8.8.12

Il fu Golden Boy.

Dieci anni fa aveva il mondo ai suoi piedi. I suoi gol facevano il giro del mondo, facendo vibrare Anfield a ogni sua giocata. Ma la vita di Michael Owen è cambiata parecchio: se dieci anni fa era uno dei giocatori più forti del mondo, con il futuro nelle sue mani, oggi è solo uno dei tanti svincolati che offre un mercato dominato dalla crisi economica e dagli sceicchi pigliatutto. Ma cos'è successo a questo straordinario giocatore per arrivare fino a questo punto?

Owen e la serata migliore della sua carriera con l'Inghilterra: la tripletta a Monaco di Baviera contro la Germania.

Nato nel 1979, la leggenda racconta che il ragazzo sarebbe dovuto nascere in Galles, ma l'ospedale più vicino era a Chester, in Inghilterra, e questo fu il motivo grazie al quale gli inglesi l'hanno potuto ammirare con la nazionale dei Tre Leoni. Alla Deeside Primary School, Owen infrange i record: 97 gol in una stagione, superando i 72 segnati da Ian Rush
A 12 anni, il Liverpool si accorge di lui e lo tessera, nonostante si racconti che il piccolo Owen fosse tifoso dell'Everton, la rivale cittadina dei Reds. Dopo essersi diplomato, firma il primo contratto per il Liverpool a 17 anni, entrando a far parte di una storia gloriosa, ma buia in quegli anni, in cui il club fatica a tornare al successo degli anni '80.
Il suo esordio è vicino: dopo la vittoria nella FA Youth Cup del 1996, Michael veste per la prima volta la maglia del Liverpool in competizioni ufficiali in Wimbledon-Liverpool del 6 Maggio 1997, nel quale trova anche il primo gol di una lunga carriera. Dalla stagione 1997/98, anche per un infortunio subito da Robbie Fowler, Owen entra in prima squadra per non uscirne più. 
La sua prima stagione da pro è fenomenale: 23 gol in 44 partite giocate con la maglia dei Reds. A quel punto, Glenn Hoddle - c.t. dell'Inghilterra - non può ignorare l'exploit e chiama il Wonder Boy per i Mondiali del 1998. Segna in un'amichevole con il Marocco, diventando il più giovane marcatore nella storia della nazionale inglese (record poi battuto da Wayne Rooney).
La sua popolarità è così ampia da chiedere che Owen sia il titolare accanto a Shearer. Hoddle cede, venendo ricompensato per l'azzardo: il ragazzino gioca un Mondiale straordinario. Realizza un gol e colpisce un palo nella gara persa contro la Romania; negli ottavi di finale contro l'Argentina,  poi, illumina il mondo con un gol che lo consacra a livello internazionale.
Purtroppo, l'avventura inglese a quei Mondiali finirà in quella partita. Ma Owen è lanciato verso la gloria e con il Liverpool continua a stupire: nel biennio post-Mondiale, l'attaccante firma 35 gol in 70 partite. Nel 2001 arriva la consacrazione definitiva, con il Liverpool vince cinque trofei: Carling Cup, F.A. Cup, Coppa UEFA, Charity Shield e Supercoppa Europea.
Il numero 10 realizza due gol nella finale di F.A. Cup contro l'Arsenal e segna quattro gol nella camminata vincente in Coppa UEFA. In più decide la Supercoppa Inglese contro il Manchester United e quella Europea contro il Bayern Monaco. La ciliegina finale arriva il 1° Settembre 2001, quando segna una tripletta nella trionfante sfida dello Stadio Olimpico di Monaco, in cui l'Inghilterra batte la Germania a domicilio per 5-1.
Inevitabile l'epilogo: Owen è il Pallone d'Oro 2001, con buona pace di Raul, Kahn, Beckham, Totti e Figo. Da quel momento in poi, però, l'apice della carriera di Owen è già alle spalle. Sotto porta è sempre letale, sia nel Liverpool (75 gol in 135 partite, spalmate in tre stagioni) che in nazionale (14 gol in 34 partite), ma non arriva nessun altro alloro, se non un'altra Carling Cup.
Le delusioni con la nazionale sono molteplici: al Mondiale del 2002, l'Inghilterra esce ai quarti con il Brasile; a Euro 2004, ci si arrende al Portogallo dopo i rigori. Owen segna, ma non trascina la nazionale. E c'è anche l'addio a Liverpool: Gerard Houllier non è più l'allenatore e al suo posto è arrivato Rafael Benitez.
Lo spagnolo vorrebbe ripartire da Owen, ma il numero 10 del Liverpool è in panchina affinché possa giocare in Europa con la squadra che lo comprerà. Il Real Madrid per 10 milioni di euro più Antonio Nunez, che effettua il percorso inverso rispetto al campione inglese.

