7.6.12

Alla fiera dell'Est.

E' ormai ora: gli Europei sono arrivati ed è giusto parlarne più che dettagliatamente. La 14esima edizione del campionato europeo di calcio si svolgerà in due paesi ospitanti, Polonia ed Ucraina, che sono riusciti ad organizzare un'edizione congiunta, seppur tra mille polemiche, sopratutto per le vicende ucraine. Ma non credo che, al momento dell'assegnazione al paese ospitante, non sapessero il clima in Ucraina. Oltretutto, l'Italia era in corsa per l'assegnazione, salvo perdere miseramente per 8 voti a 4 contro paesi in cui accadono determinate cose. Perciò lamentiamoci di meno e proviamo a concentrarci solo sul lato sportivo (difficile farlo in questo periodo) e ad analizzare come le 16 squadre qualificate arrivano a questo appuntamento continentale. In grassetto, sono evidenziate le squadre che secondo me passeranno il turno.

GRUPPO A: Polonia, Grecia, Russia, Repubblica Ceca.
La Polonia è decisamente la più attrezzata delle due padroni di casa: la squadra è relativamente giovane e negli ultimi due anni ha fatto numerosi salti in avanti. Avere una buona parte del Borussia Dortmund bi-campione di Germania più il portiere dell'Arsenal è un bel vantaggio. Un altro potrebbe essere il girone stesso, non insormontabile e capace di regalare soddisfazioni. La Grecia ha concluso l'epopea del grande Otto Rehhagel, che aveva portato la Grecia sul tetto d'Europa otto anni fa e poi le ha anche permesso di disputare un altro Europeo e un Mondiale; ora, la Grecia punta sul rinnovamento, anche se i vecchi leoni Karagounis e Katsouranis ci sono sempre. E' comunque una buona squadra per questo girone. La Repubblica Ceca pare, onestamente, la più debole delle quattro: l'epoca dei Nedved, dei Poborsky, dei Koller è finita da un pezzo e si nota. Agli Europei del 2008, la qualificazione ai quarti sfuggì nel finale della partita con la Turchia, mentre ai Mondiali non c'erano proprio. Apparte Cech e Rosicky, pare essere una squadra da rifare.
Infine la Russia: in quel di Mosca ancora si mangiano le mani per l'Europeo di quattro anni fa, in cui fecero un gran gioco, mostrarono al mondo talenti come Zhirkov, Arshavin e Pavlyuchenko, eliminarono l'Olanda. Poi la Spagna li riportò sulla terra e la corsa si fermò lì. Quattro anni dopo, la Russia è rimasta quasi la stessa: i giocatori che orbitano nel giro della nazionale sono sempre quelli, ad allenarli c'è sempre un olandese (Advocaat al posto del mago Hiddink) e giocano sempre di fino, ma non si sa quanto possano essere concreti. Vedremo se riusciranno ad essere più incisivi del passato, quando mancarono la qualificazione al Mondiale di due anni fa in uno spareggio maledetto con la Slovenia.

Robert Lewandowski, 23 anni, grande annata per lui con la maglia del BVB.


