputati alle spalle, Messi non ha lasciato ancora nessun segno indelebile nella storia della nazionale argentina. Il suo rapporto con i tifosi dell'Argentina è sempre stato segnato da un paragone difficile da reggere: Diego Armando Maradona. Una comparazione che ha già fatto fuori parecchi talenti degli ultimi vent'anni (Aimar e D'Alessandro, tanto per fare un paio d'esempi) e che rischiava di schiacciare anche Lionel. In effetti, guardando i grandi appuntamenti internazionali a cui il Pallone d'Oro ha partecipato, ci sono state più ombre che luci.
I risultati di squadra sono sempre mancati e Messi non è mai stato in grado di fare veramente la differenza nel momento decisivo. Nel 2006 era poco più che un ragazzino ed il gol alla Serbia lo fece conoscere al mondo, ma tutto sommato non giocò neanche la partita decisiva per l'Albiceleste, quella dei quarti di finale in cui venne eliminata dalla Germania. Purtroppo, nel Mondiale successivo, il fenomeno del Barca ha mostrato poco del suo potenziale, risultando impalpabile nel momento dell'eliminazione: il 4-0 subito dalla Germania fu senza storia e neanche la classe dell'argentino riuscì a ribaltare le sorti di quella partita. Una mazzata che mise in ginocchio anche il suo C.T., Diego Armando Maradona, che - guarda caso - è il punto di paragone per stabilire se Messi è davvero il più grande della storia del calcio mondiale.
Raschiando nel passato e spostando il nostro sguardo su altre competizioni, come la Copa America, il bilancio personale non migliora. Nella prima competizione continentale disputata dal genio di Rosario, Messi mise a segno due reti nella Copa America del 2007: una nei quarti di finale contro il Perù e l'altra nelle semifinali contro il Messico. Due trionfi che portarono l'Argentina alla finale di Maracaibo, dove la nazionale di Basile le prese sonoramente dal Brasile di Dunga: un 3-0 senza se e senza ma, che consegnò la Copa America ai verdeoro. Quattro anni dopo, il fatto che l'Argentina ospitasse la manifestazione non è bastato a Messi per alzare le sue prestazioni; anzi, semmai è stato un deterrente, vista la pressione che si era manifestata riguardo le prestazioni del fuoriclasse del Barcellona. Un girone balbettante fu solo il preludio all'eliminazione nei quarti di finale, avvenuta per mano dell'Uruguay ai calci di rigore; anche in questo caso, nessun segno evidente della grandezza calcistica di Messi, ancora una volta mancato nel momento cruciale.
Insomma, se escludiamo le Olimpiadi di Pechino del 2008 (concluse con la medaglia d'oro vinta dall'Argentina) e la Coppa del Mondo Under-20 del 2005 (vinta da miglior giocatore del torneo, con sei gol realizzati), il rapporto tra l'Argentina e Messi è stato sempre tribolato. Fino agli ultimi mesi, nei quali l'argentino si sta mettendo in evidenza, trascinando (da capitano) la nazionale.

Mondiali del 2010: Messi finisce fuori ai quarti di finale, senza neanche una marcatura.

E adesso riparte il paragone. Grazie agli ultimi gol segnati nella qualificazione ai Mondiali del 2014, Messi ha definitivamente conquistato i tifosi dell'Albiceleste. Sul 3-0 all'Uruguay di venerdì scorso, c'è la firma indelebile della  "Pulce", così come sul 2-1 esterno al Cile: tre gol ed un assist. 12 dei suoi 31 gol in nazionale sono arrivati sono quest'anno, distribuiti in otto partite. Insomma, finalmente Messi pare sulla strada giusta e sembra poter diventare decisivo per le sorti della sua nazionale. Il problema è che la domanda è sempre la stessa: riuscirà ad esserlo nei momenti più importanti, come in un Mondiale? Attenzione, non è che il suo avversario di sempre Cristiano Ronaldo sia messo meglio, dato che anche l'asso del Madrid ha fatto progressi in questo campo solo negli ultimi Europei..
Ma più sei in alto, più devi dimostrare che non ci sei capitato per caso. E più ti dicono che sei il miglior giocatore che il calcio abbia visto negli ultimi anni, più devi meritartelo. E forse è questa la più grande differenza tra gli assi del calcio mondiale d'oggi con quelli di ieri. Ronaldo - quello vero, come piace dire a molti - ha vinto un Mondiale (quasi) da solo; Zidane ha conquistato la Coppa del Mondo e l'Europeo in una Francia fortissima, ma nella quale era leader indiscusso. Cosa hanno conquistato Messi e Cristiano Ronaldo ad oggi in campo internazionale con le proprie nazionali? Nulla. Magari è questo il problema: sono giocatori eccezionali, ma che devono dimostrare di valere da soli  una vittoria così importante, come può essere quella di un Mondiale, di un Europeo o di una Copa America.
E' questo il problema per Messi: l'essere in continua sfida con il passato. Che si chiami Maradona o Ronaldo, poco importa.

Con tre gol, Messi ha deciso le ultime due gare: il paragone con Maradona è ancora valido?

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