Il Liverpool è stato il vero interruttore della carriera di Owen.

Al Santiago Bernabeu, Owen non è che l'ennesimo "pezzo da novanta" comprato dal Real nella solita faraonica campagna estiva di Florentino Pérez. E gli inizi con i Blancos sono duri: i tifosi spagnoli si lamentano della sua scarsa forma. Tuttavia, Owen comincia a segnare, fino a realizzare 18 marcature in 41 match stagionali: l'inglese ha la migliore media-gol tra gli attaccanti. 
Ciò nonostante, i Blancos acquistano Julio Baptista dal Siviglia e Robinho dal Santos l'estate successiva. Così l'avventura di Michael Owen a Madrid è già finita e lui decide di tornare in Premier League: dove il Newcastle United spende ben 21 milioni di euro per averlo. Da par suo, il Real riesce nella rarissima impresa di realizzare una plusvalenza. 
I Magpies sono funzionali al garantirsi la titolarità ai prossimi Mondiali del 2006. 20 mila persone si precipitano a vedere la presentazione del Golden Boy e molti si chiedono quale potrà essere il vero apporto di Owen dopo l'annus horribilis di Madrid. La stagione è travagliata: vari infortuni limitano il potenziale del giocatore, che però ha una media-gol invidiabile, con sette reti segnate in 11 partite. 
Diversi imprevisti potrebbero tenerlo lontano dal Mondiale, ma Owen ce la fa e gioca le prime due partite, prima di infortunarsi gravemente contro la Svezia. La diagnosi non lascia scampo: rottura del legamento anteriore del crociato. Il risultato? Un anno di stop, con Owen che torna ad allenarsi solo nel febbraio del 2007. Tre partite senza gol sonoil bilancio della stagione 2006/07: un disastro.
Nel frattempo, Freddy Shepherd, presidente del club, ipotizza una sua cessione, sebbene precisi che nessuno dei quattro grandi club inglesi sia su di lui. Ma Owen decide di non sfruttare la clausola di rescissione (10 milioni di euro), bensì riparte da zero per la stagione successiva. Ancora una volta, sulla sua strada si parano numerosi infortuni, che limitano le sue presenze. 
Tuttavia, Owen segna 13 gol in 33 partite stagionali e dimostra di poter dare ancora qualcosa. Le notizie negative, però, arrivano dalla nazionale: con la nomina di Fabio Capello come c.t., Owen è out, vista la presenza di una punta sola nel modulo dell'Inghilterra. E in quel ruolo c'è già Wayne Rooney. Finisce così, con 40 gol in 89 presenze, l'avventura di Michael Owen con la maglia della nazionale dei Tre Leoni.
Le cose non vanno meglio neanche al Newcastle. Il 2008/09 è una stagione terribile: l'attaccante perde tutto il ritiro pre-campionato a causa degli orecchioni, i Magpies sprofondano in classifica e il suo contratto è all'ultimo anno. Mentre Owen posticipa il rinnovo alla fine della stagione, si susseguono le voci di un suo ritiro e il Newcastle retrocede incredibilmente, nonostante una squadra con tanti nomi prestigiosi. 
Così Michael fugge da Newcastle, per finire a sorpresa al Manchester United. L'attaccante afferma sempre di "essere stato sorpreso dalla proposta di Ferguson, venuta fuori dal nulla"; l'ex Liverpool firma per due anni con i Red Devils, ritagliandosi un ruolo da rincalzo. Owen si prende una responsabilità pesante, ereditando il numero 7 di quel Cristiano Ronaldo volato a Madrid per 95 milioni di euro.
I momenti buoni per Michael Owen al Manchester United si possono contare sulle dita di una mano e sono quasi tutti concentrati nella prima stagione: il gol decisivo nel derby di Manchester per il 2-1 finale, la tripletta in Champions League in casa del Wolfsburg e il gol di apertura nella finale di Carling Cup contro l'Aston Villa, vinta poi dal Manchester United per 2-1. 
I ricordi positivi finiscono qui: in mezzo, tantissimi infortuni e un basso minutaggio. Nove gol nella prima stagione, ma nel 2009/10 sono solo cinque. Ferguson gli propone un estensione di un anno del contratto e Owen accetta, ma nell'ultima stagione l'attaccante è sembrato messo da parte e ha giocato solo quattro partite, con tre gol all'attivo. 
A 32 anni, Owen sta cercando un altro posto dove poter rinascere e dimostrare che tutto quello che ha dato nei primi anni della sua folgorante carriera non è solo un lontano ricordo. Molti tifosi del Liverpool ne sognano il ritorno. Ma la domanda è un'altra: rivedremo mai il Golden Boy che saltava Ayala come un birillo e sparava il pallone all'incrocio? Speriamo di sì.

Michael Owen, ? anni, ha concluso la sua avventura con il Manchester United.

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