GRUPPO B: Germania, Olanda, Portogallo, Danimarca.
Ammetto che, quando ho letto il girone, mi sono detto: "Cavolo". Sono quattro buone squadre. Diciamo tre e mezzo, dato che la Danimarca rischia di fare una brutta fine in un girone di ferro come questo. La Germania viene da quattro anni splendidi, conditi però da molte delusioni sul più bello: i tedeschi, sotto Loew, hanno mostrato un gran gioco, salvo poi perdersi nei momenti decisivi. Sempre contro la Spagna. Sempre quando conta. Ed è questa la paura anche questa volta: i teutonici sembrano essere i favoriti, hanno una squadra che produrrà bel calcio per almeno i prossimi 5-6 anni, ma non sanno quanto servirà nel momento decisivo. L'Olanda ha il problema inverso: gli orange hanno cominciato ad essere più concreti che spettacolari ed i risultati sono arrivati, dato che la cavalcata dello scorso Mondiale ha portato in finale e a due minuti dai calci di rigore. Poi è arrivato il gol di Iniesta e niente, i sogni sono finiti. La squadra si è rafforzata, vanta un manipolo di giovani niente male (Jetro Williams e Luciano Narsingh, segnateveli) e ha l'imbarazzo della scelta davanti: decidere chi far giocare tra Van Persie e Huntelaar è difficilissimo. Ma, come dico sempre, meglio i problemi d'abbondanza che di assenza. Vedremo se Robben avrà metabolizzato le innumerevoli delusioni raccolte in questi anni. Il Portogallo pare onestamente CR7-dipendente: alle spalle, ci sono sempre i soliti Nani, Quaresma, Joao Moutinho, Raul Meireles, Pepe.. che non è che abbiano portato questi grandi risultati negli ultimi quattro anni. Dal ritiro di leggende come Rui Costa, Figo e Vitor Baia, che avevano permesso ai lusitani di arrivare in finale agli Europei del 2004 e quarti ai Mondiali del 2006, il Portogallo s'è un po' perso. Negli ultimi Europei, venne schiacciato dalla Germania ai quarti; negli ultimi Mondiali, contro la Spagna venne neutralizzato senza troppi problemi. E' chiaro che tutte le critiche rivolto al Messi fallimentare in nazionale, vanno soppesate anche nei confronti di Cristiano Ronaldo: senza i grandi vecchi, nonostante la grande esplosione come giocatore di livello mondiale, non riesce ad essere importante per la sua nazionale. Vedremo se ci smentirà questa volta. Infine, la Danimarca: agli ultimi Europei non c'era, agli ultimi Mondiali è uscita al girone, nonostante una buona squadra. Ora c'è aria di rinnovamento, non credo che i biancorossi regaleranno grosse sorprese.

Robin Van Persie, 28 anni, festeggia dopo un gol in amichevole contro l'Irlanda del Nord.


GRUPPO C: Spagna, Italia, Croazia, Irlanda.
Gruppo apparentemente facile per i campioni d'Europa e del Mondo uscenti. Ma non fatevi ingannare: la Spagna avrà di che sudare. La compagine di Del Bosque non mi sembra brillante come nel 2008 e nel 2010, seppur i risultati arrivino grazie ad un gioco consolidato e ad una "paura psicologica" installata nei cuori di chi deve giocare contro calciatori che non ti fanno vedere il pallone. La Spagna può vivere di rendita a quest'Europeo: ormai tutti la considerano talmente pericolosa da spaventarsi da soli. Manca a sorpresa Roberto Soldado, che mi aspettavo di vedere con la Roja dopo tutti i gol segnati a Valencia: niente da fare, Llorente, Torres e Negredo hanno avuto la meglio. Mancheranno Puyol e Villa: la mancanza del capitano barcelonista potrebbe essere un problema.
L'Italia cosa si deve aspettare? Per quanto posso osservare, ci sono troppi isterismi in casa azzurra: questa nazionale ha un piano quadriennale, è stata affidata a Prandelli perché potesse arrivare in forma e notevolmente miglioarata ai Mondiali in Brasile del 2014. Perciò l'Europeo è solo una tappa di passaggio, nulla più. E non potrebbe essere altrimenti, visto che ci sono almeno tre nazionali più forti ed altrettante al livello degli italiani. Insomma, la vittoria finale sembra una chimera: più facile arrivare almeno ai quarti, se non alle semifinali. Purché si trovi un equilibrio tattico, che sembra mancare in questo momento a causa di infortuni e problemi interni.
La Croazia, ecco. Su questa squadra bisogna fare attenzioni: dalla sua nascita, i croati hanno fallito pochissime competizioni internazionali. Agli scorsi Europei, solo un gol della Turchia al 122' trascinò i croati ai rigori e, poi, all'eliminazione. Agli ultimi Mondiali non c'erano. Ora arrivano con una squadra interessante, con i sempre-presenti Srna, Pletikosa, Simunic e con i talentuosi Rakitic, Perisic, Modric, Jelavic, Mandzukic. Insomma, davanti c'è tanta roba, dietro bisogna registrare qualcosa: da questo dipenderanno le quote di qualificazione per i croati.
L'Irlanda del Trap sembra la cenerentola: non fatevi raggirare. Non è così. Da quando il Trap ha preso la guida degli Irish Boys, la squadra sembra compatta e di gran lunga migliorata, nonostante avrebbe bisogno di un ringiovanimento notevole. Ma Giovanni Trapattoni è così: è un grande tecnico perché "sa cavare il sangue dalle rape". Given e Keane gli uomini più rappresentativi, i verdi d'Irlanda sperano di fare una buona figura. Nei loro cuori, brucia ancora il Mondiale mancato due anni fa per il gol di mano di Henry durante lo spareggio con la Francia. Chissà che questo Europeo non gli regali qualche soddisfazione.

Gianluigi Buffon, 34 anni, capitano di un'Italia in difficoltà: dove arriveranno?


GRUPPO D: Ucraina, Francia, Inghilterra, Svezia.
Gruppo meno equilibrato di quel che appare. Partiamo col dire che, a mio modo di vedere, l'Ucraina sembra la squadra più debole dell'intero torneo. Per carità, sarà un piacere rivedere Andriy Shevchenko, grandissimo campione che ha visto troppe poche competizioni con la sua nazionale (un Mondiale e questo Europeo) per la classe che ha. Ma la squadra è veramente in là con gli anni: gli eterni Tymoshchuk e Voronin non durano per sempre. Milievsky non è esploso come ci si aspettava. Rotan, Aliev e Yarmolenko sono buoni giocatori, ma non mi sembrano capaci di ribaltare il destino di un Europeo segnato a fare le comparse. Perciò, il discorso qualificazione si sposta sulle altre squadre. L'Inghilterra, agli ultimi Europei, è mancata a sorpresa: i disastri del McLaren C.T. avevano stancato gli inglesi, che avevano puntato tutto su un vincente come Fabio Capello. Salvo poi vederlo dimesso dopo un Mondiale fallimentare ed una squadra forte, ma che continuava a mancare negli appuntamenti importanti. E difatti non sembra che possa fare molto meglio neanche questa volta: la squadra è stata affidata, a sorpresa, a Roy Hogdson, che ha fatto buone cose con il Fulham ed il WBA negli ultimi anni. Ma affidargli la nazionale dei Tre Leoni sembra esser stato un po' troppo. Metteteci anche che gli inglesi hanno già dovuto sostituire gli infortunati Ruddy, Barry, ma sopratutto Cahill e Lampard ed il quadro è completo. Chiudo con una curiosità sugli inventori del football: non raggiungono una semifinale di una qualsiasi competizione internazionale dal 1996, nell'Europeo giocato e perso in casa. C'erano ancora Robbie Fowler, Stuart Pearce e Paul Gascoigne. Vedete un po' voi.. psicologicamente, è un peso che ha una certa importanza.
La Francia, invece, potrebbe rappresentare una sorpresa positiva. La squadra è giovane, ha dei fuoriclasse. Chiaro, deve accumulare un po' d'esperienza, ma nel 2014 potrebbe essere accodata al gruppo delle favorite. I blues vengono da due fallimenti internazionali di dimensioni gigantesche: l'eliminazione sia all'Europeo del 2008 (1 punto, sconfitta con l'Italia), sia all'ultimo Mondiale (anche qui un punto, sconfitte con Messico e Sudafrica). Domenech ha lasciato una terra che più bruciata non si poteva. Qui è intervenuto il C.T. che ha fatto il miglior lavoro negli ultimi due anni: Laurent Blanc. Dopo gli anni di Bordeaux, era l'uomo giusto per ripartire nella costruzione di un gruppo decente. L'ha fatto, la squadra è di buon livello. Certo, competere per la vittoria finale pare un miraggio, ma il primo posto nel girone no. Vedremo se Ribery sarà ispirato anche all'Europeo.
Infine, la Svezia: guardando la squadra scelta per questa competizione, il livello non è male, sopratutto davanti. Apparte l'importanza capitale di capitan Ibrahimovic, avere un reparto avanzato che si completa con Toivonen, Elmander e Rosenberg non è male. La squadra ha 23 giocatori che potrebbero essere tutti titolari: questo è chiaramente un vantaggio per il C.T. Hamrén, che può puntare alla qualificazione. Ibra si scioglie in nazionale durante le competizioni internazionali, così come nel club, ma.. chissà. Magari la Svezia fa uno scherzetto. Almeno penso che possa farlo agli inventori del football.

Steven Gerrard, 32 anni: sarà ancora una volta capitano dei Tre Leoni.


PREVISIONE FINALE:
Seguendo un ipotetico tabellone e prendendo per buone le qualificate che ho ipotizzato, provo a formulare un nome per il vincitore finale del torneo. I quarti sarebbero questi (in grassetto le possibili vincenti per me):
Polonia - Olanda
Spagna - Svezia
Russia - Germania
Italia - Francia
Con queste semifinali:
Olanda - Spagna
Germania - Francia
Ed infine questa finale:
Olanda - Germania
Per cui, provo a pronosticare la Germania come vincitrice del titolo. Anche perché i tedeschi, dopo tutte queste delusioni, dovranno pur vincere qualcosa prima o poi. Non è che Loew possa fare collezione di secondi o terzi posti.

THE BREAKTHROUGH - I cinque che esploderanno con l'Europeo della vita
Ci sono alcuni casi di giocatori che fanno un Europeo da paura per poi scomparire. Un caso può essere quello di Milan Baros, che fa 5 gol nel 2004 e poi torna ad un livello normale di giocate. Oppure quello di Daniel Guiza, rivelazione dell'Europeo 2008 dopo i gol con il Maiorca, poi scomparso dalla scena internazionale. Naturalmente, auguriamo a questi giocatori di non fare la stessa fine, ma chissà. Il calcio, del resto, è fatto anche di meteore.
Si è dovuto chiaramente attingere alle squadre meno rappresentative, con un caso proveniente anche da una nazionale potenzialmente forte.
5. Aiden McGeady (26 anni, Irlanda - Spartak Mosca): il ragazzo, sotto il Trap, ha fatto ulteriori passi avanti. Scozzese di nascita, ma determinato a rappresentare l'Irlanda, il ragazzo cresce nel Celtic Glasgow, dove gioca per sei anni con buoni risultati, contribuendo ai successi della squadra. Poi passa al gelo russo, con lo Spartak che lo paga ben 11 milioni per avere il giocatore. Quest'anno ha contribuito al secondo posto della squadra di Mosca con 5 gol e 13 assist stagionali. Potrebbe essere l'anno del salto, con un Europeo ben fatto.
4. Pontus Wernbloom (25 anni, Svezia - CSKA Mosca): ci spostiamo di squadra, ma non da Mosca. Perché il CSKA, a Gennaio, come suo solito, mette il colpo di mercato sul tavolo della Russian Premier League: arriva Wernbloom, giocatore dell'AZ. Facente parte di quella straordinaria generazione di U-21 svedesi che arrivò alle semifinali del campionato europeo di categoria, giocato in casa nel 2009, Wernbloom è un ottimo centrocampista centrale, capace in fase d'impostazione e discreto in zona gol. A Marzo, segnò l'1-1 nella gara d'andata contro il Real Madrid, costringendo i blancos a tirare fuori il meglio nella gara di ritorno. Da guardare attentamente. Il CSKA, quando compra a Gennaio, tira fuori sempre ottimi giocatori.
3. Andriy Yarmolenko (22 anni, Ucraina - Dinamo Kiev): nato il 23 Ottobre del 1989, durante gli ultimi giorni dell'Unione Sovietica prima del crollo del muro di Berlino, Yarmolenko è cresciuto dal magnifico sistema giovanile della Dinamo Kiev, che ha prodotto tanti campioni negli ultimi 30 anni. Lui è uno degli ultimi gioielli rimasti, visto che la Dinamo non ne sta producendo più tanti campioni come prima. Seconda punta o esterno sinistro d'attacco, dotato di un magnifico sinistro, è esploso negli ultimi due anni, tanto da meritarsi l'appellativo di "nuovo Sheva". Anche Shevchenko stesso lo ha consigliato al Milan. Vedremo se tanto riguardo è appropriato per il gioiello di San Pietroburgo.
2. Mario Mandzukic (25 anni, Croazia - Wolfsburg): ero seriamente indeciso tra Jelavic e lui. Ma se il primo ha fatto il botto all'Everton e viene notevolmente pubblicizzato, non altrettanto avviene per il bomber di Slavonski Brod. Mandzukic si fa notare nel club della sua città, l'NK Marsonia, addirittura dalla Dinamo Zagabria, che nel 2007 lo compra per 1.3 mln. di euro, come sostituto del partente Eduardo Da Silva, destinato all'Arsenal. Vince tre campionati croati e fa ben 61 gol in 121 partite con la maglia dei suoi sogni. Dopo che il club rifiuta un'offerta da 12 mln. da parte del Werder Brema nell'estate del 2009, Mandzukic si trasferisce al Wolfsburg per 8 mln. l'estate successiva. E' un buon colpo: il croato non ci mette niente ad adattarsi al calcio tedesco e ad imporsi. Realizza 8 gol il primo anno, salvando il Wolfsburg dalla paura della retrocessione; questa stagione, invece, ne fa 11. Secondo me, con un buon Europeo, il salto è possibile.
1. Olivier Giroud (25 anni, Francia - Montpellier): vorrei poter dire che era un anno che avevo scommesso su questo giocatore, che l'avevo osservato attentamente e che pensavo che sarebbe esploso. Ma non ho prove web a sufficienza. Perciò mi limito a dire che sarà il suo Europeo. Senza se e senza ma. Il ragazzo è interessantissimo, quest'anno ha contribuito pesantemente al primo titolo conquistato dal Montpellier e lo ha fatto con ben 21 gol e 9 assist, dimostrando di essere anche un ottimo uomo-squadra. Parte dietro Benzema nelle gerarchie dei centravanti, ma anche nei 20 minuti che potrebbe avere, sarà in grado di farsi vedere.

Olivier Giroud, 25 anni: molto probabile la sua esplosione a quest'Europeo.


THE YOUNGSTERS - I cinque U-21 in vetrina
Chiaro che sarebbe facile mettere in vetrina gente come Balotelli, Reus, Gotze o Dzagoev, calciatori che hanno diverse presenze in nazionale maggiore e, sopratutto, hanno avuto la vetrina della Champions per farsi vedere. Parliamo di quelli meno citati e sopratutto ancora non così "pompati" dai media.
5. Jetro Willems (18 anni, Olanda - PSV Eindhoven): di speranze che giochi, ce ne sono pochissime. Purtroppo. Perché il giovane Willems pare un fenomeno: quest'anno ha collezionato la prima annata da titolare nel PSV, con 20 presenze ed un gol. Cresciuto calcisticamente nello Sparta Rotterdam, diventa importante nella formazione biancorossa di quest'anno, tanto da collezionare anche sei presenze in Europa League. Terzino sinistro, nelle gerarchie è dietro - in teoria - a Wilfred Bouma. Ma chissà che non lo rimpiazzi presto.
4. Luuk De Jong (21 anni, Olanda - Twente): la grande sfida di essere giovani, forti, ma nella nazionale sbagliata. Il calcio è pieno di queste storie negli anni ed il giovane De Jong non è esente da tale maledizione. Aver segnato 32 gol in 50 partite stagionali e non poter giocare da titolare nella tua nazionale. Succede quando sei olandese e davanti hai Van Persie e Huntelaar, che sono riusciti a far meglio in campionati più difficili. Ciò non toglie che il ragazzo sia estremamente valido e chi lo prenderà avrà fatto un affare.
3. Yann M'Vila (21 anni, Francia - Rennes): tanti sono i giovani francesi. Molti hanno avuto vetrine europee. Yann M'Vila no. Se ne parla da un po', ma non ha ancora disputato una competizione internazionale con la nazionale o una competizione continentale con il suo club, se non qualche match di Europa League con il suo Rennes. Ma non basta. Esplose giovanissimo, nel 2009/2010, ma Domenech preferì puntare sui senatori di lunga data. Invece, Laurent Blanc l'ha preso e lo ha fatto diventare un pezzo portante della sua nazionale: ora è il momento di ripagare questa fiducia. Centrocampista centrale di sicuro avvenire.
2. Christian Eriksen (20 anni, Danimarca - Ajax): qui il discorso è particolare. Di Eriksen qualcuno avrà sicuramente sentito parlare. E sì, ha giocato in Europa, sia in Champions League che in Europa League. Ma l'Ajax sta avendo grosse difficoltà in Europa e perciò emergere con il proprio club è terribilmente complicato. Tanto che è probabile che il giovane cambi casacca quest'estate: il problema è che ci vogliono molti "dindi". Cresciuto tra le giovanili dell'OB (club danese) e quelle della squadra di Amsterdam, ha debuttato nel 2010 sia con la maglia dei lancieri che con quella della nazionale. Con quest'ultima, è riuscito anche ad esserci durante l'ultimo Mondiale, esordendo in questa massima competizione intercontinentale durante il match contro la Danimarca. Martin Jol, allenatore dell'Ajax ai tempi dei suoi esordi, lo paragonò addirittura a Sneijder e Van Der Vaart, altri due talenti cresciuti con la maglia dei lancieri. Quest'anno ha chiuso con un bilancio di 8 gol e di 21 assist stagionali, spalmati in 44 partite. Tanti, forse troppi per la dimensione del calcio olandese. Perciò partirà. E chi lo comprerà, avrà acquistato almeno 15 anni di splendido calcio.
1. André Schurrle (21 anni, Germania - Bayer Leverkusen): lo so. Appare strano che, dopo l'elogio fatto nei confronti di Eriksen, metta Schurrle al primo posto tra i giovani più interessanti da guardare. Ma è la verità. Il talentino del Bayer è un giocatore semplicemente straordinario, che sarà capace - a mio modo di vedere - di diventare uno dei più talentuosi della storia del calcio tedesco. Più di Holtby. Di Gotze. Del mago Marco Reus. E sarà più forte di Podolski e Muller. Perché? Perché ha tutto. E' molto più completo di tutti quelli nominati. Ha il sacrificio di Podolski, la corsa di Muller, la magia di Reus, il dribbling chirurgico di Gotze, il genio di Holtby. Ha tutto e ce l'ha già. Chiunque lo volesse comprare, sa di avere già un grande campione a sua disposizione. E lo dimostrano anche i dati di quest'anno: il Bayer ha fatto una buona stagione, con un 5° posto in campionato e le partecipazioni a Champions League ed Europa League. In tutto questo, Schurrle è stato fondamentale: 8 gol in 39 partite, tanti assist. E' stato criticato perché è stato più impreciso rispetto all'anno passato, quando con il Mainz (squadra in cui è anche cresciuto) arrivò a 15 gol con 5 partite in meno. Ma il ragazzo dovrà aver pure qualche difetto, almeno all'età di 21 anni. Secondo me, è in grado di rubare il posto a Podolski e di diventare una colonna dei teutonici. Sarà un grande, segnatevelo.

André Schurrle, 21 anni, una delle giovani rivelazioni di questo futuro Europeo.

E adesso? Domani si parte, con Polonia-Grecia. Avete saputo tutto quello che dovevate sapere. Ora godetevi quest'Europeo e che vinca il migliore!

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